La politica del figlio unico: il controllo delle nascite in Cina

Politica del figlio unico

La politica del figlio unico si inserisce all’interno del riquadro delle politiche demografiche di controllo delle nascite, ed è probabilmente la più famosa della storia. È stata introdotta in Cina nel 1979 e ha imposto alle famiglie cinesi di avere un solo figlio, con sanzioni severe per chi violava la regola. La politica del figlio unico ha avuto un impatto significativo sulla società cinese. Fu istituita dal presidente Deng Xiaoping e il suo scopo era quello di contenere il numero delle nascite in una Cina con una crescita demografica troppo veloce, in cui era difficile mantenere a pari passo la crescita economica.

Se da un lato la politica del figlio unico è stata un successo nel suo obiettivo centrale di rallentare la crescita della popolazione cinese, dall’altro è stata anche oggetto di forti critiche per le sue violazioni dei diritti umani e per gli effetti negativi che ha avuto sulla società cinese.
È chiaro che una popolazione ridotta possa portare dei benefici ad uno stato, come la riduzione della povertà e una minore necessità di risorse naturali ed energetiche. Nonostante ciò, è impossibile non tenere in considerazione le conseguenze sociali che ne derivano e che, a distanza di 10 anni dalla sua abolizione, continuano a essere presenti nella Cina di oggi.

Quali sono gli effetti negativi della politica del figlio unico?

Uno degli effetti più evidente della politica del figlio unico è lo squilibrio nella distribuzione dei sessi. Infatti, oggi in Cina gli uomini sono molti più delle donne, e questo rende difficile trovare moglie in una società già di per sé competitiva e tradizionalista come quella cinese. La causa di questo squilibrio numerico si deve al fatto che, a partire dall’approvazione della legge, le famiglie preferivano avere un figlio maschio, che avrebbe potuto contribuire al lavoro, continuare il nome della famiglia, sostenere i genitori in età avanzata. Chiaramente, si tratta di un elemento con una profonda radice nella cultura cinese, indice della situazione femminile nella Cina più tradizionale. Questa preferenza ha portato a un aumento ai casi di aborto selettivo di femmine e all’abbandono di neonate femmine. Altre volte invece, soprattutto nei piccoli centri e villaggi periferici, i secondi figli venivano al mondo illegalmente, senza essere registrati all’anagrafe, nascosti e per questo senza diritti basilari, come quelli politici, alla salute o all’istruzione.

Inoltre, la politica del figlio unico ha portato all’invecchiamento progressivo della popolazione cinese, e le conseguenze di ciò si ripercuotono sulla società e sull’economia. Infatti, questo invecchiamento della popolazione sta mettendo a dura prova il sistema pensionistico cinese e sta portando a una carenza di lavoratori, distruggendo quei pochi vantaggi che la politica aveva inizialmente riscontrato in ambito economico. Nonostante l’eliminazione di questa politica, si prospetta che anche nei prossimi anni la popolazione cinese manterrà dei bassi livelli di crescita, il che alimenterà ancora il fenomeno dell’invecchiamento demografico.
La politica del figlio unico è stata abolita in Cina nel 2013, per poi essere sostituita nel 2016 da una legge che consente alle famiglie cinesi di avere due figli. La politica ha subito poi un ulteriore cambiamento nel 2021, quando il numero di figli concessi è salito a tre.

Fonte immagine: Pixabay

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