Genocidi nella storia: dall’Olocausto a Gaza, un’analisi

Il termine genocidio, considerato il più grave dei crimini internazionali, fu coniato nel 1944 dal giurista Raphael Lemkin. Non colpisce solo individui, ma mira a cancellare l’esistenza stessa di un popolo. La storia, purtroppo, dimostra che la promessa del “mai più”, fatta dopo l’Olocausto, non è riuscita a impedirne il ripetersi.

Cos’è il genocidio secondo l’ONU

Il termine è stato adottato ufficialmente dalle Nazioni Unite con la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948. Secondo la convenzione, il genocidio è un crimine commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, attraverso uno o più dei seguenti atti:

  1. Uccisione di membri del gruppo;
  2. Causazione di gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;
  3. Imposizione deliberata di condizioni di vita intese a provocarne la distruzione fisica totale o parziale;
  4. Misure mirate a impedire le nascite all’interno del gruppo;
  5. Trasferimento forzato di bambini da un gruppo a un altro.

Esempi di atti di genocidio nella storia

Criterio di genocidio (secondo l’ONU) Esempi storici e metodi
Uccisione di membri del gruppo L’olocausto (campi di sterminio), massacri in Ruanda (machete), Srebrenica (fucilazioni di massa).
Imposizione di condizioni di vita distruttive Holodomor (carestia artificiale), genocidio Herero (popolazioni spinte nel deserto), assedio di Gaza.
Misure per impedire le nascite Sterilizzazioni forzate, stupri sistematici come arma di guerra (Bosnia, Darfur).
Trasferimento forzato di bambini Sottrazione di bambini armeni, politiche di assimilazione forzata dei nativi americani (“boarding schools”).

Gaza: la commissione ONU conclude per il genocidio

Il 16 settembre 2025, la Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite (CoI) sul Territorio palestinese occupato ha presentato un rapporto che conclude che le autorità e le forze israeliane hanno commesso e stanno continuando a commettere il crimine di genocidio nella Striscia di Gaza. Secondo il documento, riportato da Amnesty International, la CoI ha riscontrato l’esistenza di un “intento genocidario” di distruggere, in tutto o in parte, la popolazione palestinese. Il rapporto avverte inoltre che tale intento si sta estendendo al resto del Territorio palestinese occupato. Questa conclusione si basa su elementi come uccisioni di massa (oltre 40.000 morti stimati a settembre 2025), gravi danni fisici e mentali e condizioni di vita intollerabili imposte alla popolazione.

I genocidi nella storia: un’analisi cronologica

Il caso di Gaza, con la sua drammatica attualità, si inserisce in una lunga e tragica sequenza storica. Per comprendere la natura di questo crimine e la sua ricorrenza, è fondamentale ripercorrere i principali genocidi e stermini di massa che hanno segnato gli ultimi secoli. La seguente analisi cronologica parte dalle atrocità dell’era coloniale, che hanno posto le basi per molti dei conflitti successivi, fino ad arrivare ai crimini del Novecento e del nuovo millennio.

La tratta transatlantica degli schiavi (Secoli XV-XIX)

Dal XV al XIX secolo, circa 12 milioni di africani furono catturati e deportati nelle Americhe. Almeno 2 milioni morirono durante la traversata atlantica (Middle Passage) o nel primo anno di schiavitù. Questa tragedia, protrattasi per 400 anni, ha segnato la storia di tre continenti.

Il genocidio dei nativi americani (Secoli XVII-XIX)

Dal XVII al XIX secolo, le politiche coloniali e statunitensi portarono allo sterminio di molte popolazioni indigene. Il “Trail of Tears” (1830-1850) causò la morte di circa il 50% della popolazione Cherokee deportata. Marce forzate, guerre, malattie e la distruzione sistematica delle culture cancellarono intere nazioni.

Il genocidio degli Herero (1904-1907)

Considerato il primo genocidio del XX secolo, tra il 1904 e il 1907, in Namibia (allora Africa Tedesca del Sud-Ovest), le forze coloniali tedesche attuarono una campagna di sterminio contro i popoli Herero e Nama. Circa l’80% della popolazione Herero fu uccisa, spesso spingendo donne e bambini nel deserto a morire di fame e di sete.

Il genocidio armeno (1915-1918)

Dal 1915 al 1918, il governo dei “Giovani Turchi” dell’Impero Ottomano organizzò lo sterminio sistematico della popolazione armena. Circa 1,5 milioni di armeni furono uccisi tramite deportazioni, marce forzate nel deserto, torture e massacri. Centinaia di migliaia di assiri e greci subirono la stessa sorte.

