Tupac Amaru Shakur, conosciuto semplicemente come Tupac o 2Pac, è stato un rapper americano che, nonostante la sua morte prematura avvenuta a soli venticinque anni, è diventato un’icona della scena musicale internazionale. L’artista, però, non è ricordato solo per il suo immenso talento musicale, ma anche per il suo impegno nella lotta contro la violenza e la discriminazione razziale ai danni della comunità afroamericana. Tupac e il razzismo sono, infatti, due concetti estremamente connessi in quanto il celebre rapper ha dato voce alle minoranze attraverso la sua musica, trasformandola in un potente strumento di denuncia.
Come nasce il legame tra Tupac e il razzismo?
Il legame tra Tupac e il razzismo affonda le radici nel suo contesto familiare: sua madre, Afeni Shakur, era una militante del Black Panther Party, movimento rivoluzionario nato per difendere i diritti della popolazione afroamericana, ed è stata proprio lei a trasmettere al piccolo Tupac la voglia di cambiamento e l’urgenza di combattere le discriminazioni. Il giovane rapper trascorre la sua adolescenza, verso la fine degli anni ’80, in un quartiere difficile, a Baltimora, dove le tensioni sociali e la violenza sono all’ordine del giorno. Ma fortunatamente Tupac scopre la sua potente vena artistica e decide di coltivare la propria passione per teatro, ballo, jazz e recitazione. Capisce quindi che, malgrado le dinamiche che lo circondano, la sua vocazione artistica può trasformarsi in qualcosa di più grande e profondo, in grado di smuovere le coscienze e combattere l’oppressione.
Changes come manifesto di protesta
Il 13 ottobre 1998 viene pubblicato il singolo postumo Changes, una cover del brano The Way It Is dei Bruce Hornsby and The Range, del 1986. In questo brano Tupac parla della difficoltà della vita nei ghetti, del razzismo, della brutalità della polizia, della droga, della violenza delle gang che dominano i quartieri malfamati. Il rapper intende denunciare la violenza spropositata che le forze dell’ordine utilizzano contro uomini e donne afroamericani e andare contro l’idea culturalmente intrinseca secondo cui la vita di un nero avrebbe meno valore di quella di un bianco.
Nonostante si tratti di una canzone scritta più di vent’anni fa, Changes rimane, purtroppo, estremamente attuale. È, in un certo senso, diventata il manifesto del movimento Black Lives Matter, nato nel 2013 come reazione all’ingiustizia e alla violenza subita da uomini e donne afroamericani per mano della polizia. Nel 2020, infatti, dopo la morte di George Floyd, questa canzone è stata spesso utilizzata in manifestazioni e video sui social media come simbolo musicale di protesta contro l’oppressione.
A distanza di 29 anni dalla sua morte, il messaggio di Tupac continua ad essere sorprendentemente attuale, a dimostrazione del fatto che la sua non è stata solo musica, ma un immenso gesto di amore e giustizia nei confronti della sua comunità.
Fonte immagine in evidenza: Screenshot dal video musicale Changes (2Pac feat. Talent)