Omar Al-Mukhtar, noto universalmente come il leone del deserto, è un eroe nazionale e una delle figure più importanti della Libia e del mondo arabo. La sua fama è legata all’aver guidato per quasi vent’anni il movimento della resistenza libica contro l’occupazione italiana, iniziata nel 1911.
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Scheda biografica di Omar Al-Mukhtar
Evento chiave | Dettagli |
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Nascita | 20 agosto 1858, Cirenaica (Libia orientale) |
Ruolo principale | Leader della resistenza libica (1911-1931) |
Cattura | 11 settembre 1931, dopo uno scontro a fuoco |
Morte | 16 settembre 1931, esecuzione per impiccagione a Soluch |
Origini e formazione
Omar bin Mukhtar bin Omar Al-Manfi Al-Hilali, nacque il 20 agosto 1858 nella tribù Manfa Al-Hilali nel deserto della Cirenaica. Apparteneva alla famiglia Farhat e suo padre morì quando era giovane. Omar Al-Mukhtar imparò il Corano da bambino e si recò nell’oasi di Jaghbub, roccaforte dei Senussi, dove studiò giurisprudenza e lingua araba. La sua formazione lo portò a combattere contro le forze coloniali francesi in Sudan e Ciad e contro gli eserciti di occupazione britannici sul confine egiziano-libico prima dell’arrivo degli italiani.
La resistenza contro l’occupazione italiana
Nel 1911 l’Italia dichiarò guerra all’Impero Ottomano e le sue forze sbarcarono in Libia. L’anno successivo, Roma dichiarò la Libia una colonia. Fu allora che Omar Al-Mukhtar, già esperto di guerriglia, organizzò e guidò la resistenza. Seguì la tattica delle “battaglie nel deserto”, infliggendo per circa 20 anni pesanti perdite in attrezzature e vite umane agli italiani, diventando così il ricercato numero uno per le forze militari occupanti, come documentato anche da fonti storiche italiane come l’enciclopedia Treccani.
Cattura, processo ed esecuzione
La resistenza si concluse l’11 settembre 1931, quando Omar Al-Mukhtar fu ferito e catturato dai soldati italiani. Il 14 settembre, il comandante italiano Rodolfo Graziani annunciò l’inizio del processo per il giorno seguente. A suo carico si tenne un processo farsa, la cui sentenza era già decisa: la condanna a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il 16 settembre 1931 a Soluch, di fronte a una folla di civili libici deportati, nonostante fosse un uomo anziano e malato di 73 anni.
L’eredità del leone del deserto
Una delle sue frasi più famose, che pronunciò durante il processo, è «Non ci arrenderemo… Vinceremo o moriremo». Lo scopo dell’esecuzione pubblica di Omar Al-Mukhtar era quello di indebolire il morale della resistenza libica ed eliminare i movimenti contro l’occupazione italiana. Il risultato fu opposto: la sua morte lo trasformò in un martire, alimentando ulteriormente lo spirito della rivolta che, anni dopo, portò all’indipendenza del paese. La sua figura rimane un simbolo di lotta per la libertà in tutto il mondo arabo.
Fonte immagine dell’articolo Chi è Omar Al-Mukhtar: il leone del deserto: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 12/09/2025