Dante e la lingua: perché è il padre dell’italiano
Oggi parleremo di un argomento molto interessante riguardo Dante e la lingua italiana, ricca di storia e bellezza, che deve gran parte del suo prestigio alla sua opera letteraria: La Divina Commedia.
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265, ad oggi è universalmente riconosciuto come il “padre dell’italiano”. Il suo capolavoro de La Divina Commedia viene considerato un importante punto di riferimento nella letteratura mondiale. In questo articolo, esploreremo perché c’è una correlazione così forte tra Dante e la lingua italiana, e come la sua opera l’abbia plasmata nel corso dei secoli.
Dante e la lingua italiana: la sua nascita
All’epoca di Dante, l’Italia era divisa in numerosi stati e regioni indipendenti, ognuna con il proprio dialetto. Non esisteva una lingua ufficiale comune parlata e scritta in tutto il Paese. Tuttavia, Dante aveva una visione diversa e credeva fermamente che l’Italia dovesse avere una lingua nazionale, che potesse unificare la nazione e rappresentarla culturalmente, inoltre comprensibile a tutti senza distinzioni sociali e culturali.
Per realizzare questo ambizioso obiettivo, Dante decise di scrivere tra il 1304 e il 1305 il De vulgari eloquentia, un trattato scritto interamente in latino, che in quel periodo era la lingua dei doctores illustres. Egli riteneva che il latino fosse una lingua codificata secondo precise regole, a differenza del volgare che era invece considerata la lingua naturale e materna, che i bambini imparavano spontaneamente e non studiandola.
La questione riguardo Dante e la lingua era quella di trasmettere una lingua ufficiale per tutta l’Italia e non per un singolo regno o un Comune. Egli capirà prima degli altri che la lingua era uno strumento fondamentale per l’unificazione di uno Stato e, soprattutto, di un popolo.
L’influenza de La Divina Commedia sulla lingua italiana
La Divina Commedia è una delle opere letterarie più importanti di tutti i tempi, e il suo impatto sulla lingua italiana è incommensurabile. Dante ha creato un capolavoro che non solo ha contribuito a stabilire la lingua italiana, ma ha anche fissato molte regole grammaticali e sintattiche che sono in vigore ancora oggi.
Uno degli aspetti più notevoli riguardo Dante e la lingua è stato la scelta di utilizzare il dialetto toscano, come base per la lingua italiana standard. Il toscano, grazie alla sua chiarezza e melodicità, è diventato il fondamento della lingua italiana moderna. Questa decisione ha influito enormemente sulla formazione dell’italiano, poiché ha fornito una base stabile su cui costruire la lingua.
Inoltre, Dante ha introdotto nuovi vocaboli e ha arricchito il lessico italiano. Ha creato parole per concetti complessi o astratti che non avevano precedenti nella lingua, dimostrando la versatilità e la capacità espressiva dell’italiano. Ad esempio il termine “molesto” è presente sia in canti dell’Inferno che del Paradiso, quando l’antenato di Dante annuncia il suo futuro. Oppure l’aggettivo “fertile”, dal verbo latino ferre cioè “portare, produrre”. Per questo motivo, il legame tra Dante e la lingua italiana è innegabile e ha lasciato un segno indelebile nella storia.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay