Esplorazioni dell’africa medievale: rotte e regni

esplorazioni dell’africa medievale: rotte e regni

Sin dall’antichità, l’uomo è sempre stato spinto dalla conoscenza e dalla curiosità alle esplorazioni di nuovi mondi come quello dell’Africa medievale. Naturalmente, con il continuo flusso di individui e l’ingente crescita globale, è stata data vita alla pratica dell’esplorazione territoriale e marittima del territorio. Oltre a segnare un significativo passo per l’uomo, le esplorazioni sono divenute, in modalità differenti, un registro di comunità, città e paesaggi.
Le spedizioni e gli esploratori medievali hanno contribuito al processo di mappatura, il quale divenne conoscenza e testimonianza dell’evoluzione civile e storica dell’uomo.

Naturalmente, l’inizio delle esplorazioni dell’Africa medievale fu segnato in antichità da pezzi archeologici che ritroviamo anche ad oggi: un esempio sono le esplorazioni dei Vichinghi i quali, raggiungendo Groenlandia e Islanda, ci hanno permesso di ritrovare in tali territori pezzi di rocce, amuleti e oggetti di antica armeria con iscrizioni dell’ormai antico alfabeto runico.
Durante il periodo medievale, con l’aumento del commercio intercontinentale, troviamo diversi riferimenti storici: il primo è la geografia e lo studio di essa della popolazione araba. Un riferimento storico va attribuito a Ibn Battuta: viaggiatore e storico giurista, nasce nell’attuale Marocco e fa della sua vita un itinerario, riportandone le testimonianze sul suo diario di bordo. Egli narra del viaggio lungo l’Africa del Nord: partendo da Tangeri, egli attraversò diverse strade e percorsi con spiegazioni dettagliate dei sultani e dei mamelucchi.

Un secondo esempio dal continente orientale lo abbiamo con l’ammiraglio cinese Zheng He, ben noto storicamente per la costruzione imperiale di flotte mercantili, utili alla Cina per il commercio ed affari diplomatici. Zheng He è inoltre ber riconosciuto per essere stato colui che ha guidato la flotta che ha attraversato l’Oceano Indiano fino ad espandere il viaggio alle coste Nipponiche, concentrandosi tra le varie esplorazioni dell’Africa medievale sul Corno d’Africa. Fu proprio uno degli ultimi viaggi che pose fine alla vita dell’esploratore, diretto verso Calcutta.

Alcune esplorazioni dell’Africa medievale si concentravano a Nord, con un particolare interesse per le tratte di commercio Trans-sahariane che collegavano l’Africa subsahariana al deserto: un esempio sono le tratte della transumanza delle tribù berbere degli Ikhwan, che comportarono, in seguito, conflitti sulle divisioni territoriali.

Come già detto in precedenza, il regno arabo e quello cinese favorirono non soltanto il punto di vista mercantile con lo scambio di prodotti nuovi ed un florido e ampio commercio, ma allo stesso tempo rotte navigabili e nuovi sentieri, facendo espandere le esplorazioni medievali dell’Africa fino ad arrivare a mappare i territori, ad esempio con la mappa di Hereford. Allo stesso tempo, in epoca medievale, si presenta il noto il Milione di Marco Polo, un’enciclopedia geografica che racchiude tutte le conoscenze dell’Europa, con la trascrizione di viaggi assieme alle impressioni dell’esploratore.

Iniziando con le esplorazioni dell’Africa medievale, sono stati lentamente introdotti i concetti di epoca coloniale nei secoli a seguito, dove Inghilterra e Francia, con le loro mire espansionistiche, tendevano a conquistare i territori africani fino ad instaurare una vera e propria egemonia su tali popolazioni.

Fonte immagini:Wikipedia

A proposito di Francesca Guerra

Vedi tutti gli articoli di Francesca Guerra

Commenta