Risulta davvero possibile che i canali social e i content creator possano diffondere uno stile di vita e un’alimentazione più sostenibili? La risposta è affermativa. La società contemporanea è investita dalla potenza comunicativa dei social media, con una continua proposta di modelli a cui fare riferimento. L’intelligenza del marketing online si adatta a un consumatore che cambia, e rispondere alle esigenze attuali significa includere il tema della sostenibilità.
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Cosa si intende per alimentazione sostenibile?
Prima di analizzare il ruolo dei social, è importante definire il concetto. Secondo la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), le diete sostenibili sono quelle “a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale e a una vita sana per le generazioni presenti e future”. Questo implica un’attenzione non solo alla salute, ma anche alla biodiversità, al consumo di risorse idriche ed energetiche e alla produzione di gas serra.
Il ruolo dei social media nella promozione di abitudini sostenibili
L’equazione dello stile di vita sostenibile ingloba pienamente anche le abitudini alimentari. La presa di coscienza sul cambiamento climatico spinge molti a un cambio di abitudini. Figure come Carlotta Perego di “Cucina Botanica” o la Dott.ssa Silvia Goggi, medico nutrizionista, hanno seguiti sempre più ampi. La loro forza risiede in uno stile comunicativo inclusivo e non perentorio, che attrae anche onnivori e flexitariani. Il messaggio è veicolato con passione divulgativa, mostrando un esempio concreto e accessibile di stile di vita e alimentazione sostenibile.
Comunicazione tradizionale della sostenibilità | Comunicazione tramite social media |
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Spesso basata su documentari o articoli lunghi e complessi. | Immediata, visiva e basata su formati brevi come reel e stories. |
Approccio dall’alto verso il basso, tipicamente da esperti a un pubblico passivo. | Crea una community, favorisce l’interazione e la condivisione di esperienze. |
Può apparire distante o giudicante. | Tende a essere inclusiva, mostrando difficoltà e soluzioni pratiche della vita quotidiana. |
La comunicazione giornaliera di questi creator dimostra la fattibilità di questa scelta, creando empatia e una community. Questo finisce per modellare le percezioni, dalla spesa settimanale alla riscoperta delle tradizioni in chiave vegetale. Si passa da influencer che documentano la progettazione di una casa a impatto zero a brand di prodotti plastic free, influenzando le abitudini di consumo in modo tangibile.
Il cambiamento nelle abitudini alimentari: cosa dicono i dati
Questo cambio di rotta è confermato da diverse ricerche. Secondo il Rapporto Italia 2023 dell’Eurispes, un ente di ricerca che opera in Italia, la percentuale di vegetariani è del 4,2% mentre quella dei vegani è del 2,4%, per un totale del 6,6% della popolazione che ha adottato una dieta a base vegetale. Le motivazioni principali dietro questa scelta sono la salute e il benessere (23,3%) e il rispetto per gli animali (20,8%).
A livello globale, le stime indicano una crescita costante. Un articolo di ANSA del 2022 riportava che il numero di vegani e vegetariani si avvicinava al 14% della popolazione mondiale. Se il movimento mantiene questo tasso di crescita, l’impatto sulle abitudini di consumo e sulla produzione alimentare sarà sempre più significativo.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 17/09/2025