Capitello dorico, ionico e corinzio: storia e spiegazione degli ordini architettonici

Capitello ed ordine architettonico: dorico, ionico e corinzio

Ordine dorico, ordine ionico e ordine corinzio: queste voci sono emerse a più riprese durante il nostro percorso scolastico, talvolta nominate senza realmente capire bene cosa indicassero e quali fossero le loro differenze.

Ma chi inventò il capitello? Perché furono inventati tali elementi architettonici?

Tutto nasce dalla colonna, grosso fusto di legno issato dall’uomo per sostenere una trave. Semplice! Ma l’occhio umano, soddisfatta la necessità di creare un sistema di costruzione basico, volle di più e creò il capitello, trait-d’union tra la colonna e la trave, che obbediva ad istanze estetiche che appagavano l’occhio.

Nacquero, così, gli ordini architettonici, da cui partire per distinguere i vari tipi di capitello realizzati nella storia. Gli ordini, la più grande novità introdotta dai Greci nella tecnica di costruzione, rappresentano vere e proprie risposte all’esigenza concettuale di eliminare qualsiasi forma di casualità nella realizzazione di un edificio e consistono nel complesso di norme geometriche e matematiche che regolano le proporzioni tra le parti di un edificio. Con questo fine, gli architetti greci ricorsero al modulo, un’unità di misura (il raggio di base della colonna), con cui regolare le proporzioni dell’edificio, utilizzando multipli e sottomultipli della stessa.

Il primo ad introdurre il concetto di “ordine architettonico” fu Vitruvio Pollione, architetto romano vissuto nel I secolo a. C., autore del trattato De Architectura, un testo suddiviso in 10 libri, dove sono illustrate le principali tecniche costruttive dell’antichità.

Gli ordini architettonici, in ambito greco, si uniformano a tre grandi stili: dorico, ionico e corinzio ed hanno nomi greci perché compaiono per la prima volta in regioni specifiche: l’ordine dorico nel Peloponneso, Magna Grecia e Sicilia, quello Ionico in Asia minore ed a Samo, quello corinzio invece potrebbe esser stato suggerito all’architetto greco Kallimakos da un cesto di acanto posto sulla tomba di un giovane uomo.

Quando si parla di ordini architettonici, nonostante essi si differenzino per un gran numero di elementi che concorrono a dare alle colonne e agli edifici un aspetto molto diverso, si è solitamente portati a concentrarsi sulle forme assunte dal capitello, che ne è l’espressione più visibile e maggiormente discriminante perché è la prima cosa che cattura l’occhio.

Tabella di confronto: Dorico, Ionico e Corinzio

Caratteristica Ordine Dorico Ordine Ionico Ordine Corinzio
Stile Massiccio, austero, semplice. Slanciato, elegante. Sfarzoso, molto decorato.
Base Colonna Assente (poggia sullo stilobate). Presente, con toro e scozia. Presente, simile alla ionica.
Capitello Semplice, con echìno e àbaco. Caratterizzato da due volute. Decorato con foglie d’acanto.
Fregio Alternanza di metope e triglifi. Continuo, con bassorilievi. Continuo, con bassorilievi.

Ordine dorico e capitello dorico

Caratterizzato da proporzioni massicce e da una rigorosa semplicità di forme, è il più antico e maestoso dei tre, le cui prime testimonianze documentate risalgono agli inizi dell’epoca arcaica, impiegato principalmente per la costruzione di templi. Il tempio dorico poggia solitamente su robuste fondamenta in pietra locale (euthynteria), che svolgono la funzione di sopraelevare l’edificio, separando simbolicamente l’Olimpo degli dèi dal mondo terreno.

Su di esse poggiano i gradini di accesso al tempio (krepidòma), inizialmente tre, che aumenteranno, poi, in base al tipo di tempio. L’ultimo gradino è detto stilòbate e costituisce il piano orizzontale sul quale poggiano tutte le colonne del tempio, prive di base. La colonna può avere un’altezza da 4,5 a 6 volte il diametro della sua base ed è composta da due elementi distinti: il fusto, costituito da rocchi fissati con un perno centrale di bronzo, e il capitello, uniti tra loro mediante un elemento anulare di raccordo chiamato collarino. Il fusto è rastremato verso l’alto. A circa un terzo della sua altezza, presenta un leggero rigonfiamento (èntasi), che serve, innanzitutto, a correggere la percezione ottica del restringimento della colonna, generata da una fila di colonne perfettamente tronco-coniche che viste da lontano parrebbero innaturalmente sottili, e, in secondo luogo, a sopportare il peso delle strutture superiori.

Tutta la superficie del fusto è percorsa verticalmente da scanalature realizzate scolpendo dei rocchi dopo averli sagomati e sovrapposti. Queste scanalature, venti per l’esattezza, uguali e semicilindriche, sono accostate in modo da formare spigoli vivi. Tale espediente comporta un netto chiaroscuro, che conferisce al pilastro un ulteriore senso di compattezza e di solidità. Il capitello dorico rappresenta il coronamento della colonna. È costituito da due elementi sovrapposti: l’echìno, che ha la forma di un catino circolare dal profilo convesso, una sorta di tronco di cono, e l’àbaco, che poggia sull’echino, dalla forma di un parallelepipedo molto basso, a base quadrata.

