Chi è il tanuki: tra mitologia e folklore

Chi è il tanuki: tra mitologia e folklore

Chi è il tanuki: tra mitologia e folklore

Quando si tratta di Giappone e del suo ricco substrato culturale, alla mente si richiamano simboli del Sol Levante divenuti rilevanti anche oltre i propri confini. Mitologia, opere letterarie, anime e manga, così come le tradizioni più note. La natura folkloristica giapponese è tra gli aspetti più ricercati e studiati, oggetto di interesse per chiunque si avvicini a sue leggende e miti. Se citassimo il termine youkai, introdurremmo qualcosa di molto familiare quanto affascinante. Kitsune, oni, noppera-bou, kappa, tengu e molti altri. Come si evince dal titolo, in questo articolo approfondiremo insieme circa una delle figure più peculiari del folklore giapponese: il tanuki.

Quella del tanuki è una specie fortemente caratteristica dell’Asia Orientale e a rischio minimo visto il suo alto tasso di presenza ad Est e discreto in Europa con interventi di tipo artificiale. Erroneamente associato al classico procione, il nittereute, o cane procione, o tanuki, vanta di un’eredità genetica che si riconduce alle volpi primitive e ai canidi. Animale prettamente notturno e con un ruolo nell’ecosistema simile a quello del tasso e della volpe rossa.

Assunto ciò, inizia adesso un iter che ci aiuterà a comprendere chi è il tanuki in chiave mitologica, in relazione alla terra nipponica.

Il tanuki nel folklore giapponese

Il tanuki 狸 (in katakana タヌキ), è parte della sopracitata classe degli youkai, entità soprannaturali di nature assai diversificate fra loro: ci sono entità malvagie ed entità benevole, portatrici di fortuna.

Dobbiamo immaginare gli youkai come spiriti che convivono con gli umani, o meglio, sulla Terra con noi. Semplicemente sono schivi e non abitano zone in cui presiede l’uomo. Unica eccezione secondo la tradizione erano le kitsune 狐, volpi ingannatrici che assumevano le sembianze di donne incantevoli per sedurre gli uomini, portando con sé sventure. In realtà, svariati di questi entravano in contatto con la quotidianità dell’essere umano, acquisendo forme nuove per eludere eventuali sospetti e poter avvicinarsi ai loro obiettivi. Dire chi è il tanuki significa entrare nello specifico di una categoria di suddette entità denominata youkai animali.

Animali che si crede abbiano poteri magici, garantendo loro di poter mutare forma (henge 変化, “mutaforma”). Spesso assumono sembianze umane o di oggetti per giocare brutti scherzi agli uomini, ignari della loro reale identità. L’animale originale diventa youkai se rispettate condizioni speciali e abbandonano totalmente o parzialmente i loro tratti bestiali; o restano fedeli alla loro forma di partenza.

Bake-tanuki è uno dei modi con cui si fa riferimento al nostro cane procione in chiave mitologica, ed è traducibile letteralmente come “mostro-tanuki”. Altra opzione, più libera, è “tanuki imbroglione”. È quest’ultima la sfumatura che, in accordo con racconti fino ad oggi tramandati, incornicerebbe appropriatamente la natura di questo bizzarro pelosetto.

Racconti popolari

Nei secoli tantissime storie popolari son state recitate e raccolte, proponendo visioni contrastanti sulla natura del soggetto in questione.

A partire dal medioevo giapponese (comprendente gli shogunati di Kamakura e Muromachi), all’interno degli otogizoshi, si può leggere di un’interpretazione del tanuki più meschina e malvagia. Chi è il tanuki è quindi una domanda che negli anni ha ottenuto in risposta diversi punti di vista, anche controversi.

La narrazione va sotto il titolo di Kachi-Kachi Yama (“la Montagna che cigola”), dove kachi-kachi è un’onomatopea per indicare il suono di un cigolio.

Molto sinteticamente, la vicenda vede un tanuki intento a rubare dai campi di una famiglia di un vecchio contadino. Il padrone si accorgerà delle malefatte della bestiola e lo legherà con l’obiettivo di ucciderlo. Approfittando dell’allontanamento del contadino, il tanuki implorerà la moglie dell’uomo affinché lo liberi. La donna, lasciandosi abbindolare, farà riacquistare la libertà all’animale, a proprio discapito: il tanuki la ingannerà, per poi ucciderla, assumendo poi le sue sembianze per vendicarsi contro colui che lo aveva legato. Servirà a quest’ultimo una zuppa sospetta, realizzata con i resti della povera donna (da qui l’ironica “tanuki soup”). La verità verrà svelata dal terribile youkai, che fuggirà via lasciando l’uomo nella più completa disperazione.

Il vecchio contadino, con l’aiuto di un coniglio, prepara la sua vendetta.

In una scena il coniglio (finto amico del tanuki), tenta di appiccare il fuoco sulla legna che l’altro portava sulla schiena. Nel momento in cui il suono delle fiamme giunge al suo orecchio, chiede al coniglio cosa sia. Il coniglio risponde:  «è la Montagna che cigola» (da qui il nome dell’opera). Si susseguono ulteriori peripezie che porteranno alla morte finale del malfattore.

Vi sono anche piccole storie ove il tanuki si presenta come entità benevola e fonte di ricchezza per chi gli sta accanto. Un esempio è la vicenda del bollitore per il tè o teiera. In giapponese Bunbuku Chagama.

Un povero boscaiolo salvò un tanuki che per ripagarlo per la sua gentilezza si trasformò in una pregiata teiera da essere venduta.

Un monaco accettò lo scambio e portò la teiera con sé. In procinto di metterla sul fuoco per bollire l’acqua, lo youkai fuggì, tornando dal suo vecchio padrone, proponendogli di esibirsi insieme per poter racimolare enormi ricchezze.

Nell’arte

Attraverso la ricca eredità di tipo rappresentativo pervenutaci, si è potuto avere non solo un’idea migliore di chi è il tanuki, ma anche del simbolismo ad esso attribuitogli.

Il tanuki viene spesso associato a concetti come la buona fortuna e la ricchezza. Vien rappresentato molto umoristicamente con testicoli spropositati usati come tamburo che, diversamente da come ci si aspetterebbe, non alludono a fertilità o sessualità, ma ai primi due concetti poco fa anticipati. Camminando per il Giappone è consuetudine ritrovare statuine o souvenir del plurivalente youkai. In linea di massima questo simbolo folkloristico viene mostrato con un cappello, una bottiglia di sakè in una mano mentre nell’altra solitamente un borsello vuoto, con l’accompagnamento di genitali prominenti e una pancetta molto marcata.

Le statue tanuki sono state commercializzate come decorazione e portafortuna per portare prosperità. Il tanuki invita bevitori e commensali ad entrare in casa o nel negozio. Si pensa che i tanuki abbiano otto tratti speciali che portano fortuna. Questi sono:

  • Un cappello di bambù o di foglie che protegge dai problemi;
  • Grandi occhi per percepire l’ambiente e aiutare a prendere buone decisioni;
  • Una bottiglia di sakè che rappresenta la virtù;
  • Una grande coda che fornisce stabilità e forza fino al raggiungimento del successo;
  • Di nuovo, testicoli sovradimensionati che simboleggiano fortuna finanziaria:
  • Una cambiale che rappresenta la fiducia;
  • Una grande pancia che simboleggia l’audace risolutezza;
  • Un sorriso amichevole.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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