L’arabo: alfabeto, lettura e scrittura

L arabo: alfabeto, lettura e scrittura

L’arabo è la lingua della millenaria civiltà arabo-islamica, appartenente alla famiglia delle lingue semitiche (il ramo delle lingue afro-asiatiche come l’ebraico, il palmireno, il mehri…) che conta circa duecento milioni di parlanti.

È importante chiarire subito dei concetti e delle differenze importanti: è arabofono chi ha come lingua materna l’arabo, invece è musulmano chi ha l’Islam come religione, infatti i musulmani non-arabi parlano lingue molto diverse dall’arabo. Considerare sinonimi arabo e musulmano è un errore di superficialità. L’altra differenza da ricordare riguarda l’aspetto geografico: il mondo arabo comprende tutti quei Paesi in cui si parla arabo, dall’Africa all’Asia; diversamente i Paesi arabi ufficiali sono quelli che appartengono politicamente alla Lega degli Stati arabi, di cui il requisito principale per aderirvi è avere la lingua araba come lingua ufficiale, che sia la prima oppure no.

L’alfabeto arabo

ا ‘alif, â

 ب bâ’

 ت tâ’

 ث ṯâ’– fricativa interdentale sorda, come “th” inglese

 ج ǧim

 ح ḥâ’ – aspirata con forte frizione della faringe, si dice anche “enfatica”

 خ ḫâ’ –  come la “kh” del tedesco

 د dâl

 ذ ḏâl – come la “th” inglese di that o la δ del 4 greco moderno; una fricativa interdentale sonora

 ر râ’

 ز zây – come la “s” sonora italiana di rosa

 س sîn – come la “s” italiana sorda

 ش šîn

 ص ṣâd – “s” enfatica

 ض ḍâd – “d” enfatica

 ط ṭâ’ – “t” enfatica

 ظ ẓâ’ – come “ḏ” enfatica, ma spesso come una “z” enfatica

 ع’ ayn – faringale

 غ ġayn – come la “r” francese

 ف fâ’

 ق qâf – occlusiva ovulare sorda, come una “k” articolata in gola

 ك kâf

 ل lâm

 م mîm

 ن nûn

  هhâ’ – leggera aspirazione

 و wâw

 ي yâ’

 ء  hamza – brusca interruzione di voce

Come leggere e scrivere in arabo

L’alfabeto arabo ha 28 lettere e la sua scrittura è sinistrorsa, quindi si scrive al contrario della scrittura latina, da destra verso sinistra, e ciò implica anche che i libri si aprono e leggono al contrario; inoltre, è solo corsiva, non esistono maiuscole o minuscole, per cui le lettere dell’alfabeto si scrivono diversamente a seconda della loro posizione iniziale, mediana o finale; ed è consonantica, nel senso che riporta soltanto le consonanti. Le vocali lunghe ī e ū corrispondono alle cosiddette ‘semiconsonanti’ ي e و (yâ’ e wâw) e la vocale lunga ā è rappresentata dalla ا (‘alif). Le vocali brevi (a,i,u) e le consonanti doppie sono scritte come ‘segni diacritici’, la cosiddetta vocalizzazione, che si trovano sopra o sotto la consonante: per esempio, س (s) può diventare سُ (su), سَ (sa), سِ (si) o solo سْ (s) col sukūn, mentre per indicare una doppia si usa la ‘shadda’, quindi سّ (ss). In realtà, l’arabo dei giornali, dei libri, delle lettere non è mai vocalizzato tant’è che gli arabofoni hanno problemi a leggere i testi vocalizzati, perché appaiono troppo “pieni”. Per questo si tratta di un alfabeto consonantico: le vocali brevi (e le doppie) non sono scritti. Naturalmente, questa caratteristica della scrittura è una grande difficoltà per un non arabofono: se ‘dito’ si scrive solo come ‘dt’, si potrebbe leggere in tanti modi, dato, dotto, detto…

La fonologia è una branca della linguistica che studia i foni (suoni) delle lingue. I foni, però, non vanno confusi con i grafemi ovvero le lettere dell’alfabeto, questo perché non sempre i due coincidono: in altre parole, in italiano ad esempio il grafema {c} può corrispondere sia al fono [k] (casa) che al fono [tʃ] (circo). I fonemi arabi sono difficili da riprodurre soprattutto per il luogo dell’articolazione, cioè il punto del condotto orale dove questi vengono prodotti. Infatti, l’arabo ha molti suoni ‘gutturali’, enfatici, articolati in punti molto bassi del condotto orale che per questo si definiscono faringali, uvulari e laringali e per lo stesso motivo l’arabo è noto come “lingua del ḍâd”. Comunque, bisogna specificare che l’arabo standard (fuṣḥā) di cui stiamo parlando è profondamente influenzato dai dialetti, lingue materne (o L1) dei parlanti. 

Sacralità e bellezza 

L’Islam è fondato sul libro sacro del Corano, di conseguenza la scrittura dell’arabo è considerata prestigiosa e se la lingua è sacra, lo è anche la sua scrittura. Quest’ultima propaga una certa forza occulta, per esempio il grafema della ‘alif, prima lettera dell’alfabeto, è ا, una linea che coincide con l’unicità e quindi può essere il simbolo di Dio (اَلله). Nel corso dei secoli la scrittura è diventata anche motivo di decorazione di monumenti, utensili, abiti; le lettere possono essere ‘deformate’ per estetica, allungate, accorciate o modificate geometricamente.

Immagine di copertina per l’articolo sull’arabo – fonte: Wikimedia Commons

A proposito di Rosa Annunziata

Vedi tutti gli articoli di Rosa Annunziata

Commenta