Adriano e Antinoo, storia di un tragico amore

Adriano e Antinoo

Una delle storie d’amore più memorabili della Storia Romana è senza dubbio quella dell’Imperatore Adriano (76 d.C. – 138 d.C.) con il giovane ed incantevole Antinoo (110 d.C. – 130 d.C.). La loro relazione è stata, per molti anni, fonte d’ispirazione per svariati artisti quali Oscar Wilde, Fernando Pessoa e Marguerite Yourcenar. Ripercorriamo quindi questo rapporto di reciproco affetto con la giusta cautela, poiché Antinoo era più giovane dell’imperatore di ben trentaquattro anni. Questa è la memorabile ma tragica storia d’amore di Adriano e Antinoo.

Adriano e Antinoo: il primo incontro e la vita insieme

Adriano non ha di certo bisogno di presentazioni: uno degli imperatori più importanti dell’Antica Roma, è colui che ha portato la capitale al suo massimo splendore grazie alla pace sociale ed economica. Inoltre, era un uomo colto ed intelligente, amava viaggiare e studiare il mondo che lo circondava. Antinoo, invece, era originario della Bitinia (nell’odierna Turchia nord-occidentale) e, di preciso, della città di Claudiopoli: il giovane era, probabilmente, d’origine benestante poiché partecipava agli eventi pubblici in cui presenziava anche lo stesso Adriano. Ciò che colpì l’imperatore, oltre alla bellezza, fu l’incredibile intelligenza di Antinoo: entrambi condividevano l’amore per la cultura e per le arti. Probabilmente, Adriano e Antinoo si conobbero quando l’imperatore si recò, nel 123, nella città natìa del giovane: Adriano aveva 47 anni, mentre Antinoo appena 12. All’epoca, la pederastia greca era accettata: questo termine si riferisce alla relazione sentimentale che intrattenevano un erastès (un uomo sui 30/50 anni) e un eromenos (un ragazzo di età compresa tra i 12 e i 18 anni). Tempo dopo, il giovane divenne il preferito dell’imperatore e, nel 128, Antinoo faceva già parte del seguito personale di Adriano. Secondo gli studiosi, Antinoo sarebbe stata l’unica persona rimasta vicina all’imperatore lungo tutto il corso della sua vita: infatti, il matrimonio di Adriano con la cugina di secondo grado Vibia Sabina fu infelice. Inoltre, si pensa ancora oggi che l’imperatore non provasse alcuna attrazione nei confronti delle donne.

Agli occhi di Adriano, Antinoo appariva come «il più bello del mondo»; al contrario, Antinoo vedeva l’imperatore come un saggio meritevole di stima e ammirazione: la loro armonia era prettamente intellettuale poiché condividevano passioni ed interessi, ma soprattutto, Antinoo non cercò mai di utilizzare a proprio favore la forte influenza che aveva sull’imperatore. Adriano e Antinoo viaggiarono insieme un numero spropositato di volte presiedendo anche alle visite ufficiali senza staccarsi mai l’uno dall’altro: assieme, la coppia attraversò varie zone dell’attuale Italia, si recarono nell’Africa settentrionale e anche in Grecia, in Siria, in Palestina e così via. Ad esempio, nell’agosto del 130 andarono assieme ad Alessandria d’Egitto per visitare il sarcofago di Alessandro Magno; ancora, nel settembre dello stesso anno, Adriano e Antinoo si recarono in territorio libico per risolvere il malcontento popolare causato da un leone che si aggirava nelle zone. Così, i due riuscirono a braccare l’animale e risulta, oggi, che Adriano abbia salvato la vita del giovane amante in quell’occasione. Secondo il poeta Pancrate di Alessandria, il sangue che uscì dal corpo candido di Antinoo fece germogliare l’antinóeios, un fiore di loto rosso.

