Animal farm: la satira politica di George Orwell

Animal farm: la satira politica di George Orwell

Animal farm è un romanzo allegorico pubblicato da George Orwell nel 1945. L’opera esamina i regimi totalitari, in particolare il governo stalinista dell’Unione Sovietica, attraverso una potente satira politica. Il romanzo è ambientato in una fattoria gestita da animali, ognuno dei quali rappresenta un protagonista del regime totalitario sovietico. Orwell, attraverso questo stratagemma, riesce a criticare e a esporre la propria opinione sull’abuso di potere, la propaganda politica e la corruzione senza correre il rischio di essere censurato.

Contesto storico

Animal farm viene scritto da George Orwell in un periodo storico di forti cambiamenti. La seconda guerra mondiale aveva sconvolto gli equilibri internazionali e lo scrittore britannico si ritrovò improvvisamente a sperimentare un forte senso di ostilità nei confronti della propria nazione. Infatti, l’Inghilterra appoggiava apertamente l’Unione Sovietica mentre Orwell non ne condivideva né l’ideologia comunista né il totalitarismo. Ciò portò lo scrittore britannico a cercare di trovare un modo per esporre il suo dissenso nei confronti dello Stalinismo che, a suo avviso, aveva corrotto gli ideali originari del socialismo. 

Animal farm: la trama

Animal farm è ambientato in una fattoria nei pressi di Willingdon, in Inghilterra. Gli animali, stanchi di essere sfruttati dal loro padrone Mr. Jones, decidono di ideare un piano per ribellarsi. A capo dell’organizzazione viene posto un gruppo di maiali: il Vecchio Maggiore, il più anziano e saggio, seguito e aiutato da Napoleone e Palla di Neve. La ribellione ha successo, Mr. James viene cacciato e ben presto le leggi della fattoria rovesciate: i maiali si ergono a guida degli altri animali, Palla di Neve insegna a tutti leggere e a scrivere, mentre Napoleone istruisce i cani ai principi dell’animalismo. Insieme elaborano sette comandamenti, di cui il più importante è “gli animali sono tutti uguali“. Ben presto però gli equilibri iniziano a sfaldarsi: Napoleone, dopo un litigio con Palla di Neve, lo fa assalire dai cani e si autodichiara comandante supremo della fattoria, ponendo un comitato di maiali a capo di tutto. Inizia a promettere una vita più agiata solo a coloro che lavoreranno duro, obbligandoli a costruire un grande mulino. Napoleone si trasforma in una figura altamente corrotta: inizia a collaborare con gli uomini, vendendo i suoi amici animali in cambio di denaro e whisky. Alla fine della vicenda, gli ideali rivoluzionari sono stati totalmente cancellati, e la fattoria torna ad essere quella dell’inizio. Gli animali, un tempo amici e collaboratori di Napoleone, non sono più in grado di distinguere il maiale dall’uomo.

Animal farm: chi rappresentano i maiali?

Ogni animale della vicenda raccontata da Orwell rappresenta una figura importante della storia dell’Unione Sovietica.

  • Vecchio Maggiore: è il maiale più rispettato all’interno della fattoria. È il più anziano e  per questo viene considerato un animale molto saggio. Esso nella vicenda rappresenta la figura di Lenin. Infatti, proprio come quest’ultimo, il Vecchio Maggiore muore pochi giorni dopo il suo discorso, non potendo assistere al progresso della rivoluzione.
  • Napoleone: rappresenta Stalin. Orwell riteneva che Stalin avesse corrotto gli ideali iniziali del socialismo di Lenin. Napoleone viene, infatti, rappresentato come un capo dispotico e senza scrupoli morali, proprio come il dittatore dell’Unione Sovietica. 
  • Palla di neve: la sua voglia di rivoluzione è sincera e non intende trarne vantaggio personale. Proprio per questo viene fatto fuori da Napoleone, il quale si impossessa delle sue idee, compresa quella di ammodernare la fattoria. Palla di neve rappresenta Trockij

Animal farm: messaggio finale di George Orwell

È evidente all’interno del romanzo il riferimento e la critica al socialismo di Stalin. La figura del Vecchio Maggiore, il quale insegna agli altri animali la dottrina dell’animalismo, rappresenta Lenin. Infatti, secondo Orwell, la base su cui si poggia il “vero” comunismo sono gli insegnamenti di Karl Marx e Vladimir Lenin. Nonostante Animal Farm posso sembrare una critica solo ed esclusivamente nei confronti del comunismo sovietico, non è proprio così. Il romanzo dello scrittore inglese può essere letto come una satira nei confronti della corruzione politica. I detentori di potere, infatti, (nel caso del romanzo di Orwell, Napoleone) vanno contro gli interessi di intere collettività di individui pur di raggiungere i propri obiettivi, utilizzando anche mezzi eticamente scorretti. Secondo la visione di Orwell, la sete di potere rischia di rovesciare e annichilire gli ideali iniziali di rivoluzione. Questo, infatti, è proprio quello che succede all’interno del romanzo: Napoleone, che inizialmente condivideva e appoggiava le ideologie del Vecchio Maggiore, finisce per tradire la sua memoria, puntando al potere piuttosto che alla rivoluzione. È nel finale che arriva, però, il messaggio più importante: il maiale non è più distinguibile dall’uomo così come il comunismo ideale non è più discernibile da quello staliniano

Fonte immagine: Pixabay

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