Confucio: il padre del pensiero cinese

confucio

Confucio, padre del pensiero cinese, nacque nella cittadina di Qufu, nella penisola dello Shandong, nel 551 a.C. e morì nel 497 a.C.

Nel 1994 il suo cimitero nel bosco al nord della città, il suo tempio degli antenati e la casa dei suoi discendenti sono stati proclamati patrimonio dell’Unesco. Infatti, per i cinesi, essi rappresentano luoghi sacri della memoria; tant’è che anche alcuni imperatori vi si sono recati, per offrire a  Confucio dei sacrifici. Il tempio attuale è stato ricostruito nel 1499 a seguito di un incendio ed ogni anno, esattamente il 28 settembre – presunto giorno della sua nascita – viene celebrata una cerimonia in suo onore; che prevede sfilate con costumi storici, musiche antiche, propagazione di incenso etc.

L’appellativo “Confucio” conferitogli, altro non è che la latinizzazione che in seguito i gesuiti (missionari in Cina) diedero al nome ‘Kongfuzi’ ; che significa Maestro Kong (a quel tempo la desinenza –zi alla fine del nome indicava maestro appunto). Non ci sono fonti contemporanee della sua vita, in compenso abbiamo però una tradizione ricchissima. Le scarse notizie biografiche che possediamo in merito, ci sono state fornite da alcune successive sue opere.  Ed inoltre, in un piccolo libro intitolato ‘I DIALOGHI’, compilato sulla base degli appunti dei suoi discepoli e allievi, sono riferite, in maniera diretta, le parole del maestro. Alcuni studi sembrerebbero comunque negare completamente la sua esistenza.

Secondo alcuni storici Confucio altro non è che la mera personificazione di quegli aristocratici, aventi ruoli di consulenza; per cui Confucio non è stato visto essere – pertanto – una persona reale. Ad ogni modo, il saggio – durante la sua vita – non ebbe molto fortuna; o almeno fin quando la sua scuola – ovvero la SCUOLA DEI RU – venne definita la più adatta nel portare avanti i valori dell’Impero.

Secondo le date tradizionali, Confucio sarebbe vissuto fino all’età di 72 anni; per questa ragione viene sempre rappresentato con i tratti di un augusto vecchio colmo di saggezza. Una delle caratteristiche attribuite a Confucio sono la forma della sua testa particolare – totalmente sporgente al centro (che secondo alcuni è anche da dove deriva tal nome) – ed i suoi denti sporgenti.
Confucio era originario del principato di Lu e la sua nascita è avvolta nel mito: pare fosse stato concepito durante una mista al tempio sul monte Niqiu. Il suo nome e pensiero – al di fuori della Cina – sono stati largamente diffusi da Matteo Ricci.
Il primo nome di Confucio è QIU.

Nacque da una famiglia originaria di Song – pare che sua madre prima della nascita di Confucio pregasse una divinità montanara e che quindi fosse ancora sotto l’influenza della fede in divinità minori, delle quali invece Confucio non parlerà mai (non parlerà mai né di spiriti né di divinità). In definitiva, sembra che la sua genitrice non appartenesse ad una famiglia altolocata. Suo padre, invece, era originario Shang, dinastia che ormai era tramontata. Confucio quindi non avrebbe mai vissuto in situazioni economiche agiate. I due genitori avevano inoltre molti anni di differenza; e di fatti quando Confucio nacque, suo padre aveva 60 anni mentre sua madre era ancora giovanissima.

Si dice che dopo un periodo in cui Confucio ebbe un ufficio nella sua patria, Lu, vi avesse successivamente rinunciato; dal momento che gli fu abbastanza chiaro che tale ufficio implicasse rapporti con sovrani venuti meno al mandato celeste. Proseguì così la sua via e iniziò una peregrinazione che durò circa una dozzina di anni: viaggiò in vari principati ma senza però alcun successo.

Superati i settanta anni d’età, ritornò a Lu dove trascorse gli ultimi anni della sua vita ad insegnare ai discepoli (si dice abbia avuto circa 3000 discepoli) e molti di essi erano però appartenenti alla bassa nobiltà. In tale periodo, secondo la tradizione, avrebbe composto probabilmente i suoi scritti.

Si dice che Confucio non solo sia stato il primo maestro della Cina, ma che abbia tuttavia anche redatto libri, contenenti dottrine normative; ovvero, i cosiddetti Cinque Classici, che sono: il Classico dei Mutamenti, il Classico dei Documenti, il Classico delle Odi, Memorie sui Riti e gli Annali delle primavere e degli autunni.

Immagine: wikipedia 

A proposito di Marica Recci

Vedi tutti gli articoli di Marica Recci

Commenta