Il teru teru bōzu (てるてる坊主) è un amuleto tradizionale giapponese, una semplice bambolina fatta a mano usata come talismano per allontanare la pioggia e invocare il bel tempo. Questa usanza è particolarmente sentita durante la tsuyu, la stagione delle piogge che caratterizza il Giappone tra giugno e luglio. Appese fuori dalle finestre o sui balconi, queste figure spettrali ma benevole sono un elemento iconico del folclore nipponico, soprattutto tra i bambini che sperano in una giornata di sole per poter giocare all’aperto.
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Cos’è e come si fa un teru teru bōzu
Il nome “teru teru bōzu” si traduce letteralmente come “monaco splendente”. “Teru” (照る) significa “splendere” o “far bel tempo”, mentre “bōzu” (坊主) indica un monaco buddista, richiamando la testa calva e tonda della bambola. Costruire un teru teru bōzu è un’attività molto semplice, che richiede pochi materiali di uso comune. Per crearne uno servono principalmente: un pezzo di stoffa o un fazzoletto (tradizionalmente bianco), una pallina da ping pong o del cotone per fare la testa, e un filo o un nastro per legarla.
Il procedimento è immediato: si posiziona la pallina al centro del tessuto per formare la testa e si lega la base con il filo, lasciando che il resto della stoffa ricada come un vestito. Infine, con dei pennarelli si disegna un viso sorridente. Una volta completato, l’amuleto viene appeso all’esterno delle case, pronto a compiere il suo dovere.
Le origini del teru teru bōzu tra leggenda e storia
La tradizione di creare queste bamboline anti-pioggia risale al periodo Edo (1603-1868) in Giappone. Sebbene oggi sia un’usanza allegra, le sue origini sono legate a storie più oscure. Una leggenda narra di un monaco che promise a un villaggio di fermare una pioggia torrenziale che stava rovinando i raccolti. Dopo aver fallito, venne giustiziato. Si dice che il suo spirito continui a vegliare sul tempo.
Un’altra storia popolare racconta di Amefushi, uno spirito dispettoso che causa le giornate di pioggia per impedire ai bambini di giocare. I teru teru bōzu, con il loro aspetto, avrebbero il potere di spaventarlo e allontanarlo. È probabile che la pratica, come altre usanze del folclore giapponese, sia stata importata dalla Cina durante il periodo Heian. In Cina esisteva una tradizione simile con una bambola di carta a forma di ragazza, chiamata Sō-Chin-nyan (掃晴娘), letteralmente “la ragazza che spazza il bel tempo”. La sua leggenda racconta di una giovane sacrificatasi per salvare la sua città da un’alluvione e ascesa al cielo come divinità per spazzare via le nuvole minacciose.
Il significato di appenderlo dritto o capovolto
Il modo in cui il teru teru bōzu viene appeso cambia completamente la sua funzione. Appenderlo dritto è una preghiera per il sole e il bel tempo. Se il desiderio si avvera, la tradizione vuole che la bambola venga ringraziata versandole sulla testa del sakè sacro per poi lasciarla andare in un fiume. Se invece si desidera la pioggia, l’amuleto va appeso capovolto, a testa in giù. In questo caso prende il nome di fure fure bōzu (“monaco piovoso”).
Questa dualità rende il teru teru bōzu un talismano meteorologico versatile, la cui efficacia, secondo la credenza popolare, è legata al rispetto dei rituali.
Azione eseguita | Significato o conseguenza |
---|---|
Appenderlo dritto | Richiesta di sole e bel tempo |
Appendere al contrario (a testa in giù) | Richiesta di pioggia |
Il desiderio di sole si avvera | Si ringrazia con sakè e lo si affida a un fiume |
Il desiderio non si avvera | La bambola viene “punita” (simbolicamente, come nella canzone) |
La canzone popolare e la sua inquietante minaccia
Associata a queste bamboline esiste una famosa filastrocca (warabe uta), composta nel 1921 da Kyoson Asahara e musicata da Shinpei Nakayama. La canzone è molto popolare tra i bambini, che la cantano mentre appendono i loro amuleti. Il testo, apparentemente innocente, nasconde una minaccia nell’ultima strofa, che riflette le origini più severe della leggenda.
Di seguito il testo originale, la traslitterazione in rōmaji e la traduzione italiana, che evidenzia la promessa di un premio in caso di successo e di una punizione in caso di fallimento.
てるてる坊主てる坊主 あした天気にしておくれ
いつかの夢の空のよに
晴れたら金の鈴あげよ
てるてる坊主てる坊主
あした天気にしておくれ
私の願を聞いたなら
あまいお酒をたんと飲ましょ
てるてる坊主てる坊主
あした天気にしておくれ
それでも曇って泣いたなら そなたの首をチョンと切るぞ
Teru-teru-bōzu, teru bōzu, ashita tenki ni shite o-kure.
Itsuka no yume no sora no yō ni,
haretara kin no suzu ageyo.
Teru-teru-bōzu, teru bōzu,
ashita tenki ni shite o-kure.
Watashi no negai wo kiita nara,
amai o-sake wo tanto nomasho.
Teru-teru-bōzu, teru bōzu,
ashita tenki ni shite o-kure.
Sore de mo kumotte naitara, sonata no kubi wo chon to kiru zo.
Teru Teru Bōzu, Teru Bōzu, portami il sole domani
Se il cielo sarà sereno come lo sogno
ti regalerò un campanello dorato.
Teru Teru Bōzu, Teru Bōzu
portami il sole domani
Se ascolterai le mie preghiere
ti donerò del sakè dolce.
Teru Teru Bōzu, Teru Bōzu
portami il sole domani
Ma se sarà nuvoloso e piangerai (pioverà), allora ti staccherò la testa.
Questa “minaccia” finale non va intesa alla lettera, ma rappresenta un elemento del folclore che, secondo alcuni studiosi come quelli citati negli archivi di studi asiatici, lega l’amuleto a riti antichi dove il fallimento di un rituale poteva avere conseguenze ben più serie. Oggi, l’abitudine di appendere i teru teru bōzu è diffusa soprattutto come un gioco e una speranza per occasioni speciali, come gite scolastiche, matrimoni o picnic.
Articolo aggiornato il: 13/10/2025