Geografia umana: l’influenza dell’uomo sull’ambiente

Geografia umana: l'influenza dell'uomo sull'ambiente

La geografia umana è una scienza che ci permette di comprendere come l’uomo sia strettamente interconnesso con l’ambiente e l’influenza vicendevole che hanno l’uno sull’altro. Si può collocare tra le scienze naturali e le scienze umane.

La geografia fisica, che studia i cambiamenti degli elementi ambientali, ha dovuto adattarsi e subire una trasformazione, è diventata una disciplina antropocentrica, prendendo in considerazione lo studio dell’azione umana sulla natura. Uno studioso, Friedrich Ratzel, alla fine del 1800 si rende conto che l’influenza dell’ambiente non riguarda solo le piante e animali, ma anche gli esseri umani.

In un saggio L’Anthropogeographie fa un quadro generale dell’Ecumene che è lo spazio permanentemente occupato dai gruppi umani e ne individua i limiti, che sono strettamente interconnessi ai limiti di diffusione di piante e animali. Ciò vuol dire che la libertà di azione dei gruppi umani termina quando inizia quella della flora e della fauna. Se si vuole rispettare l’ambiente, l’uomo deve porsi allo stesso livello e conferirgli lo stesso diritto alla vita ch’egli possiede. 

 Le attività umane hanno trasformato gli ecosistemi alla stessa velocità e intensità dei cambiamenti prodotti dalla fine dell’era glaciale. A partire dalla fine di questa siamo entrati in un’epoca definita Olocene. Ma dal momento che l’uomo è diventato il principale agente del cambiamento degli ecosistemi questa epoca è stata soprannominata Antropocene.

Tra i fattori che hanno contribuito al cambiamento climatico, uno di recente apparizione è quello causato dalla globalizzazione. La globalizzazione a sua volta abbattendo i confini di spazio e tempo: da un lato positivo, ha reso possibile un accorciamento delle distanze, dall’altro ha generato fenomeni come quello della delocalizzazione delle industrie. La delocalizzazione, consiste nello spostare il polo delle attività produttive delle industrie presso un paese che non gode di politiche a tutela dei lavoratori e dell’ambiente, ergo vengono sfruttate persone e danneggiato l’ambiente in cambio di un prezzo molto basso di manodopera e di materie prime lavorate attraverso processi estremamente nocivi.

Anche ciò che pensiamo di dover tutelare perché ritenuto incontaminato, in realtà è frutto di un lavoro dell’uomo, che ha sostituito delle specie vegetali per acclimatarle ai cambiamenti climatici. Gli alberi che tuteliamo adesso, sono specie piantate dall’uomo in grado di affrontare il progressivo innalzamento delle temperature.

Oltre al degrado ambientale, che ci fa assistere a fenomeni come: la deforestazione, l’acidificazione degli oceani e così via. La perdita di biodiversità sia vegetale che animale è un altro fattore preoccupante, gli animali vanno incontro all’estinzione perché non riescono ad adattarsi a un clima che gli è completamente ostile. L’uomo infatti ha causato la perdita dell’80% di tutti i mammiferi selvatici e della metà delle piante.

Per non parlare degli allevamenti intensivi, in cui gli animali sono prigionieri in condizioni pessime e degradanti ciò, oltre a causare la sofferenza di questi, è anche una delle principali cause dell’inquinamento e fa sì che gli animali contraggano delle malattie.

Anche l’agricoltura e la pesca hanno un impatto ambientale non indifferente. L’agricoltura intensiva si avvale anche di pesticidi che causano un inquinamento ambientale non indifferente portando alla comparsa nuovi parassiti. Basti pensare che il 40% del suolo terrestre è dedicato alla produzione alimentare umana che nel 1700 era solo del 7%.

Secondo gli esperti in geografia umana e altre scienze, le previsioni sono sconfortanti: “la domanda mondiale di cibo a causa della sovrappopolazione aumenterà del 70% entro il 2050 si passerà quindi da un’epoca di abbondanza alimentare un’era di scarsità.”

Immagine in evidenza: freepik.com

A proposito di Marika Burani

Mi chiamo Marika, sono nata a Napoli il 13 Aprile del 2000. Ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane ''Eleonora Pimentel Fonseca''. Attualmente studio Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli studi di Napoli ''L'Orientale''. I miei interessi sono la Storia, la Musica, il Cinema e la Politica. Nel mio tempo libero creo vestiti all'uncinetto e ai ferri e gioielli in alluminio e rame.

Vedi tutti gli articoli di Marika Burani

Commenta