Genocidio dei nativi americani: la conquista delle Americhe

Genocidio dei nativi americani: la conquista delle Americhe

La colonizzazione delle Americhe ha rappresentato, in realtà, un vero e proprio genocidio dei nativi americani.

La scoperta e la conquista, o colonizzazione, delle Americhe è stata per secoli celebrata come un successo per il genere umano. Ma è davvero un successo? In realtà, tra le tante falsificazioni e in accuratezze storiche, la conquista delle Americhe occupa, certamente, le prime posizioni. Si tratta, di fatto, di un vero e proprio genocidio dei nativi americani ed i crimini commessi non solo sono rimossi ma anzi, convertiti, e tramutati in atti degni di essere glorificati.

A dire il vero, è incorretto anche parlare di “scoperta” perché quando Cristoforo Colombo sbarca nelle Antille il 12 ottobre del 1492 ben 100 milioni di nativi americani (anche definiti indiani d’america o indios) occupavano già quei territori. 

Senz’altro il suo successo è testimoniato dalle celebrazioni solenni che sono state organizzate in tutto il mondo per commemorare la colonizzazione delle Americhe e, ancora oggi, il 12 ottobre nel mondo si celebra una ricorrenza conosciuto come il Columbus Day, una celebrazione che negli Stati Uniti è vissuta in maniera solenne ed è percepita come una vera e propria festa nazionale.

Recentemente, è stata fatta luce sulla vera storia della conquista delle Americhe che rappresenta, senza dubbio, la pagina più nera e grave nella storia della civiltà occidentale.

Genocidio dei nativi americani, quando avvenne

Quando, nel primo ventennio del 500, i conquistadores spagnoli raggiunsero le terre, presumibilmente scoperte da Colombo, portarono con sé armi e malattie infettive mai esistite nelle Americhe verso cui i nativi non hanno anticorpi come, ad esempio, il vaiolo, varicella, influenza, peste e morbillo che sterminò buona parte dei nativi. Inizialmente la trasmissione avvenne in maniera inconsapevole ma, ben presto, si convertì in un’arma utilizzata consciamente nei confronti degli indios.

Durante genocidio dei nativi americani, i conquistatori europei ridussero in schiavitù gli indigeni obbligandoli a svolgere lavori forzati nelle miniere, nelle fabbriche di tessitura e nei latifondi. La colonizzazione delle Americhe divenne quindi il teatro di lavori massacranti in grado di tenere impegnati i nativi anche per 20 ore al giorno. Alla base di tutto vi era l’idea che gli indigeni fossero popolazioni inferiori.

Alcuni storici hanno, persino, utilizzato il termine “olocausto americano” per riferirsi in maniera altra al genocidio dei nativi americani o indios. Addirittura, uno studioso,  John Toland, ha affermato che le tecniche di sterminio e segregazione attuate dagli europei nei confronti degli indiani d’America, sono state un punto di riferimento per la politica razziale nella Germania nazista durante l’olocausto attuato da Adolf Hitler nei confronti degli ebrei, dei rom e di altre minoranze etniche.

In sostanza, i conquistatori europei crearono un continente da sfruttare attingendo argento ed oro attraverso la mano d’opera dei nativi ridotti in schiavitù nelle miniere e esportando in Europa i prodotti agricoli ottenuti dalle monocolture.

L’Europa si arricchì, senza alcun dubbio, ma occorre precisare: a che costo?

Fonte immagine: Pixabay

 

A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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