Il primo incontro tra europei e africani: quando è avvenuto?

Il primo incontro tra africani ed europei

Per poter comprendere meglio le relazioni antropologiche che, ad oggi, esistono tra le popolazioni del continente europeo e quelle del continente africano, è importante capire il primo incontro tra europei e africani e, dunque, soffermarsi sulle origini delle relazioni tra queste due popolazioni profondamente diverse tra loro e su come i primi hanno sfruttato questo incontro a proprio vantaggio, dall’ambito commerciale a quello culturale.

Lo origini del primo incontro tra europei e africani

I primi incontri tra le popolazioni della costa occidentale (o atlantica) dell’Africa e gli europei risale più o meno al XV secolo, quando gli europei per una serie di ragioni, economiche e commerciali, hanno iniziato ad esplorare l’Atlantico e le sue coste. I primi europei ad affacciarsi sulle coste occidentali dell’Africa sono stati i portoghesi, che venivano da una serie di conquiste e violenze negli arcipelaghi delle Canarie e delle Azzorre. Gli esploratori e conquistatori portoghesi capirono ben presto che con le popolazioni africane non potevano adottare un approccio aggressivo come negli arcipelaghi, poiché le popolazioni africane erano molto abili a difendere le proprie coste con piccole imbarcazioni agili e veloci che mettevano in notevole difficoltà gli imponenti velieri europei. Il primo incontro tra le due civiltà è stato a primi tratti molto violento, ma con il passar dei decenni i portoghesi decisero di adottare un approccio più diplomatico, basato fondamentalmente sul commercio e su uno schema di alleanze con determinate popolazioni o autorità che permettevano ai portoghesi di penetrare nel complesso commercio africano.

Il commercio tra le varie popolazioni africane era fitto e complicato da individuare e manovrare efficientemente, quindi i rapporti commerciali degli europei con queste controparti si è sviluppato sulle orme del commercio transahariano che avveniva tra le popolazioni del Nordafrica, come berberi o arabi, con quelle dell’Africa subsahariana. I portoghesi riuscirono a tessere una rete di scambi commerciali prima con il regno del Mali e con popolazioni del Senegambia scendendo poi sempre più a sud del continente.

La strategia portoghese

 Un tratto che distingue il primo incontro tra gli europei e gli africani da quello tra europei ed amerindiani è sicuramente la strategia europea: mentre nel continente americano gli spagnoli portavano avanti una conquista territoriale con la sottomissione delle civiltà che abitavano quei territori, i portoghesi costruivano solo degli avamposti commerciali lunga la costa dell’Africa che si rivelarono strategici e che furono invidiati da inglesi ed olandesi nei secoli successivi, ovviamente la costruzione di questi avamposti era prima concordata con le autorità africane delle varie regioni (le stesse traevano profitti dal commercio portoghese o anche solo dalla loro presenza nella regione).

I portoghesi riuscirono col passare dei decenni ad estendere la propria rete commerciale fino a sud passando dal regno del Benin, scendendo poi fino al Congo e all’Angola, dove ancora oggi si parla portoghese. In tutte queste regioni la lingua portoghese e il cristianesimo ebbero un’influenza culturale molto importante, prima sui sovrani e poi, conseguentemente, anche sui sudditi. Anche l’aspetto della diplomazia e della mediazione culturale e linguistica ha assunto una rilevanza molto importante, come vedremo proprio nel momento in cui il Portogallo ricevette nella sua capitale Lisbona, svariati rappresentanti diplomatici delle civiltà africane con cui riuscirono ad intraprendere una cooperazione commerciale ad alti livelli.

 

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