Corea e Giappone: la rivalità oltre i secoli della storia

Corea e Giappone: la rivalità oltre i secoli della storia

La Corea e il Giappone hanno da sempre condiviso un contesto storico basato su continui scontri secolari. I primi rapporti tra queste due nazioni avvennero all’incirca 2 millenni fa quando, nel periodo dei Tre Regni di Corea (in coreano 삼국시대), molti coreani iniziarono a spostarsi verso il sud, nella regione del Kyūshū.

La storia dell’estremo oriente: Corea e Giappone in contrasto

Il sapere dell’Asia continentale passò dalla Corea al Giappone, intento ad avere un contatto diretto con la Cina e ad utilizzare la Corea come trampolino di lancio. Intorno al periodo Kamakura, i rapporti erano limitati esclusivamente a scambi commerciali e da una forte presenza dell’attività pirata giapponese. Le cose cambiarono quando in Giappone scoppiò la guerra civile tra il XV e XVI secolo, che contraddistinse questo periodo come il periodo Sengoku (戦国時代, Sengoku jidai) in cui Toyotomi Hideyoshi fu a capo dell’invasione nipponica in Corea avvenuta tra il 1592 e il 1597. L’influenza giapponese avrebbe creato la perfetta occasione per raggiungere finalmente la Cina, ma la missione fallì insieme al crollo di Toyotomi stesso e la Corea si trovò nella piena desolazione. Da tale avvenimento i rapporti tra Corea e Giappone si inasprirono inevitabilmente.

L’epoca Meiji: l’inizio delle tensioni come conseguenza del nazionalismo nipponico

Il successore di Hideyoshi, ossia Tokugawa Yeyasu (fondatore dello shōgunato Tokugawa), riuscì a ripristinare tuttavia i rapporti diplomatici in maniera piuttosto diligente, in un periodo della storia in cui il Giappone si era isolato dal mondo. Ma la pace ebbe breve durata ed i problemi iniziarono a sorgere nel momento in cui il Giappone, nel 1868, vide il termine dello shōgunato con la conseguente rinascita della monarchia. L’aria che si respirava, in questo frangente, era contraddistinta dalla volontà di cercare e rafforzare la propria identità nazionale, modellare il nuovo stato nascente. Pertanto, il paese del Sol Levante iniziò ad essere lungimirante e ben presto si ricordò delle sue ambizioni: nel 1875, con il pretesto di controllare le coste coreane si sfociò in una vera e propria battaglia costiera. L’anno dopo l’accaduto, fu inviata una flotta di 6 navi per forzare il trattato dell’isola di Ganghwa (강화도 조약, Ganghwado Joyak), che consisteva nell’apertura di 3 porti coreani ai quali vennero dati i nominativi di 3 consolati giapponesi.

I poteri extraterritoriali che esercitarono presagirono l’inizio di tempi duri tra la Corea e il Giappone, nell’istante in cui ormai il paese nipponico aveva stipulato un trattato che permetteva di imporsi su un’altra potenza. A seguito della vittoria della prima guerra sino-giapponese e della guerra russo-giapponese, il Giappone riuscì ad arginare il potere della Cina e della Russia in Corea per poter finalmente centralizzare la propria forza militare. Le convenzioni coreano-giapponesi che avvennero nel 1905 e nel 1907 portarono il Giappone ad avere pieno controllo amministrativo degli affari esteri e degli affari interni della Corea. Il potere crescente dei giapponesi generò addirittura lo scioglimento dell’esercito coreano, il quale tentò di ribellarsi ma fu brutalmente soppresso.

La presa di controllo sulla Corea con la colonizzazione giapponese

La completa annessione della Corea al Giappone avvenne nel 1910, da questo momento si assiste ad un periodo coloniale durato per 35 anni. Il controllo del territorio era detenuto dalla polizia militare gestita dall’imperatore: essi non erano semplici componenti della polizia, ma applicavano regole, diritti penali e norme sanitarie.
Il giapponese divenne la lingua principalmente utilizzata nel sistema scolastico, i principi del culto dell’imperatore furono introdotti all’interno dei curriculum ed i nomi coreani furono sostituiti da quelli giapponesi. Insomma, si poteva considerare un’autentica missione totalitaria del nazionalismo giapponese, avente come fine il disintegrare la cultura coreana e mirare all’espansionismo. Si conta addirittura che, tra il 1939 e il 1945, 1,2 milioni di coreani furono deportati in Giappone per lavori forzati e che migliaia di donne furono costrette a diventare le cosiddette comfort women per le truppe giapponesi. La colonizzazione terminò soltanto dopo la fine della seconda guerra mondiale. Tuttavia, le conseguenze di quest’ultima furono, per molto tempo, ben evidenti. La resa del Giappone venne sostituita dalle forze sovietiche che presero il controllo del Nord, e l’America del Sud: tale suddivisione preannunciò l’inizio di un’ulteriore guerra, ovvero la Guerra di Corea.
La Corea, uscita sfinita dal dominio giapponese, interruppe ogni tipo di contatto per decine di anni, rifiutando qualsiasi tipo di rapporto diplomatico e commerciale. Il rapporto tra Corea e Giappone si normalizzò nel 1965 circa, anche se il passato non venne mai dimenticato dal popolo coreano. La Corea cercò giustizia e un risarcimento per i lavori forzati, ma soprattutto delle scuse pubbliche che purtroppo non sono mai arrivate, fino ad oggi, in quanto i politici giapponesi continuano a negare i crimini di guerra.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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