Higuchi Ichiyō, la scrittrice più importante dell’era Meiji

Higuchi Ichiyō, la scrittrice più importante dell'era Meiji

L’era Meiji corrisponde al momento di apertura del Giappone al mondo occidentale, dopo un’epoca che era stata invece caratterizzata dalla chiusura completa e da una forte censura nei confronti di qualsiasi tipo di idea contraria a quella dello shogunato. È proprio durante l’era Meiji che in Giappone nasce e si sviluppa una delle scrittrici più importanti della sua storia letteraria: Higuchi Ichiyō, considerata non solo la scrittrice più importante dell’era Meiji, ma soprattutto la prima vera e propria scrittrice di professione in Giappone.

La straordinaria ma breve vita di Higuchi Ichiyō

Higuchi Ichiyō è in realtà lo pseudonimo di Higuchi Natsuko, nata a Tokyo nel 1872 da una famiglia che decise di trasferirsi nella capitale con la speranza di migliorare le proprie condizioni di vita, pur non essendo una famiglia povera. La vita di Higuchi Ichiyō è stata caratterizzata da diversi episodi negativi, che non hanno profondamente segnato solo lei stessa, bensì anche i suoi romanzi. Passa la sua infanzia da un luogo all’altro, a causa del lavoro dei genitori, poiché la madre è una balia e il padre fa diversi lavori per far vivere la sua famiglia, ma soprattutto anche per far studiare sua figlia. Infatti, lei studia fino agli undici anni, momento in cui la madre cominciò ad opporsi all’idea che lei continuasse gli studi perché faceva parte di quella società ancora radicata nell’idea di ryosaikenbo, cioè quella di buona moglie e saggia madre, ma anche perché a quell’epoca erano veramente poche le donne che continuavano gli studi dopo l’istruzione primaria, che era l’unica obbligatoria sia per i maschi che per le femmine. Studiare, per Higuchi Ichiyō, era diventato una vera e propria ragione di vita, e il non poterlo più fare causò in lei un grande dolore. Infatti, sin da subito, si potevano notare le sue spiccate abilità nella scrittura, che facevano sembrare i suoi scritti come se fossero stati prodotti da una donna che aveva vissuto molto di più di quei pochi anni che lei ha veramente passato in vita. Grazie a suo padre, riesce però ad iscriversi alla scuola di poesia Haginoya, fondata in quel periodo da Nakajima Utako, nella quale studia con altre ragazze che creano in lei una sorta di senso di inferiorità, poiché erano molto più ricche. Il peggioramento della sua condizione economica, la obbliga dapprima a dover lasciare la scuola e poi a lavorare lì come assistente di Nakajima Utako, ma è una situazione che dura per poco, poiché si sentiva come sfruttata dalla maestra, che è rimasta per lei sempre un punto di riferimento nella sua vita. Una figura importante nella sua vita è stata Nakarai Tōsui, il suo mentore per le pubblicazioni dei suoi romanzi, con il quale non aveva un rapporto ben definito che ha causato numerosi pettegolezzi nei loro confronti, che hanno influenzato tantissimo la sua scrittura. È morta a soli 24 anni a causa della tubercolosi, malattia che l’ha indebolita sempre di più, ma ha lasciato a noi una serie di racconti e romanzi che mostrano tutta la sua abilità nella scrittura, con la quale descrive la faccia della condizione delle donne giapponesi all’epoca.

Ad oggi, Higuchi Ichiyō è una delle donne presenti sulle banconote giapponesi, rappresentata sulla banconota da 5000 yen, mentre un’altra donna è Murasaki Shikibu, presente sulla banconota da 2000 yen.

