Le lingue germaniche appartengono alla grande famiglia linguistica delle lingue indoeuropee. Secondo la teoria indoeuropea, esse derivano dal protogermanico, una lingua non attestata ma ricostruita attraverso il metodo comparativo, analizzando le caratteristiche comuni a tutte le sue discendenti. Una delle innovazioni più importanti che distinguono il protogermanico dalle altre lingue indoeuropee è la legge di Grimm, una serie di mutazioni consonantiche sistematiche. In questo articolo vedremo la classificazione delle lingue germaniche moderne e antiche.
Indice dei contenuti
La classificazione geografica tradizionale
La classificazione più comune delle lingue germaniche si basa su un criterio geografico e le suddivide in tre gruppi principali:
- Lingue germaniche orientali: questo gruppo è oggi estinto. L’unica lingua di cui abbiamo testimonianze scritte significative è il gotico, conservato principalmente nella traduzione della Bibbia del vescovo Ulfila (IV secolo d.C.).
- Lingue germaniche settentrionali (o nordiche): da queste lingue discendono l’islandese, il faroese, il norvegese, lo svedese e il danese.
- Lingue germaniche occidentali: è il gruppo più numeroso e diversificato, che include l’inglese, il tedesco, il nederlandese (olandese e fiammingo) e il frisone (parlato in Frisia, una regione storica tra Paesi Bassi, Germania e Danimarca).
Questa suddivisione è supportata da diverse isoglosse, ovvero linee immaginarie che delimitano aree in cui si verificano fenomeni linguistici comuni. Per esempio, un’isoglossa importante unisce le lingue settentrionali e occidentali, escludendo il gotico: il fenomeno del rotacismo, per cui una /z/ protogermanica è diventata /r/. Esempio: inglese “more” e tedesco “mehr” (con /r/) contro il gotico “maiza” (con /z/).
| Gruppo germanico | Lingue principali (antiche e moderne) |
|---|---|
| Orientale (estinto) | Gotico, vandalico, burgundo |
| Settentrionale (nordico) | Antico nordico -> islandese, faroese, norvegese, svedese, danese |
| Occidentale | Antico inglese -> inglese; antico alto tedesco -> tedesco; antico sassone -> basso tedesco; antico olandese -> nederlandese; antico frisone -> frisone |
La classificazione di Tacito e le isoglosse
Un’altra classificazione geografica, più antica, ci viene dallo storico romano Tacito. Nella sua opera La Germania, egli suddivide le tribù germaniche, e di conseguenza le loro lingue, in tre gruppi basati sulla loro presunta discendenza mitologica:
- Ingevoni: i Germani che vivevano vicino alla costa del Mare del Nord (legati all’antico inglese e al frisone).
- Erminoni: quelli situati nelle regioni interne, lungo il fiume Elba (legati all’antico alto tedesco).
- Istevoni: quelli stanziati lungo il Reno (legati all’antico francone).
Questa classificazione è ancora oggi utile per i linguisti perché permette di identificare isoglosse specifiche. Un fenomeno tipico del gruppo ingevone, ad esempio, è la caduta della nasale davanti a una fricativa, con conseguente allungamento della vocale precedente. Esempio: inglese “five” e frisone “fiif” rispetto al tedesco “fünf”, dove la nasale /n/ si conserva.
La bipartizione etnografica
Un’ultima classificazione delle lingue germaniche si basa su una bipartizione di origine etnografica. Questa teoria contrappone un germanesimo occidentale (che include le lingue del gruppo occidentale) a un germanesimo orientale (che unirebbe il gotico e le lingue germaniche settentrionali). Questa suddivisione si fonda sull’ipotesi, sostenuta dallo storico Giordane, che i Goti fossero originari della Scandinavia, una teoria che, come documentato da fonti accademiche come la Encyclopædia Britannica, non è oggi universalmente accettata e manca di prove archeologiche definitive. Sebbene interessante, questa classificazione è considerata meno solida dal punto di vista linguistico rispetto a quella tripartita.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 19/09/2025

