Carbonio-14: cos’è e come funziona la datazione al radiocarbonio

Il carbonio-14, l'isotopo della storia

Il carbonio è uno degli elementi chimici più abbondanti sulla Terra e il fondamento di tutti gli organismi viventi. In natura, il carbonio si presenta in tre forme principali, o isotopi: due stabili, il carbonio-12 (il più comune) e il carbonio-13, e uno instabile e radioattivo, il carbonio-14 (noto anche come radiocarbonio). È proprio quest’ultimo a fornirci un potente strumento per guardare indietro nel tempo.

Come si forma il carbonio-14 e perché è radioattivo

Il carbonio-14 si forma continuamente nell’alta atmosfera. I raggi cosmici, particelle ad alta energia provenienti dallo spazio, colpiscono gli atomi di azoto presenti nell’aria. Questa interazione innesca una reazione nucleare che trasforma un protone di un atomo di azoto-14 in un neutrone, dando così origine a un atomo di carbonio-14. Questo isotopo è radioattivo perché il suo nucleo, con 6 protoni e 8 neutroni, è instabile. Per tornare a una configurazione stabile, decade nel tempo, ri-trasformandosi in azoto-14 attraverso un processo chiamato decadimento beta. Il tempo necessario affinché metà degli atomi di carbonio-14 in un campione decada è chiamato emivita, e corrisponde a circa 5.730 anni.

Il principio della datazione al carbonio-14

La datazione al radiocarbonio è una tecnica fondamentale per determinare l’età di materiali organici. Il suo principio è tanto semplice quanto geniale: finché un organismo (pianta o animale) è vivo, assorbe costantemente carbonio dall’ambiente (attraverso la fotosintesi o l’alimentazione), mantenendo al suo interno lo stesso rapporto tra carbonio-14 e carbonio-12 presente nell’atmosfera. Quando l’organismo muore, smette di assorbire nuovo carbonio. Da quel momento, il carbonio-12 stabile rimane, mentre il carbonio-14 radioattivo inizia a decadere a un ritmo costante e prevedibile (la sua emivita). Misurando la quantità residua di carbonio-14 in un reperto e confrontandola con quella del carbonio-12, gli scienziati possono calcolare quanto tempo è trascorso dalla sua morte. Questo metodo, come spiegato da istituti di ricerca come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), permette di datare reperti fino a circa 50.000 anni fa.

Applicazioni della datazione al carbonio-14

Questa tecnica ha rivoluzionato l’archeologia, la paleontologia e le scienze della Terra. Permette agli studiosi di ottenere informazioni preziose sulla cronologia delle epoche passate.

Campo di applicazione Esempi di materiali databili
Archeologia Resti umani (ossa, capelli), tessuti, legno, semi, ceramiche con residui organici, pergamene.
Paleontologia Fossili non completamente mineralizzati di animali e piante del Pleistocene.
Geologia e climatologia Sedimenti, depositi di ghiaccio, torba. Aiuta a ricostruire la storia ambientale e climatica della terra.
Storia dell’arte Datazione di tele, tavole di legno di dipinti, manoscritti e altri manufatti per verificarne l’autenticità.

Un caso di studio famoso: la sacra sindone

Uno degli esempi più celebri dell’uso del carbonio-14 è la datazione della Sacra Sindone di Torino. Nel 1988, campioni del lenzuolo di lino furono analizzati da tre laboratori indipendenti, tra cui quello della prestigiosa Università di Oxford. I risultati indicarono che il tessuto risale a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390, con una probabilità del 95%. Questo collocherebbe il telo in epoca medievale e non al tempo di Cristo. Tuttavia, i risultati sono ancora oggi oggetto di dibattito, con alcuni che ipotizzano la possibilità di contaminazioni successive che potrebbero aver “ringiovanito” il campione, alterando la datazione.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.

Articolo aggiornato il: 19/09/2025

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