L’inizio della carriera da scrittrice

La carriera da scrittrice di Higuchi Ichiyō comincia in un momento della sua vita in cui era diventata estremamente povera e nota che una sua collega della Haginoya, la scrittrice Tanabe Kaho, aveva cominciato a guadagnare grazie alla pubblicazione di un suo romanzo. Dunque, unisce la sua grande vocazione di scrittrice all’idea di scrivere per poter guadagnare da vivere e trova come suo sponsor Nakarai Tōsui, un giornalista fondatore della rivista Musashino. Così, Higuchi Ichiyō comincia a pubblicare i suoi romanzi e, soprattutto, a diventare piuttosto celebre, tant’è che dopo la sua morte in tenera età molte riviste iniziarono addirittura a contendersi i suoi scritti per la loro pubblicazione. 

Yamizakura, conosciuto in Italia con il titolo di Fiori di ciliegio al crepuscolo, è il primo racconto che Higuchi Ichiyō pubblica sulla rivista Musashino. La trama narra la storia di due ragazzi, una quindicenne e un ventunenne che sono sempre cresciuti insieme, ma che sono diventati oggetto di un pettegolezzo che non fa bene alla salute della ragazza. 

Dopo il primo racconto, Higuchi Ichiyō  ne scrive tantissimi altri, come Wakarejimo (L’ultima brina di primavera), Umoregi (Una vita sepolta), Yuki no Hi (Giorno di neve) e Otsugomori (L’ultimo dell’anno), ma i suoi romanzi più belli, considerati dei veri e propri capolavori, sono i tre a seguire.

Takekurabe (Schiena contro schiena) racconta la storia di tre bambini che vivono alle porte del quartiere Yoshiwara, il quartiere dei piaceri più importante della città di Tokyo. Sono due bambini, Nobu e Shota, e una bambina, Midori. Tutti e tre hanno il loro futuro già scritto: i bambini prenderanno il posto dei loro padri nel loro lavoro, quindi uno diventerà un usuraio e l’altro un sacerdote in un tempio buddhista, mentre Midori diventerà una prostituta come sua sorella, che lavora proprio a Yoshiwara. Con questo romanzo, attraverso i comportamenti dei bambini, ma soprattutto di Nobu, che è ben consapevole che si arricchirà facendo l’usuraio, la scrittrice ha voluto segnare il passaggio dall’innocenza alla loro consapevolezza del destino che, purtroppo (in alcuni casi), li aspetta. 

Jusan’ya (La tredicesima notte) è un romanzo nel quale Higuchi Ichiyō racconta molti aspetti della società dell’epoca. La tredicesima notte è quella nella quale la protagonista, una donna sposata con un uomo molto ricco (che mantiene anche suo fratello), si reca dai suoi genitori per confessargli di voler lasciare il marito, che sebbene sembri amarla alla follia, la maltratta. Inoltre, per l’epoca, separarsi dal proprio marito era visto come una vergogna, ma soprattutto conduceva molte donne a trovarsi in una condizione di inferiorità non solo sociale, ma anche economica. Sono proprio questi motivi a comporre il fil-rouge di tutto il romanzo, nel quale l’infelicità rappresenta l’elemento centrale.

L’ultimo dei tre è Nigorie (Acque torbide), anch’esso ambientato in un quartiere di piacere, Shinkai, nel quale vive e lavora una prostituta di nome Oriki, molto più bella e avvenente rispetto alle sue colleghe. Si innamora di un buon a nulla che ha una moglie e un figlio con i quali litiga e per questo motivo termina la sua relazione con Oriki. Quest’ultima, invece, trova un altro uomo che la ama, ma che lei non amava come il suo amore precedente. Il romanzo racconta di questi due amanti e dell’evoluzione della loro storia, e in alcune scene essa è raccontata direttamente e solamente dai commenti dei passanti, tirando in ballo, ancora una volta, il tema del pettegolezzo. 

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Lucrezia Stefania Scoppetta

Ciao! Sono Lucrezia, ho 21 anni. Frequento l’università “L’Orientale” di Napoli, dove studio lingua e letteratura inglese, giapponese, e portoghese.

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