Dèi dell’Olimpo: i 5 figli maschi di Zeus

Dèi dell'Olimpo: i 5 figli maschi di Zeus

Gli dèi dell’Olimpo sono noti anche con il termine greco Dodekatheon (dal greco dodeka, dodici, e theon, dèi) per indicare le dodici divinità che abitano appunto l’Olimpo, ognuno con una propria caratteristica e una propria bellissima storia. Quello che è certo è che tutti sono degni di menzione e descrizione, ma in questa sede verranno affrontati solo alcuni: i cinque figli maschi di Zeus

Innanzitutto è doveroso citare brevemente il re di tutti gli dèi dell’Olimpo: Zeus (Giove nella mitologia romana), dio del cielo e del tuono, il suo simbolo principale è la folgore. È  il marito di sua sorella Era (Giunone nella mitologia romana), ma ha avuto nel corso degli anni diverse amanti, infatti sono proverbiali la gelosia e i tentativi di vendetta della moglie. Zeus è padre di diversi figli, legittimi e illegittimi.

I figli di Zeus tra gli dèi dell’Olimpo

Dionisio: dio del vino

Intorno alla nascita di Dionisio vertono molte versioni, ma quella più conosciuta e affascinante raffigura il dio come l’unico nato da una donna mortale: Semele, la bellissima figlia del re di Tebe. Era, adirata per il tradimento di Zeus, si presentò alla fanciulla sotto le false vesti di Beroe, nutrice di Semele, insinuando in lei il dubbio sull’autentico amore di Zeus, questo indusse Semele ad obbligare l’amante a mostrarsi con le sue sembianze reali. Inutili i tentativi di Zeus di persuaderla, quindi palesò il suo aspetto divino e inevitabilmente la colpì con i suoi fulmini, provocandone la morte, riuscendo a salvare il figlio in grembo cucendoselo nella sua coscia. Trascorsi i nove mesi Dionisio fu affidato ad Hermes, il quale lo condusse a Nisa, montagna sconosciuta dell’Asia Minore, dove le sette Iadi (probabilmente sorellastre delle Plèiadi) si occuparono di allevarlo. Durante l’infanzia e l’adolescenza, si occuparono della sua crescita la sorella di Semele, Ino, e il vecchio padre di Hermes, Sileno. Un giorno, durante una delle sue battute di caccia nei boschi, raccolse un chicco d’uva e lo premette, provocando la fuoriuscita del nettare, noto come vino. Da allora si susseguirono molte feste a basa di vino, allegria e baccano (da cui deriva l’altro nome con cui è conosciuto Dionisio, ripreso anche dai romani: Bacco) e due volte l’anno (in primavera e in autunno) si celebravano le Feste Dionisiache in suo onore.

Apollo: dio delle arti, della musica e della poesia

I Greci tramandano che Apollo (Febo secondo i Romani) nacque dall’unione tra Zeus e la figlia dei titani, Leto, la quale dovette subire la gelosia di Era che le ordinò di non partorire il nascituro in alcun luogo della terra. Proprio a quei tempi una nuova isola stava sorgendo dal mare: Delo, appena galleggiante sulle acque, non si era del tutto ancorata al suolo, fu così che Leto poté scampare all’ordine di Era e dare alla luce i due gemelli che portava in grembo: il dio Apollo e la dea Artemide (Diana nella mitologia romana). Apollo amava rifugiarsi sul Monte Parnaso, dove, circondato dalle Muse, allietava i dintorni con il dolce suono della sua cetra. Dio delle arti, della musica e della poesia (citato nei passi più belli della nostra letteratura italiana), è stato associato a diverse storie d’amore, due quelle memorabili: Daphne e Giacinto. Si narra che Cupido, stanco della presunzione di Apollo di essere il più bello, lo punì colpendolo con una freccia e facendolo innamorare della ninfa Daphne, punta a sua volta da una freccia di piombo che provocò l’effetto contrario; per sfuggire alle mire del dio, la ninfa chiese aiuto al padre che la trasformò in una pianta di lauro, da allora associata ad Apollo. L’amore tra Giacinto ed Apollo provocò la gelosia di Zefiro, il quale con un colpo di vento colpì la testa di Giacinto con il disco con cui i due amanti stavano giocando, provocandone la morte e la trasformazione, da parte di Apollo sofferente, nel fiore rosso che reca il suo nome. Tra gli dèi dell’Olimpo più interessanti,

