Carlo Emilio Gadda: vita e opere

Carlo Emilio Gadda

CARLO EMILIO GADDA: VITA E OPERE

Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893. La famiglia è una della media-borghesia lombarda le cui agiate condizioni mutarono a seguito di investimenti economici sbagliati del padre che capovolsero la loro stabilità finanziaria per un’ossessione: la villa in Brianza, costruita a fronte di rovinose spese. Con la morte del padre, la madre decide di indirizzare il figlio verso gli studi di ingegneria poiché all’epoca, intraprendere questo percorso di studi era indice di stabilità e di importanza sociale. Nel 1915 Carlo Emilio Gadda parte volontario per il fronte come ufficiale degli alpini e registra la sua prima esperienza in diari. Rientrato a Milano, riceve la triste notizia della morte del fratello Enrico e il nucleo familiare, così, si restringe nuovamente.
Terminati gli studi, egli decide di dedicarsi completamente all’attività letteraria, collaborando alla rivista “Solaria”, con la stesura di più testi che confluirono in un’opera sola: “La Madonna dei filosofi” a cui seguì, nel 1934, “Il castello di Udine”.
Nel 1936 muore la madre e il dolore atroce lo spinge a vendere la villa di famiglia. A cavallo tra il 1938 e il 1941 si dedica al romanzo “La cognizione del dolore” rimasto incompiuto e pubblicato solo nel 1963 dall’editore Einaudi. Nel 1940 si trasferisce a Firenze dove frequenta critici e scrittori illustri come Eugenio Montale e nel 1944 pubblica la raccolta di racconti “L’Adalgisa” che illustra un quadro storico-satirico della borghesia milanese nel primo trentennio del ‘900. Il successo, però, arriva con “Quer pasticciaccio brutto di via Merulana” (pubblicato in volume nel 1957) che gli garantirà una certa sicurezza economica e una nota fama. Tra le opere dell’ultimo periodo va ricordato anche il saggio-pamphlet “Eros e Priapo” (1967) sulla retorica del regime fascista. Muore nel 1973 in un appartamento a Monte Mario, assistito dalla sua governante.

LA LETTERATURA COME POSSIBILITÀ DI CONOSCENZA DELLA REALTÀ

Come Leonardo da Vinci ha applicato il suo metodo scientifico alle altre arti, così fa Carlo Emilio Gadda. La letteratura diventa una possibilità di conoscenza della realtà pari se non maggiore rispetto a quella offerta dalle altre scienze. L’autore deve osservare e avvolgere con lo sguardo tutte le cose per poterle interpretare e mettere in relazione affinché la letteratura possa, poi, dargli voce. I principi complementari che segue Carlo Emilio Gadda sono SINGULA ENUMERARE ovvero elencare i singoli oggetti e OMNIA CIRCUMPSPICERE ovvero avviluppare con lo sguardo tutte le cose. La scrittura, in seguito, ne rivelerà la molteplicità, la varietà di elementi.

LA LINGUA “PASTICHE”

Carlo Emilio Gadda adopera nei suoi testi vari registri: comico, grottesco, umoristico e colto. Questa tecnica letteraria (dal francese pastiche “pasticcio”) di cui si serve deliberatamente mescola, pasticcia appunto, lingue e stili differenti che riflettono, probabilmente, il suo io, tanto disordinato quanto insito di traumi infantili, colpe e numerose sofferenze.

 

Fonte dell’immagine in evidenza: Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

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