Giosuè Carducci: vita, opere e poetica del vate dell’Italia umbertina
Giosuè Carducci è una delle figure più eminenti della letteratura italiana dell’Ottocento. Poeta, critico letterario e professore universitario, Carducci ha segnato un’epoca con la sua opera e il suo impegno civile, diventando il vate dell’Italia umbertina, ovvero il poeta ufficiale e celebrativo della giovane nazione italiana, retta dalla monarchia sabauda. La sua produzione poetica, che spazia dal classicismo giovanile alle sperimentazioni metriche delle Odi barbare, riflette le vicende storiche e politiche del suo tempo, le sue passioni ideologiche e la sua profonda conoscenza della letteratura italiana e straniera.
Giosuè Carducci nasce a Valdicastello nel 1835 e fino al 1839 trascorre l’infanzia in Maremma, a contatto con una natura meravigliosa che rimarrà sempre scolpita nel suo immaginario, un paesaggio forte e suggestivo che ritornerà spesso nelle sue poesie. La vita di Carducci fu segnata da eventi significativi, come la delusione per gli esiti dell’Unità d’Italia, l’incontro con la regina Margherita e il conferimento del Premio Nobel per la letteratura nel 1906.
L’infanzia in Maremma e la formazione di Giosuè Carducci
La scelta del nome fu oggetto di disputa tra i genitori che non riuscivano ad accordarsi su un nome comune fino a quando prevalse la scelta del padre di chiamarlo Giosuè.
La famiglia di Carducci: i problemi finanziari e i lutti
A seguito di problemi finanziari e motivi politici, Giosuè fu costretto a lasciare il luogo natìo e spostarsi con la famiglia altrove, giungendo a Firenze dove frequenterà le scuole dei padri Scolopi e si laureerà in filosofia e filologia. La sua situazione familiare, come quella di Pascoli, avrà dei lutti molto significativi: il fratello si suicida e l’anno seguente muore il padre, lasciando Giosuè Carducci responsabile per la madre e per l’altro fratello.
La Società degli Amici pedanti: classicismo contro romanticismo
Nel 1856 fonda, nella stessa città, la Società degli Amici pedanti nel cui gruppo ci sarà anche Giuseppe Torquato Gargani, Giuseppe Chiarini e Ottaviano Targioni Tozzetti. L’obiettivo dell’Accademia era recuperare il classicismo in letteratura, contrastando la modernità e il romanticismo, giudicati espressione di un gusto corrotto e di una sensibilità languida e artificiosa.
La carriera di Giosuè Carducci: da Firenze a Bologna
Inizia a lavorare presso un editore fiorentino, non si dà per vinto e negli stessi anni si sposa con Elvira Menicucci dalla quale ebbe quattro figli. Grazie alla fama ottenuta, viene nominato professore di Eloquenza italiana a Bologna e lì si trasferisce con la moglie e i figli.
La delusione per l’Unità d’Italia e la critica alla classe politica
Giosuè Carducci assiste all’unificazione dell’Italia ma ne è deluso, soprattutto dalla classe politica che si rivela approssimativa, mediocre, meschina e attenta ai suoi interessi. Guarda con sdegno a questi uomini politici, complice la situazione economica di grande disagio nella quale si trova. La professione del professore è pagata male e il suo atteggiamento di ostilità nei confronti del mondo contemporaneo si amplifica, assumendo dei toni di forte polemica. Diventa un rivoluzionario, anticlericale, anarchico e reazionario contro il mondo circostante e ritiene che l’unica persona autentica in questo periodo sia Garibaldi, visto come un eroe e un simbolo di un’Italia diversa, più giusta e più forte.
L’incontro con la regina Margherita e l’adesione alla monarchia
L’incontro con la regina Margherita a Bologna, nel novembre del 1878, fu così soddisfacente che il poeta decise di scriverle un’ode intitolata “Alla regina d’Italia”, avviandosi così, definitivamente, verso gli ideali monarchici. In questo momento Giosuè Carducci diventa il poeta ufficiale della monarchia sabauda e questa ufficialità gli consentì di ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel 1906, sebbene fosse già ammalato; la morte sopraggiungerà nel 1907 a Bologna nel suo appartamento. Le generazioni nuove guardano a Carducci come al grandissimo, al sommo poeta, insieme all’emergente D’Annunzio.
Le opere di Giosuè Carducci: un percorso tra poesia e impegno civile
Non è facile seguire l’evoluzione dell’attività poetica di Giosuè Carducci, data l’organizzazione difforme dei suoi componimenti, la cui sistemazione definitiva fu resa nota solamente più tardi nell’edizione delle Opere, pubblicate fra il 1889 e il 1909.
L’organizzazione delle opere di Carducci e l’edizione definitiva
L’opera omnia di Carducci è suddivisa in venti volumi, a cui si aggiungono dieci volumi di scritti sparsi, pubblicati postumi. La sistemazione delle poesie segue un criterio cronologico e tematico, che permette di seguire l’evoluzione della poetica carducciana.
L’elenco delle opere di Giosuè Carducci
- Rime (1850-1857)
- Inno a Satana (1863)
- Levia Gravia (1861-1871)
- Poesie (1871)
- Primavere elleniche (1872)
- Nuove poesie (1873)
- Intermezzo (1874-1875)
- Odi barbare (1877)
- Juvenilia (1850-1860)
- Giambi ed Epodi (1867-1879)
- Nuove odi barbare (1882)
- Rime nuove (1861-1887)
- Terze odi barbare (1889)
- Rime e ritmi (1887-1899)
Le tematiche della poesia di Giosuè Carducci: natura, storia e impegno civile
La poesia di Carducci affronta vari argomenti e varie fasi che rispecchiano la vita dell’autore. In tutti questi stadi è comunque ostile all’amore e al sentimentalismo romantico a cui contrappone una ricerca di ordine, un ideale rigoroso e una poesia forte. Non può accettare la corruzione intellettuale e politica e a questi disvalori ribatte con un ordine estetico, con una poesia che si ispira ai grandi modelli del passato.
Il rifiuto del sentimentalismo romantico e la ricerca di una poesia forte
La sua poesia, inoltre, guarda alla storia e al passato come modelli attendibili che possono servire anche per la contemporaneità. La natura, in particolare quella aspra e selvaggia della Maremma, è un altro tema ricorrente, così come l’impegno civile, che si esprime nella celebrazione dei valori risorgimentali e nella critica alla classe politica postunitaria. Carducci, nelle sue opere, non si limita a celebrare il passato, ma lo interroga per cercare risposte alle domande del presente, per trovare una guida per l’azione e per la costruzione di un futuro migliore.
Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia