Dipinti di Tiziano Vecellio: i 5 più significativi

Dipinti di Tiziano Vecellio: i 5 più significativi

Attivo a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, i dipinti di Tiziano Vecellio rappresentano alcuni tra i più raffinati esempi della Scuola pittorica veneziana.

Nato a Pieve di Cadore, probabilmente nel 1488 o nel 1490, Tiziano Vecellio cresce in una famiglia benestante. Intorno alla fine del Quattrocento, a dieci anni, si trasferisce a Venezia ospite da uno zio: è proprio nella Serenissima dove il grande pittore diventerà allievo di importanti artisti del calibro di Gentile Bellini prima e di Giovanni Bellini poi. Successivamente, instaurerà un significativo sodalizio con Giorgione: lavorerà insieme a lui nella realizzazione degli affreschi nel Fondaco dei Tedeschi.
Quando nel 1510 scoppierà l’epidemia di peste a Venezia, Tiziano si rifugia a Padova dove realizzerà tre importanti affreschi nella Scuola del Santo, la sua prima opera autonoma importante che gli permetterà di ottenere grande prestigio fino a diventare, nel 1416, pittore ufficiale della Repubblica di Venezia.
L’elemento caratteristico della poetica di Tiziano è il cromatismo, insieme alla cura dei dettagli molto vicina agli elementi della pittura fiamminga.

Scopriamo insieme i 6 dipinti di Tiziano Vecellio più significativi

1. Baccanale degli Andrii (1523-1526)

Il Baccanale degli Andrii, conservato nel Museo del Prado di Madrid, è uno tra i dipinti di Tiziano Vecellio più importanti. Questa era una delle tre opere a sfondo mitologico che gli furono commissionate da Alfonso d’Este, duca di Ferrara, per la decorazione della Sala dei Baccanali e dei Camerini d’alabastro, insieme alla Festa degli amorini e il Bacco e Arianna.
Il soggetto rappresenta un evento mitologico che Tiziano trasse dalle Immagini di Filostrato: si descrive l’arrivo del dio Dioniso sull’isola di Andros, celebrato ogni anno dagli abitanti con importanti banchetti in cui l’acqua del torrente si trasforma in vino e tutti i partecipanti si godono tutti i piaceri del cibo, della musica e della danza.
All’interno del quadro, l’attenzione viene catturata dal corpo morbido e sensuale della ninfa dormiente in primo piano. Il folto gruppo di personaggi coinvolge fortemente lo spettatore all’interno della festa, come a sinistra un fanciullo nudo che versa il vino su un piattino, oppure l’uomo che, avidamente, beve dalla brocca, così come le gioiose danze dei personaggi sulla destra. Un capolavoro che rispondeva perfettamente ai canoni culturali umanistici veneziani del Cinquecento, fortemente influenzati dall’antico.

Dipinti di Tiziano Vecellio: i 5 più significativi
Fonte immagine: Wikipedia

2. Amor sacro e Amor profano (1515)

Conservata nella Galleria Borghese di Roma, Amor sacro e Amor profano è uno dei più bei dipinti di Tiziano Vecellio. Grazie agli stemmi presenti sul sarcofago e nel bacile argentato, è possibile capire che l’opera fu commissionata a Tiziano per onorare il matrimonio tra Niccolò Aurelio, segretario del Consiglio dei Dieci di Venezia, e Laura Bagarotto, gentildonna proveniente da Padova, che si sposarono nel 1514 a Venezia.
All’interno di un paesaggio bucolico, l’opera ci mostra due donne dalla stessa fisionomia, una vestita e un’altra seminuda. La prima non è altro che Amor profano oppure Venere Terrena mentre la seconda, chiaramente, rappresenta Amor Sacro o Venere Celeste. Le due donne sono gemelle in volto e questo, nel linguaggio di Tiziano, voleva significare che ciascuno sulla Terra possedesse entrambe le caratteristiche, una sorta di doppia natura: l’amore sacro contro l’amore profano. Tra le due figure, Cupido mescola l’acqua con una mano all’interno del sarcofago. Questo simbolo di morte all’interno del dipinto allude, sicuramente, al defunto padre di Laura Bagarotto, condannato a morte dallo stesso Consiglio dei Dieci di cui faceva parte il marito Niccolò.