Schema dell'ordine architettonico dorico

Sopra il capitello dorico si trova la trabeazione, un insieme di elementi strutturali e decorativi, formata a sua volta da architrave, fregio e cornice. L’architrave (epistilio), tradizionalmente a superficie liscia, collega orizzontalmente fra loro le varie colonne del tempio. Nell’ordine dorico l’architrave è sormontato per tutta la sua lunghezza da un fregio che si sviluppa lungo l’intero perimetro del tempio con un ordinato e ritmico alternarsi di metope e triglifi. Le métope sono delle lastre rettangolari, decorate a bassorilievo con scene tratte dalla mitologia. I trìglifi sono rettangoli solcati da scanalature verticali. Tra l’architrave e il fregio vi è una sorta di nastro (tenia), sul quale sono applicati elementi rettangolari (regulae), decorati a gocce (guttae). Al di sopra della trabeazione è presente la cornice, che copre il fregio sottostante e racchiude il timpano, uno spazio triangolare che accoglie sculture mitologiche.

Come riconoscere un tempio dorico?

Un tempio dorico può essere riconosciuto da una serie di caratteristiche distintive.

  • Numero di colonne: i templi dorici hanno solitamente una facciata con sei colonne.
  • Proporzione: le colonne doriche hanno un alto rapporto tra altezza e diametro.
  • Base e capitello: la colonna è priva di base, mentre il capitello è semplice, composto da abaco ed echino.
  • Decorazione: la decorazione dei templi dorici è minimalista.
  • Frontone: il frontone dei templi dorici è triangolare.
  • Disposizione: i templi dorici sono caratterizzati da una disposizione regolare degli elementi architettonici.

Ordine ionico e capitello ionico

È il secondo dei tre ordini architettonici classici. Si sviluppa con un ritardo di pochi decenni rispetto al dorico, a partire dalle coste orientali dell’Asia e per questo assorbe e rielabora motivi orientali, attraverso cui una ricca decorazione orna la struttura architettonica senza appesantirla.

L’ordine ionico si individua soprattutto in base a tre elementi distintivi: la base della colonna, il fusto slanciato e l’assenza di èntasi. La colonna poggia su una base formata da due tori (elementi convessi) e una scotia (elemento concavo). Il fusto è meno rastremato di quello dorico, non ha èntasi, e presenta scanalature che non si succedono mediante spigoli vivi, ma sono smussate. Ciò contribuisce ad accentuare quel senso di grazia e di leggerezza. L’altezza della colonna può arrivare anche a 10 volte il diametro della base, mentre nell’ordine dorico il rapporto è di 1:6.

Schema dell'ordine architettonico ionico

Sulla colonna poggia il capitello ionico, decorato con una fascia di volute, ornate al centro con decorazioni ovoidali (ovoli), che sostengono il cosiddetto cuscino, il quale si raccorda all’abaco mediante il pulvino. Sopra il capitello ionico poggia l’architrave, formato da tre fasce, poi il fregio continuo, decorato a bassorilievo, e infine la cornice.

Ordine corinzio e capitello corinzio

L’ordine architettonico corinzio è il più recente, utilizzato per la prima volta alla fine del V secolo a.C. nel tempio di Apollo a Bassae. Sebbene di origine greca, raggiunge la sua massima diffusione in età ellenistica e sarà utilizzato molto dagli architetti romani.

È molto simile all’ordine ionico, di cui rappresenta uno sviluppo arricchito. La differenza più vistosa sta nella realizzazione del capitello corinzio, in cui l’elemento a tronco di cono (kalathos) è rivestito da due fasce di otto foglie di acanto, da cui fuoriescono volute. L’abaco presenta i lati concavi. Nella variante italica, diffusa in età repubblicana, il capitello corinzio è privo di caulicoli. A differenza del capitello dorico e ionico, quello corinzio non presenta un collarino, ma una modanatura circolare alla base. Il fusto della colonna corinzia è frequentemente più snello, con scanalature piatte. L’architrave è divisa in tre sezioni, il fregio è ornato con bassorilievi e la cornice è decorata con dentelli e modiglioni.

Esempio di capitello in stile corinzio

Qual è la differenza tra dorico, ionico e corinzio?

La differenza tra i tre ordini architettonici dorico, ionico e corinzio consiste principalmente nella loro ornamentazione e proporzioni.

Il dorico è caratterizzato da colonne con base e capitello semplici, con un alto rapporto tra altezza e diametro della colonna. Le decorazioni sono minimali.

L’ionico presenta colonne più slanciate rispetto al dorico, con una base e un capitello più elaborati a volute.

Il corinzio è caratterizzato da un capitello molto elaborato con foglie di acanto e colonne ancora più slanciate.

In generale, l’ordine dorico è considerato il più antico e semplice, mentre l’ionico e il corinzio sono considerati più elaborati e sofisticati.

Altri ordini: Tuscanico e Composito

Secondo Vitruvio, esiste anche un altro ordine, sebbene meno conosciuto: l’ordine tuscanico (variante italica di quello dorico). L’ordine composito (creato da una mescolanza di elementi corinzi e ionici), non è noto a Vitruvio.

Il primo, tuscanico o etrusco-italico, presenta un podio rialzato con un’unica scalinata frontale. Altra differenza è la presenza di tre celle interne. Il rapporto tra spazio interno e porticato risultava essere 1:1.

Il secondo, detto composito, è uno degli ordini architettonici dell’architettura romana, inventato dopo il 25 a.C. I primi resti di capitelli compositi si rilevano sull’Arco di Tito (80-90 d.C.). La colonna è slanciata e il capitello riprende le volute dell’ordine ionico e le foglie d’acanto dell’ordine corinzio.

Una curiosità? Nel suo trattato De Architectura Vitruvio ci lascia una peculiare testimonianza. Egli vede nell’ordine dorico le “proporzioni, solidità e bellezza del corpo maschile”, nello ionico la “snellezza femminile” e in quello corinzio “l’imitazione di un sottile corpo virgineo”. Dunque il dorico è maschio, lo ionico e il corinzio femmine.

Fonte immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_architettonico, Wikimedia Commons


Articolo aggiornato il: 25/08/2025

 

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