Gli investigatori del paranormale: chi sono e cosa fanno?

Gli investigatori del paranormale: i luoghi dove operano sono abbandonati e spesso infestati

Il mondo del paranormale e dell’occulto è sempre esistito: ha spaventato alcuni e affascinato altri, alcuni ne hanno abbracciato così tanto il mistero da far nascere una nuova figura, quella degli investigatori del paranormale. Sebbene non tutti credano in questo campo, quella degli investigatori del paranormale è una vera e propria attività, esercitata con strumenti appositi ed una équipe pronta a documentare ogni evento. Andiamo a scoprire insieme chi sono e come svolgono il loro lavoro.

Gli investigatori del paranormale: chi sono?

Generalmente gli investigatori del paranormale sono persone comuni, come nel caso dei celebri coniugi Ed e Lorraine Warren, spinte da episodi vissuti in prima persona o dalla semplice passione per questo mondo misterioso. Sebbene le prime ricerche sistematiche risalgano alla fine del XIX secolo con la fondazione di organizzazioni come la Society for Psychical Research, la figura moderna è spesso un appassionato che intraprende questo percorso in modo indipendente. La loro ricerca può avvenire per desiderio personale, recandosi in luoghi abbandonati, oppure possono essere ingaggiati da terzi, come famiglie che ritengono di vivere fenomeni inspiegabili. Un esempio in Italia è il GHT, un gruppo che si avvale di diversi membri, dal tecnico alla sensitiva.

La figura dell’investigatore del paranormale è ancora molto dibattuta: molte persone sono scettiche e, per questo motivo, chi opera nel settore ha la consapevolezza che si tratta di un’attività che difficilmente può costituire un salario primario.

Gli investigatori del paranormale: cosa fanno?

Gli investigatori del paranormale iniziano il loro lavoro recandosi sul luogo presumibilmente infestato per condurre un’indagine, utilizzando una serie di strumenti specifici. L’obiettivo è documentare dati anomali che potrebbero, secondo loro, indicare la presenza di un’entità.

La cassetta degli attrezzi dell’investigatore del paranormale

Strumento Funzione presunta
K2 meter (rilevatore EMF) Misura i campi elettromagnetici (EMF). Si basa sulla teoria che le entità spirituali possano manipolare l’energia per manifestarsi.
Spirit box Scansiona rapidamente le frequenze radio, creando un rumore bianco. L’idea è che gli spiriti possano usare questi frammenti audio per formare parole.
Registratore per EVP Cattura i fenomeni della voce elettronica (EVP), ovvero voci o suoni non udibili a orecchio nudo al momento della registrazione.
Fotocamera full spectrum Macchina fotografica modificata per catturare luce al di fuori dello spettro visibile umano (infrarosso e ultravioletto), dove si crede possano manifestarsi le entità.

Durante un’indagine, gli investigatori iniziano a porre domande nell’ambiente, come se parlassero con una persona, mentre monitorano un K2 meter. Se il dispositivo si illumina, segnalando un picco nel campo elettromagnetico, viene interpretato come una possibile risposta. A quel punto si possono utilizzare altri dispositivi. Le macchine fotografiche modificate, ad esempio, cercano di catturare la presenza di spiriti, che secondo la teoria si manifesterebbero come piccole sfere luminose dette “orbs”.

Inoltre, possono avvalersi di una spirit box per tentare una comunicazione diretta o di un registratore digitale per catturare EVP (Electronic Voice Phenomena). Questi ultimi sono suoni e voci a frequenze che l’orecchio umano non percepisce, ma che un registratore potrebbe catturare. Verità o no, il lavoro dell’investigatore del paranormale è un’attività ben organizzata e senza dubbio affascinante.

Immagine di copertina da pixabay.com

Articolo aggiornato il: 05/09/2025

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A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

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