Poeta, scrittore e critico letterario, Giosuè Carducci (1835-1907) ci ha fatto sognare con le sue poesie ancorate in un mondo antico e libero. Carducci è stato anche il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nonché primo italiano in assoluto, insieme a Camillo Golgi, a vincere tale premio nel 1906. Eugenio Donadoni disse di lui “Carducci è l’ultimo dei poeti dell’Italia antica, più che il primo dei poeti dell’Italia nuova”.
Ecco le 5 poesie più belle di Giosuè Carducci!
Poesie di Giosuè Carducci: San Martino
San Martino, una delle poesie più belle di Giosuè Carducci, fa parte della raccolta Rime nuove, che raccoglie liriche scritte dal 1861 al 1887. Il testo autografo riporta il titolo Autunno con la data “8 dicembre 1883: finito ore 3 pomeridiane”.
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’ esuli pensieri,
Nel vespero migrar.
In riva al mare
In riva al mare è una delle poesie più belle di Giosuè Carducci e si basa sulla similitudine tra il petto dell’autore e il mar Tirreno.
Tirreno, anche il mio petto è un mar profondo,
E di tempeste, o grande, a te non cede:
L’anima mia rugge ne’ flutti, e a tondo
Suoi brevi lidi e il picciol cielo fiede.
Tra le sucide schiume anche dal fondo
Stride la rena: e qua e là si vede
Qualche cetaceo stupido ed immondo
Boccheggiar ritto dietro immonde prede.
La ragion de le sue vedette algenti
Contempla e addita e conta ad una ad una
Onde belve ed arene invan furenti:
Come su questa solitaria duna
L’ire tue negre e gli autunnali venti
Inutil lampa illumina la luna.
Poesie di Giosuè Carducci: Pianto antico
Pianto antico è una delle poesie più belle di Giosuè Carducci e fa parte della raccolta Rime nuove, che raccoglie liriche scritte dal 1861 al 1887. La poesia è dedicata al figlio Dante, morto a soli 3 anni di età, molto probabilmente di tifo.
L’albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da’ bei vermigli fior,
Nel muto orto solingo
Rinverdí tutto or ora
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l’inutil vita
Estremo unico fior,
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol piú ti rallegra
Né ti risveglia amor.
Di notte
Di notte è una delle poesie più belle di Giosuè Carducci e parla della notte e del suo significato intimo e profondo per il poeta.
Pur ne l’ombra de’ tuoi lati velami
Gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi
Crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami,
E con te sola il mio cuor solo stassi.
Di quai d’ozio promesse adempi e sbrami
Gl’irrequïeti miei spiriti lassi?
E qual doni potenza a i pensier grami
Onde a l’eterno o al nulla errando vassi?
O diva notte, io non so già che sia
Questo pensoso e presago diletto
Ove l’ire e i dolor l’anima oblia:
Ma posa io trovo in te, qual pargoletto
Che singhiozza e s’addorme de la pia
Ava abbrunata su l’antico petto.
Poesie di Giosuè Carducci: Passa la nave mia
Passa la nave mia è una delle poesie più belle di Giosuè Carducci e parla delle ferite del poeta che sono come le vele nera di una nave. Riuscirà il poeta a superare il “selvaggio mare”?
Passa la nave mia con vele nere,
Con vele nere pe ‘l selvaggio mare.
Ho in petto una ferita di dolore,
Tu ti diverti a farla sanguinare.
È, come il vento, perfido il tuo core,
E sempre qua e là presto a voltare.
Passa la nave mia con vele nere,
Con vele nere pe ‘l selvaggio mare.
Fonte immagine: Pixabay