Un bonsai (盆栽) è un albero in miniatura coltivato in un vaso basso, una vera e propria opera d’arte vivente che rappresenta l’essenza della natura in una forma ridotta. Tipico della cultura giapponese, non è un albero geneticamente nano, ma il risultato di anni di cure e tecniche specifiche applicate a una pianta normale. Ma quali sono le sue origini e il suo profondo valore simbolico?
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Dalla Cina al Giappone: le origini dell’arte bonsai
L’antica arte di coltivare alberi in miniatura ebbe origine in Cina oltre mille anni fa, con il nome di penjing (盆景). I cinesi usavano tecniche particolari per ricreare nei vasi interi paesaggi naturali in scala ridotta. Quest’arte fu introdotta in Giappone durante il periodo Heian (794-1185), probabilmente grazie ai monaci buddisti zen. Furono i giapponesi a perfezionare e codificare la tecnica, concentrandosi sull’estetica del singolo albero e sviluppando gli stili che conosciamo oggi. Il termine giapponese bonsai (盆栽) significa letteralmente “piantato in un vassoio”. Durante il periodo Edo (1603-1868), l’arte del bonsai si diffuse in tutta la popolazione, diventando un elemento fondamentale della tradizione giapponese.
Le tecniche fondamentali per creare un bonsai
La forma di un bonsai è il risultato di un’applicazione paziente e artistica di diverse tecniche. Le principali sono:
Potatura: si interviene sia sui rami, per definire la forma della chioma e incoraggiare la crescita di foglie più piccole, sia sulle radici, durante il rinvaso, per permettere alla pianta di prosperare in uno spazio limitato.
Legatura con filo: si avvolge del filo di rame o alluminio attorno al tronco e ai rami per piegarli e orientarli nella direzione desiderata, modellando così la struttura dell’albero nel tempo.
Defogliazione: in alcune specie, si rimuovono le foglie durante la stagione di crescita per stimolare la nascita di un nuovo fogliame più piccolo e fitto.
I principali stili del bonsai giapponese
| Stile | Descrizione della forma |
|---|---|
| Eretto formale (chokkan) | Il tronco è perfettamente dritto e verticale, con una base solida e rami simmetrici. |
| Eretto informale (moyogi) | Il tronco presenta delle curve sinuose ma la sua cima è allineata con la base, evocando un albero in natura. |
| Inclinato (shakan) | Il tronco cresce con una forte inclinazione, come un albero piegato dal vento su una scogliera. |
| Cascata (kengai) | La chioma scende al di sotto della base del vaso, rappresentando un albero che cresce su un dirupo. |
Tipologie e il profondo simbolismo del bonsai
Esistono centinaia di specie adatte a diventare bonsai, ma si possono dividere in due grandi gruppi: gli shohaku (松柏), principalmente conifere sempreverdi come pini e ginepri, e gli zoki (雑木), alberi a foglia caduca che cambiano con le stagioni, come aceri e olmi. Alcuni bonsai secolari sono considerati tesori nazionali in Giappone, come documentato da importanti istituzioni come il Crespi Bonsai Museum. Ogni elemento è pianificato per suscitare un’emozione e raccontare una storia. I significati più comuni associati a un bonsai includono l’armonia tra uomo e natura, l’equilibrio tra le forze e la pazienza. La cura di un bonsai è infatti una forma di meditazione, un invito a rallentare e a connettersi con il ciclo della vita. Per chi desidera iniziare, specie come il Ficus ginseng sono spesso consigliate perché più resistenti e adatte alla coltivazione in appartamento, come indicato da centri botanici autorevoli quale il Brooklyn Botanic Garden.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 27/09/2025

