Kraven il cacciatore, da semplice nemico di Spider-Man a personaggio dostoevskiano

Kraven il cacciatore

Kraven il cacciatore, il nemico di Spider-Man divenuto un personaggio degno di un romanzo dello scrittore russo Dostoevskij

Spider-Man vanta diversi nemici legati al mondo animale, sia per quanto riguarda i “nomi di battaglia” che per i superpoteri acquisiti. È  il caso del Dottor Curt Connors\Lizard, del Dottor Otto Octavius\Doctor Octopus, del gigantesco Aleksei Mikhailovich Sytsevich\Rhino, di MacDonald “Mac” Gargan\Lo Scorpione, di Dmitri Smerdyakov\Camaleonte e di Adrian Toomes\Avvoltoio. Oltre a questi, c’è anche un altro “cattivo” che “svolge la professione di cacciatore” spostandosi dalle giungla africana (o asiatica) per arrivare a quella di “cemento e asfalto di New York”. Si tratta di Sergei Kravinoff, conosciuto dai lettori con il nome di Kraven il cacciatore.

In occasione del suo debutto sul grande schermo con un film omonimo diretto da J. C. Chandor (con protagonista Aaron-Taylor Johnson), scopriamo le origini di un super-cattivo che raggiunse la profondità di un personaggio di Fëdor Dostoevskij (romanziere russo e autore di capolavori come Memorie dal sottosuolo, Il giocatore, Delitto e castigo, L’idiota e I fratelli Karamazov), grazie alla vicenda narrata nella serie a fumetti L’ultima caccia di Kraven di J.M. DeMattheis, Mike Zech e Bob McLeod. 

Dalla giungla africana e asiatica a quella di cemento e asfalto di New York, le origini di Kraven il cacciatore

Kraven il cacciatore nacque dalle menti del duo Stan Lee e Steve Dikto (i creatori di Spider-Man e dei suoi comprimari) e la sua prima apparizione avvenne nel 1964, nel quindicesimo numero della serie The Amazing Spider-Man. Il personaggio è descritto come un membro di una gloriosa famiglia nobile russa scappata alla Rivoluzione del 1917. Il giovane Sergei è un ottimo cacciatore capace di stanare animali di grossa taglia ed esperto nel combattimento corpo a corpo. In seguito, decide di arrivare a New York per eseguire gli ordini imposti dal Camaleonte (che in realtà è il suo fratellastro), ossia catturare l’Uomo-ragno. Il simpatico “arrampica-muri” della Casa delle Idee sarebbe “la preda perfetta da abbattere  per raggiungere la gloria”, così diventa la nuova ossessione per il russo. 

Kraven segue un rigido codice morale, rifiuta le armi da fuoco e vuole affrontare le sue prede a mani nude, con l’ausilio di lance oppure di arco e freccia. Per lui la caccia non è uno sport ma una vera e propria attività di devozione, una filosofia da seguire. Inoltre usa un siero energetico per rafforzare le sue abilità fisiche. Negli anni Ottanta i disegnatori e sceneggiatori della Marvel introdussero anche un interesse amoroso, si tratta della sacerdotessa vudù haitiana Calypso. Nonostante le sue innumerevoli avventure e scontri anche con molti eroi, il bracconiere restava un cattivo secondario rispetto ad altri nemici della Marvel come Norman Osborne\Green Goblin, Wilson Fisk\Kingpin, Galactus, Victor von Doom\Dottor Destino e Max Eisenhardt\Erik Lehnsherr\Magneto.

L’Ultima caccia di Kraven di J. M. DeMattheis, un capolavoro del fumetto statunitense paragonabile ad un romanzo di Dostoevskij

La svolta avvenne nel 1987, quando nelle fumetterie statunitensi arrivò L’ultima caccia di Kraven, basata su una sceneggiatura scritta da J.M. DeMattheis. Costui era un giornalista e critico musicale per la testata statunitense The Rolling Stone, che abbandonò tale professione per diventare sceneggiatore delle storie a fumetti della DC

In origine aveva proposto la storia di un supereroe sconfitto dal suo rivale (il quale arriva a indossarne gli abiti e poi cadere in depressione) alla casa editrice del gruppo Warner. Dopo aver ricevuto un rifiuto nell’utilizzare Batman e Joker come i protagonisti del suo dramma filosofico (era da poco uscito il graphic novel The Killing Joke di Alan Moore), DeMattheis si recò dai rivali con lo stesso soggetto. Il giornale Tom’s Hardware riporta il commento dell’italoamericano circa la scelta di Kraven come vero protagonista della sua opera in un’articolo di Manuel Errico:

«Mentre stavo preparandomi a lavorare alla storia, ero seduto nel mio ufficio e sfogliavo il Marvel Universe Hanbook e arrivai al punto in cui veniva presentato Kraven il Cacciatore. Non so se fosse stato previsto per via della continuity, o una scelta di chi redasse il libro, ma menzionavano le origini russe di Kraven. Da grande appassionato di Dostoevskij, l’idea che Kraven fosse russo e avesse la stessa anima profonda e torturata vista in tutti i personaggi di Dostoevskij , mi sbloccò e immediatamente compresi chi fosse davvero il personaggio. [..] Era un personaggio per cui non avevo mai avuto interesse, ho sempre pensato fosse uno dei personaggi più stupidi di Spider-Man, ma improvvisamente avevo una nuova visione di Kraven.»

Una storia cupa e profonda, dove assistiamo allo scontro tra Spider-Man e il suo rivale. Kraven sembra avere la meglio sul povero Peter Parker; ma, disperato per aver preso l’unico scopo della sua vita, sceglie il suicidio. Come riferito dall’articolo del giornale dedicato ai fumetti Lo Spazio Bianco, la serie a fumetti scritta da DeMattheis combina anche suggestioni letterarie (la poesia recitata dal bracconiere è The Tyger di William Blake, che adescrive la divisione dell’animo umano tra bene e male assieme a quella “speculare” The Lamb) ed antropologiche legate ai riti ancestrali (Spider-Man che si ritrova ad essere rinchiuso in una bara e seppellito vivo in un cimitero, oppure lo stesso Sergei che veste i panni del suo nemico sconfitto “credendo di recuperare la sua forza”).

IGN ha inserito L’ultima caccia di Kraven al sesto posto tra le 25 migliori storie di Spider-Man. L’opera di DeMattheis rappresenta una delle migliori storie dedicate ai supereroi americani assieme a The Killing Joke, Superman: Che cosa è successo all’uomo del domani e Watchmen di Alan Moore, Il ritorno del Cavaliere oscuro e Devil: Rinascita di Frank Miller (la prima storia è stata realizzata con la collaborazione del disegnatore Lynn Varley, mentre la seconda indicata con quella di David Mazzucchelli), Batman: Il lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale e Giorni di un futuro passato di Chris Claremont e John Byrne.

Il noto cacciatore russo fece il suo ritorno nel mondo Marvel tra il 2009 e il 2010, grazie ad un incantesimo lanciato dai propri figli per resuscitarlo. L’evento darà origine alla vicenda narrata in Cacciato (Hunted del 2019). 

Immagine in evidenza: Wikipedia Commons

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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