Lady Jane Grey è stata la monarca con il regno più breve nella storia d’Inghilterra, durato soltanto nove giorni. La sua storia, però, è molto più articolata e tragica: quella di una giovane donna istruita e devota, trasformata in una pedina nelle spietate lotte di potere dell’era Tudor. La sua vicenda si colloca in un momento di profonda incertezza religiosa e politica per il regno.
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Chi era Lady Jane Grey? Una pedina nelle lotte di potere
Jane nacque nel 1537 da Henry Grey, III marchese di Dorset, e da Lady Frances Brandon. Sua nonna materna era Maria Tudor, la sorella minore di Enrico VIII, un dettaglio che conferiva a Jane una forte, sebbene remota, pretesa al trono inglese. Fin da giovane, ricevette un’educazione umanistica di altissimo livello. Per migliorare la sua posizione sociale, fu mandata a vivere nella casa di Sir Thomas Seymour, zio del re Edoardo VI, e di sua moglie, Catherine Parr, l’ultima consorte di Enrico VIII. La casa di Catherine era un centro della Riforma Protestante e del “New Learning”, dove Jane poté coltivare la sua fede e la sua intelligenza. Sotto questa influenza, Lady Jane Grey sbocciò in una giovane donna colta, intelligente e profondamente pia. Mentre Catherine ne curava l’educazione, l’ambizioso Thomas Seymour progettava di farla sposare con il giovane re Edoardo, vedendo in lei uno strumento per il proprio potere.
La crisi di successione: perché Edoardo VI scelse Jane?
La scelta cadde su Jane per una ragione principalmente religiosa e politica, orchestrata dal consigliere più potente del re, John Dudley, Duca di Northumberland. Nel 1553, il giovane re protestante Edoardo VI era gravemente malato e senza eredi. La linea di successione, stabilita dal padre Enrico VIII con il “Third Succession Act” del 1543, designava come sua erede la sorellastra Maria, una devota cattolica. L’ascesa di Maria avrebbe significato la fine della Riforma Protestante in Inghilterra, un’idea intollerabile per Edoardo e la sua corte. Spinto da Dudley, che poco prima aveva fatto sposare Jane con suo figlio, Guildford Dudley, il re redasse un documento chiamato “Devise for the Succession“. Questo atto, la cui legalità è ancora oggi dibattuta, alterava la volontà paterna ed escludeva le sorellastre Maria ed Elisabetta, designando come erede sua cugina, la protestante Lady Jane Grey.
I nove giorni di regno e la rapida caduta
Re Edoardo VI morì il 6 luglio 1553. Quattro giorni dopo, il 10 luglio, John Dudley proclamò Jane regina d’Inghilterra. I resoconti storici concordano sul fatto che Jane accolse la notizia con sgomento e disperazione, accettando la corona solo dopo enormi pressioni. La sua esitazione era tale che inizialmente si rifiutò persino di nominare re consorte suo marito Guildford. Sebbene il Consiglio Reale avesse appoggiato la sua ascesa, Jane non fu mai formalmente incoronata. La sua proclamazione incontrò l’immediata e feroce opposizione di Maria, che forte della legge di successione e del sostegno popolare, radunò un esercito nell’Anglia orientale per reclamare il suo diritto. Il piano di Dudley fallì miseramente: la sua impopolarità e la percezione pubblica che Jane fosse una sua marionetta fecero svanire ogni supporto. Il 19 luglio, soli nove giorni dopo la proclamazione, il Consiglio privato cambiò schieramento e proclamò Maria I regina.
L’arresto, la ribellione di Wyatt e l’esecuzione
Jane e suo marito Guildford furono arrestati e imprigionati nella Torre di Londra. A novembre 1553 furono processati e condannati a morte per alto tradimento, ma la regina Maria, riconoscendo che Jane fosse stata una vittima delle ambizioni altrui, sospese l’esecuzione. La sua intenzione era probabilmente quella di perdonarla una volta consolidato il suo potere. Tuttavia, il destino di Jane fu segnato da un evento successivo: la ribellione di Wyatt del gennaio 1554. Questa insurrezione protestante, guidata da Thomas Wyatt, mirava a deporre la cattolica Maria. Il padre di Jane, Henry Grey, si unì incautamente alla rivolta, rendendo sua figlia un simbolo troppo pericoloso per essere lasciato in vita. Per la regina, Jane rappresentava ormai una minaccia costante, un punto di riferimento per ogni cospiratore protestante. La decisione fu presa: il 12 febbraio 1554, Guildford Dudley fu decapitato in pubblico sulla Tower Hill. Poco dopo, la diciassettenne Lady Jane Grey fu giustiziata in forma privata all’interno della Torre di Londra. Le sue ultime parole, piene di fede e dignità, la consacrarono per secoli come una martire protestante.
I protagonisti della crisi di successione del 1553
La vicenda di Lady Jane Grey fu il risultato delle ambizioni e delle convinzioni di diverse figure chiave. La seguente tabella riassume i loro ruoli e obiettivi.
| Protagonista | Ruolo e obiettivo principale |
|---|---|
| Lady Jane Grey | Pronipote di Enrico VIII. Designata erede, fu una pedina riluttante il cui obiettivo era servire la sua fede e la volontà del re. |
| Edoardo VI | Re d’Inghilterra. Il suo obiettivo era garantire un successore protestante per preservare la Riforma Inglese. |
| Maria I Tudor | Sorellastra di Edoardo VI. Il suo obiettivo era reclamare il trono che le spettava per legge (Third Succession Act) e restaurare il Cattolicesimo. |
| John Dudley, Duca di Northumberland | Consigliere del re. Il suo obiettivo era mantenere il potere personale e politico installando sua nuora sul trono. |
La storia di Lady Jane Grey rimane una delle più commoventi della monarchia inglese, un tragico esempio di come la fede, il lignaggio e l’ambizione altrui possano determinare il destino di una persona. Sebbene durante il suo brevissimo regno non sia stata approvata alcuna legge, la sua vicenda segnò un momento di svolta, evidenziando le profonde divisioni religiose che avrebbero plasmato il futuro regno di sua cugina, Elisabetta I. Per approfondire l’iconografia e le vicende dei Tudor, una risorsa autorevole è la National Portrait Gallery di Londra.
Articolo aggiornato il: 03/10/2025

