Negli ultimi anni, soprattutto su TikTok, ha preso piede un fenomeno che divide e fa discutere: quello della «tradwife», abbreviazione di traditional wife. Si tratta di giovani donne, spesso sotto i trent’anni, che condividono video patinati in cui si mostrano mentre cucinano torte fatte in casa, stirano camicie, curano la casa e accudiscono marito e figli con dedizione quasi sacrale. Si definiscono casalinghe per scelta, custodi del focolare domestico e si fanno promotrici di uno stile di vita che richiama quello delle generazioni passate, quando essere moglie e madre a tempo pieno non era una scelta, ma spesso l’unico destino possibile. Le donne di allora, infatti, raramente avevano accesso all’istruzione, né tantomeno potevano costruirsi una carriera professionale. Il loro ruolo sociale era rigidamente definito: prendersi cura della casa, dei figli e del marito, spesso rinunciando a desideri, ambizioni personali e indipendenza economica.
Ma, quindi, quanto c’è di autentico nei video delle tradwives?
Dietro le quinte della vita tradwife
Nei loro contenuti social, le tradwives appaiono sempre impeccabili: trucco curato, abiti retrò, capelli perfettamente acconciati anche mentre lavano i piatti o infornano una torta. Le loro case sembrano uscite da una rivista d’arredamento e ogni dettaglio sembra messo lì per essere fotografato. È proprio tutta questa perfezione a mettere in discussione l’autenticità del messaggio e a farci chiedere se è davvero vita quotidiana o soltanto una messa in scena.
Infatti, dietro l’estetica curata dei loro video si nasconde una realtà ben più complessa. Molti dei contenuti condivisi sui social media sono altamente sceneggiati, con luci perfette, ambientazioni immacolate e montaggi accurati che trasmettono un’idea idealizzata e irrealistica della vita domestica. In molti casi, queste «mogli tradizionali» sono tutt’altro che ritirate dal mondo: sono content creator attive sui social, con brand personali ben costruiti. In altre parole, le tradwives monetizzano la loro immagine attraverso visualizzazioni, sponsorizzazioni e collaborazioni, trasformando la vita domestica in un vero e proprio business.
Quando la tradizione diventa spettacolo digitale

Il paradosso delle tradwives è evidente: mentre predicano un ritorno ai ruoli domestici tradizionali, sono a tutti gli effetti donne moderne che utilizzano strumenti digitali per guadagnare. Una contraddizione che solleva un messaggio ambiguo e che ci lascia molti interrogativi non solo sull’autenticità dei contenuti ma anche su quanto ci sia di davvero tradizionale in tutto ciò.
Perché, alla fine, quello che viene spacciato per «tradizionale» attraverso un video, è in realtà una versione ripulita e commercializzabile della vita domestica, svuotata delle sue fatiche e contraddizioni. Una narrazione che, diciamocela tutta, nulla ha a che vedere con la reale condizione delle donne delle generazioni passate, che non avevano scelta, né visibilità, né tantomeno un pubblico online a cui mostrarsi impeccabili. E così, dopo decenni di lotte per la parità del salario, delle condizioni di lavoro, delle opportunità di studio e di carriera, il fenomeno della tradwife torna ad esercitare un certo fascino, anche se, in fin dei conti, la realtà è ben diversa.
Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons
Autore immagine in evidenza: Wyeth, N. C. (Newell Convers)