I mitici Dioscuri: Castore e Polluce fra arte e mitologia

I mitici Dioscuri

Con il termine Dioscuri, dal greco “figli di Zeus”, vengono identificati Castore e Polluce, i mitici fratelli che, simbolo di unione indissolubile, alternano la loro esistenza fra l’Olimpo e gli Inferi.

I mitici Dioscuri: la storia del loro legame

Castore e Polluce, secondo una delle versioni più antiche del mito, furono generati (insieme a Elena) dall’unione di Leda con Zeus, trasformatosi in cigno: i Dioscuri, quindi, sarebbero nati da un uovo. Domatore di cavalli il primo (Castore) e abile pugile il secondo (Polluce), i due fratelli erano inseparabili.

Una versione più tarda e diffusa della leggenda li considera invece fratellastri: Polluce, immortale, sarebbe figlio di Zeus e Leda, mentre Castore, mortale, sarebbe figlio di Leda e di suo marito Tindaro, re di Sparta (per questo sono noti anche come Tindaridi). Questa duplice natura è al centro del loro mito. Durante uno scontro per il ratto delle Leucippidi, Castore perse la vita. Polluce, disperato, chiese al padre Zeus di poter condividere la propria immortalità con il fratello. Commosso da tale amore fraterno, Zeus concesse loro di vivere per sempre insieme, trascorrendo un giorno nell’Olimpo tra gli dèi e il giorno successivo nell’Erebo, il regno dei morti.

Castore Polluce
Padre: Tindaro (Re di Sparta) Padre: Zeus (Padre degli dèi)
Natura: Mortale Natura: Immortale (semidio)
Abilità: Domatore di cavalli Abilità: Pugile invincibile

Il culto dei Dioscuri in Grecia e Magna Grecia

Il culto dei Dioscuri ebbe origine nella regione greca della Laconia (la cui capitale era Sparta) ma si diffuse in tutta la Grecia e nelle colonie della Magna Grecia. Erano venerati come protettori degli atleti negli agoni ginnici e nelle gare equestri. Inoltre, in quanto divinità della luce, erano invocati come protettori dei naviganti: si credeva che apparissero sotto forma di fuochi di Sant’Elmo sulle alberature delle navi durante le tempeste. A Napoli, sui resti di un antico tempio a loro dedicato, sorge oggi la Basilica di San Paolo Maggiore in piazza San Gaetano, a testimonianza della profonda devozione della città.

I Dioscuri a Roma: protettori della Repubblica

Il culto dei Dioscuri fu introdotto a Roma in epoca molto antica, dove assunsero il ruolo di divinità protettrici della cavalleria e della Repubblica. Secondo la leggenda, durante la Battaglia del Lago Regillo (496 a.C.), i Romani, in difficoltà contro i Latini, videro apparire due misteriosi cavalieri che li guidarono alla vittoria, per poi abbeverare i loro cavalli alla fonte di Giuturna nel Foro Romano prima di svanire. Riconosciuti come Castore e Polluce, in loro onore fu eretto un tempio nel cuore del Foro, i cui imponenti resti sono ancora oggi visibili all’interno del Parco Archeologico del Colosseo.

Dalla mitologia all’astronomia: la costellazione dei Gemelli

L’eredità dei Dioscuri si estende oltre la Terra, fino al cielo. Castore e Polluce sono infatti ricordati dall’astronomia moderna: a loro è dedicata la costellazione dei Gemelli, una delle più riconoscibili del cielo notturno, le cui due stelle principali portano i loro nomi: Castore (α Geminorum) e Polluce (β Geminorum). In astrologia, il segno zodiacale dei Gemelli, che comprende i nati fra il 21 maggio e il 21 giugno, è direttamente associato al mito dei due inseparabili fratelli.

Le vicende dei Dioscuri sono state oggetto di innumerevoli opere d’arte: da pitture vascolari e monete d’età classica a dipinti e sculture d’età moderna, l’immagine dei due gemelli, spesso a cavallo e con un copricapo a forma di guscio d’uovo (il pilos), è uno dei temi più ricorrenti della cultura occidentale.

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Articolo aggiornato il: 02/10/2025

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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