Dio Eros: chi è il dio dell’amore nella mitologia greca e romana
Il dio Eros, conosciuto come dio Cupido nella mitologia romana, è una delle figure più affascinanti e potenti del pantheon antico. Incarna una forza travolgente che spinge e attrae dèi e mortali, un principio fondamentale che governa la passione e il desiderio. La sua figura si è evoluta nel tempo, passando da divinità primordiale a fanciullo alato, fino a diventare un concetto cardine nella filosofia e nella teologia.
Le origini del dio Eros: due versioni del mito
Nella mitologia greca esistono due tradizioni principali riguardo alla nascita del dio Eros. La più antica, descritta nella Teogonia di Esiodo, lo presenta come una delle divinità primordiali, nato assieme a Gea (la Terra) e Tartaro subito dopo Caos. In questa veste, Eros non è figlio di nessuno, ma una forza cosmica necessaria per la generazione e l’unione di tutte le cose. La versione più popolare e diffusa, invece, lo vuole figlio di Afrodite, dea della bellezza, e di Ares, dio della guerra. Questa genealogia simboleggia perfettamente la natura dell’amore, nato dall’unione di due polarità potentissime: la bellezza e il conflitto, la passione e la lotta.
Caratteristiche e simbologia del dio Eros nella mitologia greca
I greci rappresentavano il dio Eros come un giovincello molto bello, spesso nudo e alato, armato di arco e di un turcasso pieno di frecce. Con queste armi infallibili, egli trafiggeva il cuore dei mortali e degli dèi, facendoli innamorare perdutamente, spesso contro la loro volontà. Le sue frecce potevano essere d’oro, per accendere un amore ardente, o di piombo, per spegnerlo o infondere repulsione. Questa sua natura capricciosa e talvolta crudele lo rendeva una divinità temuta persino dagli altri abitanti dell’Olimpo.
Il mito del dio Eros e Psiche: un amore che supera gli ostacoli
L’evento più celebre della sua vita è l’innamoramento folle per la mortale Psiche (l’anima). Invidiosa della bellezza della fanciulla, Afrodite ordinò a suo figlio Eros di farla innamorare dell’uomo più vile. Il dio Eros, però, nel vederla, si innamorò lui stesso. La sposò in segreto, visitandola solo di notte e proibendole di guardarlo in volto. Spinta dalla curiosità, Psiche infranse il divieto e, quando Eros fuggì, dovette superare terribili prove imposte da Afrodite per riconquistarlo. Alla fine, commosso dalla sua tenacia, Zeus concesse a Psiche l’immortalità, permettendo ai due amanti di unirsi per sempre. Il mito simboleggia l’unione tra amore e anima, un legame che deve superare le avversità per raggiungere la completezza.
Dio Cupido: il corrispettivo del dio Eros a Roma
Il corrispettivo romano del dio Eros è il dio Cupido (da cupido, desiderio), figlio di Venere e Marte. Sebbene le storie mitologiche siano simili, la rappresentazione artistica e l’immaginario collettivo tendono a differenziarli. Mentre Eros era un giovane, Cupido viene spesso raffigurato come un bambino piccolo, un fanciullo paffuto e alato (putto), che scocca le sue frecce in modo più giocoso e casuale. Questa immagine, che sottolinea l’irrazionalità e l’imprevedibilità dell’amore, ha avuto un’enorme fortuna nell’arte rinascimentale e barocca, influenzando la nostra percezione moderna.
Oltre il mito: l’amore nella filosofia e nel cristianesimo
La figura del dio Eros trascende la mitologia per diventare un concetto centrale nel pensiero occidentale.
L’eros secondo Platone e Aristotele
Nel Simposio di Platone, Eros non è un dio, ma un daimon, un intermediario tra uomini e dèi. È la forza che spinge l’anima a cercare il bello (kalon), partendo dall’attrazione fisica per un corpo per poi ascendere a forme di amore più elevate: l’amore per tutte le anime, per le leggi, per la conoscenza, fino a raggiungere la contemplazione della bellezza assoluta. Per Aristotele, invece, l’amore assume la forma della philia (amicizia), una forza che tiene uniti gli elementi diversi della società, garantendo coesione e armonia.
L’amore (eros) e la carità (agape) nel cristianesimo
Nel pensiero cristiano, il termine eros viene spesso associato all’amore carnale e passionale, talvolta in contrapposizione all’agape (o carità), che rappresenta l’amore disinteressato e divino di Dio per l’uomo. L’enciclica Deus caritas est di Papa Benedetto XVI ha approfondito questa distinzione, mostrando come eros e agape non siano opposti, ma due dimensioni dell’amore che, se ben integrate, portano a una forma di amore piena e autentica.
Cupido oggi
In conclusione, la figura del dio Eros e del suo alter ego Cupido è fondamentale per comprendere il nostro modo di concepire l’amore. Da forza divina caotica a motore filosofico di elevazione, questa divinità rappresenta il sentimento di attrazione verso la bellezza, intesa non solo in senso estetico. L’eros spinge gli esseri umani a superare l’ignoranza per vivere di conoscenza, di bellezza e di amore, donato e ricevuto, rimanendo una forza potente e ineludibile nella vita di ognuno.
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