Enneade egizia: cos’è e cosa significa?

Enneade egizia: cos'è e cosa significa?

In questo articolo vi porteremo alla scoperta del significato e delle caratteristiche principali dell’Enneade egizia. Buona lettura!

Etimologia 

È denominato “Enneade” o “Grande Enneade” il gruppo delle principali nove divinità della mitologia e del pantheon egizio. Come è facilmente immaginabile, il termine è latino, ma esso a sua volta deriva dalla parola greca Enneás (Ἐννεάς), che significa “i nove”. La parola egizia originaria era Psḏt, che riporta la stessa traduzione, ma ad oggi la corretta pronuncia non è ancora conosciuta, a causa dell’assenza di vocali nella trascrizione dei geroglifici. Il numero nove non è casuale, ma il suo significato nascosto è identificabile solo nei geroglifici, soprattutto in quelli presenti nei Testi delle Piramidi. Infatti, in essi non si trovano riportati i segni per l’intera trascrizione di “Grande Enneade”, bensì viene ripetuto per nove volte il geroglifico che indica la parola “dio”; tale ripetizione è costituita da tre gruppi di tre segni, cosa che si ricollega alla regola di formazione del plurale nella scrittura geroglifica, per cui esso si ottiene ripetendo tre volte lo stesso segno. Ciò sta ad indicare come l’Enneade, in realtà, possa identificarsi nell’aspetto molteplice del Dio Primordiale Atum. Atum è l’Unità, mentre l’Enneade costituisce la Molteplicità, in quanto plurale dei plurali.

 

Gli dèi dell’Enneade

È importante sottolineare, che nel corso della loro storia millenaria, gli Antichi Egizi crearono molteplici Enneadi, evento favorito dall’unificazione del regno durante la prima dinastia, la quale permise a molte culture di entrare in contatto e mescolarsi. Nessuna delle tante Enneadi era più valida delle altre, tutte narravano la verità secondo la popolazione egizia. In alcune piramidi risalenti alle epoche della quinta e sesta dinastia, sono stati rinvenuti testi che citano un ingente quantitativo di Enneadi oltre alla Grande, fra cui vi sono la Piccola Enneade, l’Enneade Duale e le Sette Enneadi. Persino i faraoni, per giustificare la loro essenza divina e il diritto ad essere sovrani, creavano Enneadi che li comprendevano come divinità.

Nella Grande Enneade, diffusa soprattutto ad Eliopoli e che prosperò fino al periodo tolemaico, gli dèi principali erano:

Atum: chiamato anche “Toro dell’Enneade”, egli si generò da sé ed è il dio primordiale, incarna il sole che tramonta, e per tale motivo è spesso associato a Ra come suo aspetto serale;

Shu: figlio di Atum e sposo di Tefnut, nella Grande Enneade rappresentava l’incarnazione del vento, dell’aria e dell’atmosfera, egli ruppe le tenebre primordiali con la sua luce;

Tefnut: figlia di Atum e sposa di Shu, nella Grande Enneade ella è associata all’acqua, all’umidità, alla pioggia e alle nuvole, dissetava i defunti durante il loro ultimo viaggio;

Geb: figlio di Shu e Tefnut, incarnazione della terra e sposo di Nut;

Nut: figlia di Shu e Tefnut, dea del cielo e della nascita, sposa di Geb;

Osiride: figlio di Geb e Nut, sposo di Iside e re mitico dell’Antico Egitto, con Iside rappresenta nella Grande Enneade l’ordine e la fertilità. Dopo la sua morte, diventa il re del Duat, l’oltretomba;

Iside: figlia di Geb e Nut, sposa di Osiride e dea della guarigione, della magia, della fertilità e della vita. Iside ricompone il corpo smembrato di Osiride e con la sua mummia genera Horus;

Seth: figlio di Geb e Nut, sposo di Nefti con cui rappresenta il caos, dio del deserto, del disordine, della guerra e degli stranieri. Seth combatte contro Horus per decretare il nuovo re dell’Egitto;

Nefti: figlia più giovane di Geb e Nut, sposa di Seth e dea della morte, dei lamenti funebri e del parto, affianca Iside nei riti funebri. È generalmente identificata come madre di Anubi.

Nella Piccola Enneade sono presenti anche Horus (figlio di Iside e Osiride, il dio falco che sconfisse Seth nella guerra per il trono d’Egitto), Thot (il dio ibis, protettore degli scribi, dio della Luna, della sapienza, della scrittura e delle scienze matematiche), Anubi (il dio sciacallo, protettore dei defunti e del mondo dei morti, dio della mummificazione e dei cimiteri) e Maat (dea della giustizia, della moralità e della legge, addetta alla pesature delle anime nel Duat).

Immagine di copertina: Pixabay

A proposito di Sara Napolitano

Ciao! Sono Sara, studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea Lingue e Culture Comparate presso l'università "L'Orientale" di Napoli. Studio inglese e giapponese (strizzando un po' di più l'occhio all'estremo Est del mondo). Le mie passioni ruotano attorno ad anime, manga, libri, musica, sport, ma anche natura e animali! Da sempre un'irriducibile curiosa.

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