Nata intorno al 1940, l’arteterapia è un percorso di aiuto e di sostegno alla persona che, attraverso la materia artistica e il processo di creazione, diventa un’integrazione della comunicazione tra arteterapeuta e paziente. Una citazione che chiarisce ampiamente l’uso dell’arte in questo campo è quella di Paul Klee: «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è».
È un percorso in cui il paziente si esprime attraverso il linguaggio visivo; le immagini che emergono dalla creazione diretta sono autentiche e soprattutto provengono da luoghi inconsci. Spesso con le parole questo processo è più lento, poiché il linguaggio verbale richiede più tempo per far emergere i concetti e, in alcuni casi, per esternarli.
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Come è nata l’arteterapia?
La disciplina moderna viene sviluppata in Gran Bretagna e Stati Uniti da artisti in collaborazione con psichiatri e psicologi. I primi pazienti erano reduci di guerra traumatizzati. In realtà, già nell’antico Egitto si usava l’arte come sfogo per i disturbi mentali. Nel Rinascimento, le opere degli artisti erano viste come un mezzo per evitare la follia. In Inghilterra, durante la Rivoluzione industriale, l’arte divenne uno strumento della “terapia morale”, in cui persone con disturbi mentali praticavano attività artistiche in luoghi aperti. Uno degli artisti che più ha avuto beneficio da questa pratica è stato Van Gogh. Nel Novecento, con gli studi di Freud e Jung, emerge la figura di Margaret Naumburg, considerata la fondatrice delle basi dell’arteterapia negli Stati Uniti. Con il concetto base secondo cui i sentimenti inconsci sono più individuabili nelle immagini che nelle parole, utilizza lo strumento artistico come mezzo di comunicazione. Secondo la Naumburg, in ogni produzione artistica vengono proiettate inconsapevolmente emozioni e trascorsi personali del paziente. Le basi storiche e professionali della disciplina sono oggi promosse da associazioni autorevoli come la British Association of Art Therapists.
Come funziona il processo arteterapeutico
L’arteterapia si fonda sul presupposto che il processo creativo stesso abbia un valore terapeutico. Il focus non è sul risultato estetico dell’opera, ma sull’esperienza di creazione. Ci sono due tendenze di base che possono essere richiamate:
- Approccio impressionista: si basa sul colore e sul gesto, diventando un modo per “imprimere” e rielaborare il mondo esterno e le sensazioni che provoca;
- Approccio espressionista: si concentra sull’esprimere il mondo interiore, dando forma visibile a emozioni, conflitti e pensieri.
Il terapeuta guida il paziente in questo processo, aiutandolo a esplorare i materiali e a dare un senso a ciò che emerge. L’efficacia di queste terapie espressive è riconosciuta anche da importanti istituzioni, come evidenziato in diverse pubblicazioni dell’American Psychological Association.
I principali benefici dell’arteterapia
Area di intervento | Benefici specifici |
---|---|
Sfera emotiva | Migliora la gestione di ansia e stress, favorisce l’espressione e il controllo delle emozioni, aiuta a elaborare traumi. |
Autostima e consapevolezza | Aumenta la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, sviluppa una maggiore consapevolezza del proprio mondo interiore. |
Sfera relazionale e sociale | Migliora le capacità di relazionarsi con gli altri, facilita la comunicazione non verbale e l’empatia. |
A chi è rivolta?
Essenzialmente a tutti. L’arteterapia è uno strumento attuabile da chiunque voglia ricostruire il proprio equilibrio di vita. Non è richiesta alcuna abilità artistica. Tra i benefici è da menzionare il miglioramento dell’autostima e del relazionarsi con il mondo esterno, sviluppando le potenzialità dell’individuo. Aiuta nel controllo emotivo e nel superamento di stress e traumi. L’arte diventa uno sfogo per chi soffre di ansia e forte stress, in modo da alleviarne i sintomi. Chiunque voglia affrontare un percorso di evoluzione, crescita e cambiamento può trarre beneficio dall’arteterapia.
Fonte foto: freepik.
Articolo aggiornato il: 12/09/2025