Holodomor – genocidio ucraino (1932-1933)

Tra il 1932 e il 1933, la collettivizzazione forzata voluta da Stalin provocò una carestia artificiale in Ucraina. Conosciuta come Holodomor (“morte per fame”), causò circa 7 milioni di morti. Il grano veniva sequestrato e venduto all’estero mentre i contadini morivano di fame.

Il massacro di Nanchino (1937)

Nel dicembre 1937, l’esercito giapponese invase Nanchino, allora capitale della Cina. In sei settimane, la città fu devastata da incendi, saccheggi e atrocità, con circa 300.000 morti tra civili e prigionieri di guerra e oltre 20.000 donne stuprate.

L’olocausto (1939-1945)

Durante la Seconda guerra mondiale, il regime nazista di Adolf Hitler perseguitò e sterminò sistematicamente 6 milioni di ebrei. Milioni di altre vittime includevano Rom e Sinti, slavi, oppositori politici, omosessuali e persone con disabilità. Dalla ghettizzazione si passò alla “soluzione finale” con lo sterminio di massa nei campi di concentramento.

La cina di Mao Tse-tung (1958-1962)

Sebbene il dibattito legale sul termine “genocidio” sia complesso in questo caso, le politiche di Mao Tse-tung ebbero conseguenze catastrofiche. Il “Grande Balzo in Avanti” (1958-1962) provocò una carestia devastante con 27 milioni di morti stimati. Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976), milioni di persone furono perseguitate, deportate o giustiziate.

Il genocidio cambogiano (1975-1979)

Dal 1975 al 1979, i Khmer Rossi di Pol Pot tentarono di “purificare” la nazione eliminando città, cultura e religione. Morì circa il 25% della popolazione (tra 1,7 e 2 milioni di persone) per esecuzioni, fame e lavori forzati. Intellettuali, religiosi e minoranze etniche furono tra i principali bersagli.

Genocidio in Bosnia ed Erzegovina (1992-1995)

Tra il 1992 e il 1995, le forze serbo-bosniache misero in atto pulizie etniche contro i musulmani bosgnacchi, causando 200.000 morti e 2 milioni di rifugiatie. Furono usate armi come deportazioni, campi di concentramento e stupro sistematico. Il massacro di Srebrenica (1995), con oltre 8.000 uomini e ragazzi bosniaci trucidati, è stato riconosciuto come genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia.

Il genocidio in Ruanda (1994)

Il 6 aprile 1994, dopo l’abbattimento dell’aereo presidenziale, milizie Hutu (Interhamwe) lanciarono una campagna di sterminio contro i Tutsi e gli Hutu moderati. In soli 100 giorni furono uccise circa 800.000 persone, con la propaganda di Stato che incitava apertamente ai massacri. Il genocidio cessò a luglio con l’avanzata del Fronte Patriottico Ruandese.

Il genocidio in Darfur (2003-in corso)

Dal febbraio 2003, nella regione sudanese del Darfur, milizie filogovernative note come Janjaweed hanno condotto massacri, stupri e sfollamenti forzati. Le stime parlano di 400.000 morti per violenze, fame e malattie, con oltre 2,5 milioni di sfollati interni. Il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto questa tragedia come “genocidio”.

Dati sui principali genocidi della storia

Genocidio / Evento (Periodo) Vittime stimate
Gaza (2023 – in corso) Oltre 40.000
Tratta degli schiavi (Sec. XV-XIX) 12 milioni deportati, 2+ milioni morti
Nativi americani (Sec. XVII-XIX) Milioni (crollo demografico)
Genocidio degli Herero (1904-1907) 80% della popolazione
Genocidio armeno (1915-1918) 1,5 milioni
Holodomor (1932-1933) 7 milioni
Massacro di Nanchino (1937) 300.000
Olocausto (1939-1945) 6 milioni di ebrei + milioni di altre vittime
Cina di Mao (1958-1962) 27 milioni (carestia)
Cambogia (1975-1979) 1,7-2 milioni
Bosnia (1992-1995) 200.000
Ruanda (1994) 800.000
Darfur (2003 – in corso) 400.000

Conclusione: il “mai più” tradito

Guardando la storia, emerge un filo rosso che lega il genocidio armeno a quello degli Herero, l’Olocausto a Ruanda e Bosnia, fino ad arrivare a Gaza oggi. Ogni volta, l’umanità ha assistito al tentativo di annientare un popolo, spesso restando in silenzio o intervenendo troppo tardi. Il “mai più” è stato tradito più volte. Oggi, il caso di Gaza dimostra che non basta ricordare il passato: serve il coraggio di agire nel presente. Ogni volta che il mondo e i rispettivi dovermi chiudono gli occhi, non solo condanna un popolo alla distruzione, ma tradisce la memoria di tutte le vittime precedenti. Il genocidio non è un crimine del passato, ma una minaccia sempre attuale.

Fonte immagine: Wikipedia 

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