Hermes: il dio messaggero  e dei sogni

Sul monte Cillene, in una grotta, nacque Hermes (Mercurio nella mitologia romana), figlio di Zeus e della più bella delle Pleiadi: Maia. Veloce e abile come il vento, diventò per volere di suo padre il messaggero di tutte le divinità (motivo per cui è spesso raffigurato con le ali ai piedi), a cui venivano affidate le mansioni più importanti. Tali compiti lo conducevano spesso in viaggio, per questo Hermes è considerato anche il protettore dei viaggiatori. Anche i sogni, considerati messaggi di Zeus, gli furono affidati: doveva chiudere gli occhi dei mortali sfiorandoli con una verga magica (ricevuta in dono da Apollo, in cambio della cetra). 

Dèi dell’Olimpo: Ares, dio della guerra

Ares era il figlio legittimo di Zeus, in quanto nato dall’unione con la moglie Era (Ovidio riferisce che sia stato concepito da Era toccando un fiore di loto). Non molto amato dai mortali e dagli stessi dèi dell’Olimpo, Ares (Marte per i Romani) rappresentava l’aspetto più crudele, violento e sanguinolento della guerra. Si narra che quando Cadmo ricevette dall‘oracolo di Delfi l’ordine di seguire una vacca e fondare la città di Tebe, l’animale giunse ai piedi di una fontana custodita da un drago, il quale fu ucciso da Cadmo che ne sparse i denti sul suolo, provocando la nascita dei guerrieri, gli Sparti, che lo aiutarono a fondare Tebe. Il drago ucciso era sacro ad Ares, per cui Cadmo dovette servire il dio per alcuni anni e sposare Armonia, nata dall’unione extraconiugale tra Ares e Afrodite

Dèi dell’Olimpo: Efesto, dio del fuoco

Efesto nacque da Zeus ed Era, ma sulla sua nascita esistono due storie: una versione narra che quando venne al mondo, era zoppo e così brutto che Era ne fu inorridita e lo gettò dalla cima dell’Olimpo, e fu allevato dalle ninfe Teti ed Eurinome; secondo un’altra versione nacque soltanto da Era, gelosa che Zeus avesse dato alla luce da solo Atena; il re degli dèi dell’Olimpo, per vendicarsi dello smacco subito, lanciò il figlio dal monte, rendendolo zoppo e facendolo precipitare sull’isola di Lemno, dove fu allevato da un nano che gli insegnò a lavorare i metalli con il fuoco del vulcano (da qui la trasposizione del nome Vulcano nella mitologia romana). Efesto, dopo nove anni, desiderò ritornare sull’Olimpo e donò alla madre un trono d’oro, ma quando ella si sedette fu avvolta da due braccia di ferro e fu incapace di muoversi. Efesto, su richiesta di Zeus, annullò il sortilegio e in cambio ritornò sull’Olimpo, chiese come sposa Afrodite e si dedicò alla costruzione di preziosi gioielli ed oggetti per gli dèi.

Questi sono solo alcuni degli dèi dell’Olimpo che riempiono le pagine di racconti e libri che rientrano in quell’affascinante universo quale è la mitologia greca, da sempre un mondo ultraterreno che seduce noi mortali. 

A proposito di Claudia Esposito

Per ora ho una laurea in Filologia Moderna, un inizio di precariato nell'insegnamento e tante passioni: la lettura, la scrittura, le serie tv americane, il fitness, il mare, i gatti.

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