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3. Venere di Urbino (1538)

La Venere di Urbino, conservata presso gli Uffizi di Firenze, è considerata uno dei dipinti più importanti di Tiziano Vecellio, nonché uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte. Per la sua realizzazione, Tiziano si ispirò alla Venere di Dresda realizzata da Giorgione tra il 1507 e il 1510. Tra queste due opere esiste una differenza molto importante: mentre nella Venere di Giorgione, la fanciulla è dormiente ed è ammirata di nascosto dallo spettatore, la Venere di Urbino è sensuale, perfettamente consapevole dello spettatore che la sta guardando. Tiziano dipinge la sua Venere distesa, nuda, in compagnia di un cagnolino su un letto disfatto con lenzuola bianche e in una stanza decorata secondo i dettami della moda cinquecentesca. È poggiata con il busto e un braccio su due cuscini, con una mano tiene delle rose (il fiore sacro alla dea Venere), mentre con l’altra mano copre il proprio pube. La giovane, resa con un estremo realismo, è separata dal resto dell’ambiente da un tendone; alle sue spalle è possibile vedere due ancelle intente a cercare dei vestiti da un baule.

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4. Assunta (1516-1518)

Questa immensa opera, uno dei più incredibili dipinti di Tiziano Vecellio, è conservata nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia e fu commissionata all’artista dai francescani come pala d’altare. La scena dell’Assunta si sviluppa in un pannello verticale alto quasi 7 metri e rappresenta l’assunzione in cielo della Madonna. L’opera si divide in due sezioni, nella parte inferiore è visibile un folto gruppo di apostoli, stupiti per l’evento che si stava svolgendo davanti ai propri occhi. Nella parte superiore, invece, la figura centrale è la Vergine vestita con un abito rosso, simboleggiante la Passione di Cristo, e con una mantella blu, che stava ad indicare l’umanità della Madre di Gesù. La spazialità del dipinto è realizzata mediante un sapiente gioco di luce realizzato da Tiziano.
Con quest’opera, l’artista si propose di rinnovare il modo di concepite i dipinti destinati agli altari a tal punto che, i committenti, rimasero sconcertati dal risultato finale.

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5. Danae (1545)

Un altro, tra i dipinti di Tiziano Vecellio maggiormente conosciuti, è certamente la Danae. La versione napoletana è conservata presso il Museo di Capodimonte a Napoli ed ha come soggetto, un importante personaggio della mitologia greca. Danae, figlia di Acrisio ed Euridice e principessa di Argo, fu imprigionata in una torre dal suo stesso padre terrorizzato dalla predizione dell’Oracolo di Delfi, secondo cui suo nipote lo avrebbe ucciso. Isolandola su una torre, certamente Danae non avrebbe dato alla luce dei figli, eppure Zeus, sottoforma di pioggia dorata la rese madre di Perseo.
È proprio questa vicenda ad essere rappresentata nella Danae di Tiziano, avvolta nella penombra, con lo sguardo rivolto verso l’alto. La giovane formosa è distesa, il suo corpo è rilassato ma predisposto a ricevere la pioggia dorata fecondante. La presenza di Cupido nel dipinto rappresenta il reale sentimento d’amore ed erotismo che avvolge Danae.

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A proposito di Ottavia Piccolo

Sono una studentessa dell'Università L'Orientale di Napoli. Appassionata di lingue straniere, amo soprattutto conoscere nuove culture, osservare e... scrivere! Fondo la mia vita sull'arte: la musica e la fotografia in cima alla lista!

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