Modalità di traduzione: utilizzo, potenzialità e limiti

Modalità di traduzione: utilizzo, potenzialità e limiti

 

Modalità di traduzione

La traduzione rientra fra le abilità integrate, in particolare fra quelle di trasformazione dei testi, quindi rappresenta una delle abilità che “superano” la suddivisione tradizionale delle abilità linguistiche, riferite principalmente alla ricezione e alla produzione, che vengono messe in relazione con la capacità di fare lingua. Tale capacità non include solo la ricezione e la produzione, bensì varie abilità di trasformazione dei testi, tra cui, oltre al dettato o la parafrasi, vi è anche la traduzione (Balboni, 2013). A differenza delle abilità linguistiche primarie, la trasformazione dei testi  presuppone un’attività più complessa, specialmente nel passaggio orale-orale, di cui si ha un esempio importante nella traduzione simultanea (Balboni, 2013).

Quando si parla di traduzione, e delle modalità di traduzione, in glottodidattica il riferimento è alla produzione di un testo scritto o orale “equivalente”, per esempio in italiano, ad un dato testo “di partenza” in altra lingua, con l’utilizzo o meno di dizionari o altri materiali (Balboni, 2015).

La traduzione è comunque anche una tecnica glottodidattica, in quanto rappresenta un’attività utile per l’acquisizione- apprendimento di una lingua (Balboni, 2013), per cui è importante tenere conto delle modalità di traduzione ma allo stesso tempo deve essere considerata come un “punto d’arrivo” nell’attività glottodidattica e ha come sua utilità, nella prassi, quella di portare alla scoperta del fatto che non  si può tradurre un testo “parola per parola”(Balboni, 2015). Altra potenzialità insita nella traduzione è quella secondo cui permette di «…agire contemporaneamente sulla lingua straniera e sull’italiano nonché su entrambe le culture e le enciclopedie di riferimento…» (Balboni, 2015).

La traduzione: utilizzo, potenzialità e limiti

La traduzione, per diverso tempo, e particolarmente con l’approccio formalistico e il metodo grammatico-traduttivo, ha costituito la “base” del processo di insegnamento- apprendimento; si riteneva che la lingua fosse soprattutto un sistema fatto di regole e di liste/elenchi lessicali.

Oggi, questo tipo di approccio continua a essere mantenuto specialmente nell’insegnamento-apprendimento dell’italiano L1 e, con riferimento alle lingue straniere, in scuole ed università; in relazione invece alle lingue classiche (greco e latino), l’approccio e il metodo su citati- e quindi la traduzione, nonché le modalità di traduzione- sono stati sempre considerati fondamentali. Deve tuttavia essere notato che, con l’avvento dell’approccio comunicativo e dei metodi ad esso collegati, la traduzione è stata ritenuta una tecnica “da bandire”, in quanto controproducente (Balboni, 2013).

Tra i “limiti” della traduzione, che la fanno diventare controproducente, vengono citati (Carreres, 2006; Balboni, 2013):

  • È artificiale, poiché non ha alcun ruolo nei metodi derivanti dall’approccio comunicativo, ed è limitata alle abilità-attività di lettura e scrittura;
  • La produzione linguistica in lingua straniera risente dell’interferenza della L1;
  • È demotivante, in quanto finisce per essere un esercizio che va a valutare errori, piuttosto che l’uso della lingua;
  • È un processo lento e faticoso, perché richiede tempo.

Alcuni studiosi (Carreres, 2006) hanno altresì evidenziato che, probabilmente, nonostante il “rifiuto” della traduzione, questa non sia stata in realtà totalmente esclusa dal processo di insegnamento-apprendimento, anche perché, da qualche tempo, viene rivalutata in quanto – pur con i suoi limiti- le vengono ascritte delle potenzialità utili da sfruttare nel processo su menzionato.

