Emetofobia: la fobia di vomitare

Emetofobia: la paura di vomitare

Emetofobia: la paura di vomitare

L’emetofobia è una fobia specifica che rientra nella categoria dei disturbi d’ansia. Si tratta di una paura intensa e persistente di vomitare, di vedere qualcun altro farlo o di trovarsi in situazioni in cui si potrebbe verificare il vomito. Questa paura è principalmente dovuta al timore di perdere il controllo del proprio corpo e dei propri conati. Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e l’ICD-10 (Classificazione Internazionale delle Malattie), l’emetofobia è classificata come una fobia specifica, caratterizzata da ansia e paura marcate, persistenti ed eccessive, provocate dalla presenza o dall’attesa di vomitare. L’età non è un fattore limitante per l’insorgenza dell’emetofobia, che può manifestarsi nell’infanzia, durante l’adolescenza e anche nell’età adulta.

Che cos’è l’emetofobia: definizione e cause

L’emetofobia è una fobia che può avere un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre, limitandone le attività quotidiane e le relazioni sociali. Le cause dell’emetofobia non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che possano essere legate a una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Tra questi, esperienze traumatiche legate al vomito, come aver vomitato in pubblico o aver assistito al vomito di qualcun altro in modo particolarmente impressionante. In molti casi, all’origine dell’emetofobia c’è un’esperienza traumatica legata al vomito, che può essere avvenuta in prima persona o aver coinvolto qualcun altro. Altre volte, la fobia può svilupparsi senza un evento scatenante apparente.

I sintomi dell’emetofobia nei bambini e negli adulti

I sintomi dell’emetofobia possono variare da persona a persona, ma generalmente includono ansia intensa, paura e comportamenti di evitamento. Questi sintomi possono manifestarsi in modo diverso nei bambini e negli adulti.

Emetofobia nei bambini: come si manifesta

Nei bambini, l’emetofobia può portare a un rifiuto di andare a scuola o di partecipare ad altre esperienze sociali, come feste di compleanno o attività sportive. Il bambino potrebbe avere paura di sentirsi male o di vedere qualcun altro stare male. Se non trattata, questa fobia può portare a un aumento dell’ansia e dell’angoscia, e può contribuire allo sviluppo di altri disturbi d’ansia durante l’adolescenza, un periodo di per sé delicato. In particolare, l’emetofobia può favorire la comparsa di ansia sociale, attacchi di panico (specialmente quando il soggetto teme di perdere il controllo) e disturbi alimentari, come l’anoressia. Il bambino potrebbe, infatti, iniziare a mangiare sempre meno per paura di vomitare.

Emetofobia negli adulti: i sintomi principali

Negli adulti, l’emetofobia si manifesta con una serie di sintomi che possono compromettere seriamente la qualità della vita. Tra questi:

Tendenza a evitare luoghi pubblici, attività sociali e viaggi, per paura di trovarsi in situazioni in cui si potrebbe verificare il vomito o in cui si potrebbe entrare in contatto con persone che stanno male.

Cercare di stare lontano da qualcosa di maleodorante e sporco, per ridurre il rischio di nausea e vomito.

Tendenza a mangiare poco, in modo lento, e solo a casa propria, per ridurre al minimo il rischio di sentirsi male.

Tendenza a lavare e controllare di continuo gli alimenti, per assicurarsi che siano perfettamente puliti e sicuri.

Evitare di mangiare alimenti diversi dal solito, per paura che possano causare nausea o vomito.

L’emetofobia può avere un impatto negativo sulle relazioni sociali e di coppia, e può diventare particolarmente angosciante durante la gravidanza, quando la nausea è un sintomo comune. Spesso, chi soffre di emetofobia sperimenta veri e propri attacchi di panico quando si trova in situazioni in cui è difficile allontanarsi dalle persone che gli sono vicine, come ad esempio sui mezzi pubblici o in luoghi affollati. Nella maggior parte dei casi, questi attacchi di panico non si concludono quasi mai con reali conati. Paradossalmente, chi soffre di emetofobia sviluppa spesso una sorta di resistenza psicologica al vomito, che impedisce di vomitare anche quando ce ne sarebbe la necessità fisiologica. In chi soffre di emetofobia si sviluppa spesso una resistenza a livello psicologico, che non permette all’emetofobico di vomitare, anche quando vi sarebbe la necessità.

Emetofobia e altri disturbi: ansia sociale e agorafobia

L’emetofobia può sembrare una fobia “semplice”, ma in realtà è un disturbo complesso, che può essere associato ad altre fobie e disturbi d’ansia. Spesso, chi soffre di emetofobia soffre anche di ansia sociale o di agorafobia.

Emetofobia e ansia sociale: due disturbi correlati

L’ansia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura di essere giudicati negativamente dagli altri. Chi soffre di emetofobia associata ad ansia sociale può temere di vomitare in pubblico perché teme il giudizio e l’umiliazione che ne deriverebbero. In questo caso, la persona potrebbe essere in grado di affrontare l’idea di sentirsi male in un luogo lontano da occhi indiscreti.

Emetofobia e agorafobia: differenze e connessioni

L’agorafobia, invece, è la paura di trovarsi in situazioni da cui sarebbe difficile allontanarsi o in cui sarebbe difficile ricevere aiuto in caso di necessità. Chi soffre di emetofobia e agorafobia tende a evitare luoghi affollati o situazioni in cui sarebbe difficile scappare o chiedere aiuto in caso di malessere, come i mezzi pubblici, i concerti o le file al supermercato. La differenza cruciale tra le due fobie è che le persone con emetofobia legata all’ansia sociale potrebbero essere capaci di affrontare l’idea di sentirsi male in un luogo lontano e appartato. Invece, chi soffre di agorafobia, nella stessa situazione, tenderebbe a provare angoscia a causa della difficoltà di chiedere aiuto o di scappare.

Come superare l’emetofobia: terapia cognitivo-comportamentale e farmaci

Un possibile approccio terapeutico per l’emetofobia è un percorso che include la terapia cognitivo-comportamentale (TCC). Grazie all’aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta esperto, si potranno indagare le cause che scatenano i sintomi, i trigger (fattori scatenanti) e verificare se vi sono delle esperienze traumatiche alla base della fobia. La TCC si concentra sull’identificazione e sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali che alimentano la fobia. Una tecnica spesso utilizzata è l’esposizione graduale, che consiste nell’esporre gradualmente il paziente agli stimoli temuti, in un ambiente controllato e sicuro, aiutandolo a gestire l’ansia e a sviluppare strategie di coping più efficaci. Anche la mindfulness può essere uno strumento utile per gestire le proprie emozioni. In alcuni casi, quando i sintomi sono particolarmente intensi e persistenti, lo psichiatra può consigliare, oltre alla psicoterapia, anche una terapia farmacologica, a base di farmaci ansiolitici o antidepressivi, per tenere sotto controllo i sintomi più invalidanti. La scelta del trattamento più adeguato deve essere sempre personalizzata e concordata con un professionista della salute mentale.

Fonte immagine: Pixabay

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