La prematura morte di Antinoo

A cavallo tra il settembre e l’ottobre del 130 d.C., Adriano e Antinoo s’imbarcarono per risalire il corso del Nilo. Oltre alla coppia, era presente anche il seguito dell’imperatore composto da funzionari, Prefetto, comandanti dell’esercito e letterati; secondo varie fonti, tra questi era presente Lucio Elio Cesare, un ragazzo nobile che Antinoo percepiva come rivale d’amore nei confronti dell’imperatore. A fine ottobre, probabilmente attorno al periodo della festa di Osiride – il dio che muore per risorgere – Antinoo affogò nel Nilo: ancora oggi non ne sappiamo la causa, ma sono state fatte varie ipotesi a riguardo. Chi sostiene il suicidio o l’omicidio per gelosia, secondo altri la caduta sarebbe stata accidentale e, per altri ancora, Antinoo sarebbe stato usato come sacrificio umano: secondo Lambert, la congiura di corte è altamente improbabile poiché Antinoo non provò mai a influenzare l’imperatore in ambito politico; oppure, potrebbe essere stato un omicidio premeditato dalla moglie dello stesso Adriano. Ancora, la morte di Antinoo potrebbe essere stata accidentale: probabilmente il giovane era ubriaco o assonnato dopo il banchetto. Eppure, sembra che Adriano non considerasse la morte del compagno come un incidente. L’ultima teoria riguarda un probabile sacrificio umano compiuto consapevolmente: forse, Antinoo si sarebbe sacrificato per prolungare, secondo un rituale magico, la vita e la salute già cagionevole dell’imperatore.

Si dice che Adriano non superò mai la morte di Antinoo: l’assenza dell’amante lo fece sprofondare in una spirale di tristezza e rabbia che non lo fece mai più riprendere.

«Durante una navigazione sul Nilo perse Antinoo, e lo pianse con accenti femminili. Alcuni insinuarono ciò che la bellezza del giovane e la sensualità di Adriano lasciano immaginare.» (Elio Sparziano, Historia Augusta 14)

Nasce il culto di Antinoo

«Il modo in cui Adriano ha preso con sé il ragazzo durante i suoi viaggi, di come se l’è tenuto vicino nei momenti di maggior esaltazione spirituale, morale o fisica e, dopo la sua morte, di come si è circondato con le sue immagini, mostra un desiderio ossessivo per la sua presenza, un bisogno mistico-religioso di avere la sua compagnia.» (Royston Lambert, 1984)

Adriano, dopo la dipartita di Antinoo, decise di divinizzare il suo amante fino a renderlo un vero e proprio dio. L’imperatore prese questa decisione andando contro le regole del tempo: infatti, la deificazione non era insolita nel mondo classico, ma la divinizzazione pubblica e formale era, per legge, riservata soltanto al regnante e alla sua famiglia. Ma Adriano lo fece comunque senza previa consultazione con il Senato. Dopodiché, l’imperatore fece costruire una città a nome del giovane (Antinopoli, attuale Mallawi in Egitto) e a far erigere tantissime statue in suo onore in ogni angolo dell’impero. Era nota, infatti, l’ossessione di Adriano nei confronti dell’immagine di Antinoo: grazie all’ampia diffusione delle opere d’arte che riportavano il viso e le fattezze del giovane (da busti a gemme, da bassorilievi a incisioni), queste sono le meglio conservate dall’antichità a oggi. Secondo le fonti, Adriano avrebbe voluto seppellire Antinoo nel centro di Antinopoli, ma per non si sa quale motivazione, scelse di portare la salma del ragazzo nella sua villa a Tivoli: forse Adriano non aveva ancora accettato l’assenza del compagno. Così, in Egitto si diffuse il culto di Antinoo fino a raggiungere la Grecia, Roma e alcune province del nord Africa: per molto tempo, perciò, la figura divina di Antinoo andò di pari passo con quella di Gesù. Anni più tardi, con l’Editto di Teodosio (380 d.C.), il culto di Antinoo e le statue a lui dedicate vennero distrutte poiché considerate un pericolo per la religione cristiana. In ultimo, Adriano commemorò Antinoo attribuendogli anche una porzione di stelle della costellazione dell’Aquila, che presero da allora il nome «Antinous».

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Rappresentazione dell’Antinous. Fonte immagine: Wikipedia.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.

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