A questo punto, quali possono essere gli obiettivi dell’uso della traduzione (e quali le  modalità di traduzione?)? In Balboni (Balboni, 2013) troviamo:

  • Aiuta nella riflessione e produce meta competenza;
  • È un mezzo/ strumento che serve per apprendere;
  • Dal punto di vista della psicolinguistica porta allo sviluppo di processi controllati, che richiedono attenzione e attivano la memoria a breve termine;
  • Ha come scopo, principalmente, l’analisi dei testi;
  • Serve ai fini della riflessione interculturale.

Si è evidenziato sopra, tra i limiti della traduzione, che essa può risultare un’attività demotivante, in quanto faticosa e difficile; è possibile, comunque, fare leva sulla motivazione, purché si ponga attenzione ad alcuni “aspetti” (Balboni, 2013), quali:

  • La scelta del testo da tradurre, che deve essere psicologicamente rilevante;
  • La traduzione deve essere vista come un compito fattibile e realizzabile;
  • Il lavoro sulla lingua e la riflessione sul testo da tradurre devono condurre al piacere della traduzione, nel momento in cui si ha un lavoro di cooperazione, che porta ad un testo, quello tradotto, condiviso e realizzato grazie al contributo di tutti.

Le modalità di traduzione

 Da qualche tempo, la traduzione viene ritenuta una delle abilità da sviluppare, con studenti di livello intermedio alto o avanzato (Titone, 1998). Di seguito, alcune modalità di traduzione. Le diverse modalità secondo le quali può essere effettuata una traduzione, in particolare con riferimento all’italiano, vengono così indicate ( Balboni, 2013):

  • Traduzione scritta dalla lingua straniera/classica all’italiano: concorre all’educazione linguistica complessiva perché agisce sulle lingue, culture ed enciclopedie di riferimento; attraverso questa modalità di traduzione si lavora sul lessico e sulla sintassi del periodo, in particolar modo con riferimento alla trasformazione della struttura paratattica in quella ipotattica, caratteristica delle lingue romanze;
  • Traduzione orale da testi scritti nella lingua straniera/classica all’italiano: richiede molta concentrazione, ma può essere motivante se svolta in tempi brevi e con l’ausilio della tecnica di registrazione;
  • Traduzione dall’italiano alla lingua straniera o classica: è stata bandita dalla didattica in quanto tipica degli approcci formalistico e grammatico-traduttivo, è un lavoro molto difficile, soprattutto dal punto di vista morfosintattico e presuppone l’utilizzo del dizionario;
  • La retrotraduzione: consiste sostanzialmente nell’utilizzo di un testo- italiano- tradotto in lingua straniera e nella sua “ri-traduzione” in modo tale da operare un confronto tra i due testi e, di conseguenza, una riflessione sulla traduzione; questa modalità costituisce una sfida con il testo;
  • Traduzione da testi, da una lingua non nativa ad un’altra non nativa: può essere praticata nelle scuole in cui si apprende più di una lingua straniera, risulta essere motivante e, in questo caso, vi è produzione linguistica;
  • Traduzione diacronica: ha lo scopo principale di condurre ad una riflessione sul “cambiamento” delle varietà linguistiche nel tempo.

Un contributo importante all’utilizzo della traduzione nella didattica delle lingue straniere è dato inoltre dalle tecnologie, che rendono l’attività – tecnica di traduzione particolarmente motivante; modalità di traduzione collegate alle tecnologie possono essere (Balboni, 2013):

  • Traduzione di dialoghi di film stranieri, partendo dalla visione di brevi scene con sottotitoli nella lingua originale, per passare al confronto con il doppiaggio in italiano;
  • Traduzione di canzoni straniere, che può risultare molto motivante, se condotta, per esempio, in piccoli gruppi e pure al di fuori della scuola;
  • Traduzione di pubblicità televisiva, che è utile anche perché presenta molti elementi culturali,e che, nonostante possa essere considerata facilmente realizzabile, è in realtà un compito molto difficile, ma allo stesso tempo molto stimolante.

Fonte immagine articolo La traduzione e le sue modalità: utilizzo, potenzialità e limiti: Freepik

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