Il palazzo della memoria: come funziona il metodo dei loci

Il palazzo della memoria: Storie memorabili - Il metodo dei loci

Il metodo dei loci, anche detto palazzo della memoria, è una tecnica mnemonica usata sin dagli antichi romani e greci, compare infatti in opere come il De Oratore di Marco Tullio Cicerone, ed è usata anche da Sherlock Holmes nell’omonima serie su Netflix.

In cosa consiste il palazzo della memoria?

Innanzitutto, bisogna sapere che generalmente tendiamo a ricordare le informazioni più strane rispetto alla nostra quotidianità, e quelle più frequenti. Per memorizzare una serie di informazioni, come ad esempio una lista della spesa, bisogna convertirle in immagini e con esse creare una storia bizzarra. Ogni immagine, poi, va attaccata ad un “gancio”, cioè un elemento (mentale o concreto) che ci permetta, pensando al gancio, di rievocare le immagini e le informazioni che rappresentano. Costruire un palazzo della memoria significa, infatti, evocare mentalmente un luogo o un percorso a noi familiari e scegliere, al suo interno, una sequenza punti di gancio come se fossero tappe di un percorso da percorrere mentalmente. Immaginiamo ad esempio di voler memorizzare una lista della spesa: farina, lievito, uova, latte, olio.

  • La prima cosa da fare è scegliere un luogo familiare da percorrere in senso orario o antiorario, come ad esempio la nostra cameretta, che funge da palazzo nel quale inserire questa lista.
  • Individuare al suo interno degli oggetti da usare come ganci, ad esempio ingresso, letto, sedia, televisione, armadio.
  • Ora bisogna associare le immagini ai ganci e creare la nostra storia. Immaginiamo di entrare nella nostra cameretta dall’ingresso. Aprendo la porta, cade in testa un sacchetto di farina. Ci togliamo la farina dagli occhi, e quando li riapriamo vediamo un grosso cucchiaio di lievito sdraiato sul letto. Dopo avergli rimboccato le coperte, ci accorgiamo che sulla sedia della scrivania è seduto un gigantesco uovo intento a guardare la televisione. Gli facciamo cambiare canale, ed esce un video di un gatto che beve il latte. Infine, ci avviciniamo all’armadio per cambiarci, ma inciampiamo in una pozza d’olio.

Abbiamo così creato il nostro primo palazzo della memoria. Quando sarà necessario rievocare le informazioni contenute al suo interno, non dobbiamo fare altro che ripercorrerlo nella nostra mente, facendo attenzione a seguire sempre un determinato percorso. Per ricordare più facilmente queste immagini che abbiamo creato, è utile collegare ogni gancio ad un’esperienza sensoriale: per il letto possiamo sentire la sua morbidezza, il colore del legno della porta, la ruvidità del rivestimento della pelle ecc. Inoltre, per memorizzare più facilmente il palazzo creato, bisogna ripercorrerlo diverse volte, seguendo magari il metodo della ripetizione dilazionata.

In conclusione, possiamo dire che il palazzo della memoria è una delle mnemotecniche più formidabili, capace di far memorizzare a lungo termine un enorme numero di informazioni, e questo può essere particolarmente d’aiuto a studenti e lavoratori che hanno necessità di tenere a mente sempre più cose.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo sul metodo dei loci: Freepik

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