A Rose For Emily: il macabro racconto di Faulkner

A Rose For Emily: il macabro racconto di Faulkner

A Rose for Emily è un racconto breve dello scrittore statunitense William Faulkner pubblicato per la prima volta il 30 aprile 1930 in un numero di The Forum.  La storia è ambientata in una città fittizia del Mississippi, Jefferson, nella contea altrettanto immaginaria di Yoknapatawpha.

La trama in breve

Emily Grierson è l’ultima discendente di una nobile famiglia del Sud America ormai in decadenza. Dopo la morte del padre, Emily si rifiuta di consegnarne il cadavere sostenendo che non sia morto. Vive isolata dal resto del mondo e dalla sua casa si vede soltanto entrare ed uscire il suo maggiordomo nero, Tobe. La donna stringe amicizia con Homer Barron, un uomo proveniente dal Nord, e i due vengono anche visti passeggiare assieme, dando voce a una serie di speculazioni da parte dei cittadini jeffersoniani. Tuttavia, nel testo viene detto che Homer «non era un uomo da matrimonio» e che, probabilmente, sia omosessuale dato che «era solito bere con i più giovani allo Elks’ Club»; Emily si reca dal farmacista della città, chiedendogli dell’arsenico senza rivelarne il motivo. Un giorno, Homer va nella casa di Emily e, da quel momento, di lui non si saprà più nulla. La storia si apre e si chiude con il funerale di Emily e un oscuro segreto che viene finalmente a galla: un gruppo di cittadini sfonda la porta di quella che, un tempo, era stata la stanza da letto della donna ormai defunta, trovando il cadavere decomposto di Homer sul letto. Sul cuscino accanto vi è l’impronta di una testa ed una ciocca di capelli grigi, segno del fatto che Emily aveva dormito con il cadavere di Homer.

Il tempo

Una delle tematiche che pervade il testo è il tempo, strettamente legato alla casa decadente di Emily, simbolo di una memoria che non intende svanire. Emily e la sua dimora rappresentano il vecchio Sud, crollato con la Guerra Civile, ma che fa da spettro in un mondo che cerca di porgere lo sguardo in avanti, lasciandosi alle spalle quell’ideologia sudista. Il tempo con cui è narrata la storia non è lineare – una caratteristica tipica del modernismo angloamericano – e contribuisce ad aumentare la suspense e gli intrighi, generando confusione nel lettore. 

Si parte dal funerale e poi, attraverso una serie di flashback, si ricostruisce la vita del personaggio, per poi chiudere nuovamente con il funerale di Emily, in un cerchio narrativo che riconduce all’inizio solo per far sì che il narratore riveli che anche la circostanza con cui si apre il racconto è, in realtà, un flashback. 

La questione del narratore

La presenza di un «we» (noi) ambiguo, che a volte diventa un «they» (loro), è stato oggetto di speculazioni da parte della critica. C’è chi ha interpretato che la voce narrante cambi e che appartenga a diversi personaggi: un’ipotesi piuttosto condivisa è quella del servo Tobe come narratore dato che è l’unico testimone diretto della vita privata di Emily; inoltre, spesso si distacca dal «we» collettivo della comunità cittadina, proiettando le vicende sul «they», come se osservasse da una posizione esterna. Tuttavia, l’identità del narratore resta ambigua, non c’è una risposta univoca o oggettiva su chi sia.

L’enigmatico titolo: A Rose For Emily

Anche il titolo dell’opera pone degli interrogativi a cui è difficile dare una risposta. Faulkner stesso, in un‘intervista, affermò che, dopo tutto questo, Emily meritava una rosa. Il racconto comincia e termina col funerale della protagonista, una circostanza in cui, per tradizione, si offrono fiori — ma nessuna rosa è mai concretamente presente nella narrazione. La rosa, dunque, assume un valore simbolico: un omaggio postumo.

Si tratta di un gesto nei confronti di Emily in quanto individuo, vittima delle aspettative sociali e familiari? Oppure al Sud nella sua totalità, che Emily incarna nella sua decadenza e ostinazione a non cambiare? Il fiore citato nel titolo, allora, potrebbe indicare un atto di commemorazione verso l’ideologia sudista ormai in decomposizione ma mai rimossa del tutto. 

Conclusione

A Rose for Emily è un racconto che funziona, in grado di coinvolgere il lettore nel mistero che Emily nasconde nella sua casa. Faulkner racconta dell’incapacità di accettare il cambiamento, il nuovo presente, e di come, a volte, sia più facile rinchiudersi nella bolla del passato e vivere ma, allo stesso tempo, non farlo ed Emily Grierson rappresenta esattamente tutto questo.

Fonte immagine: istock, dragana991

 

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