Tutti sanno che la lingua portoghese è parlata in Portogallo e in Brasile come lingua nazionale, ma in pochi invece sono al corrente del fatto che anche in Africa ci sono dei Paesi in cui è parlata ed è lingua ufficiale.
Ma perché si parla portoghese in Africa?
La storia della lingua portoghese in Africa è una storia antica, che risale alle prime esplorazioni geografiche del popolo portoghese. Infatti, gli esploratori hanno sempre ambito all’Africa soprattutto per la ricchezza del sottosuolo, ricco di metalli e pietre preziose.
Al di là del Brasile e di altri avamposti sparsi in Asia, come Macao e Goa, l’Impero portoghese comprendeva diversi territori africani. Eppure, se il Brasile ha ottenuto l’indipendenza nel 1822, i Paesi africani hanno dovuto attendere più di un secolo.
António de Oliveira Salazar, dittatore portoghese per oltre 40 anni, considerava le colonie africane come territori portoghesi a tutti gli effetti: tant’è vero che erano chiamate Province d’Oltremare per sottolineare la piena appartenenza alla madrepatria.
L’atmosfera nelle colonie iniziava ad essere aspra; scoppiò una feroce guerra che durò dal 1961 al 1974, nota come guerra coloniale in Portogallo e come guerra di liberazione nelle colonie. La guerra fu sostenuta da diversi partiti politici, tra cui in Angola l’MPLA (Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola), in Mozambico il FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e in Guinea-Bissau e Capo Verde il PAIGC (Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e Capo Verde).
La guerra cessò nel 1974, in concomitanza con la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo e la ritirata delle truppe portoghesi in Africa. Quei territori che erano ancora ufficialmente parte dell’Impero portoghese, ottennero l’indipendenza tra il 1974 e il 1975.
Quali sono i Paesi lusofoni in Africa e chi tutela la lingua?
Bisogna precisare che il portoghese in Africa è lingua ufficiale, ciò significa che non è la lingua madre di tutti gli individui che vivono in tali territori (come in Portogallo e Brasile), ma è la lingua dei media, ma anche dell’amministrazione pubblica e dell’istruzione. La maggior parte parla comunemente lingue africane, come quelle del gruppo bantu in Angola e Mozambico, o creoli, come quello capoverdiano. Rispetto a quello brasiliano, il portoghese d’Africa non ha subito variazioni notevoli e risulta essere molto simile a quello parlato in Portogallo.
Tra le ex colonie portoghesi d’Africa, le più note sono l’Angola e il Mozambico. L’Angola, affacciata sull’Oceano Atlantico, è stata importante durante la tratta degli schiavi, siccome da lì provenivano la maggior parte degli schiavi che lavoravano nelle fazendas brasiliane. Inoltre, le lingue locali come il kimbundu, hanno influenzato notevolmente il lessico del portoghese brasiliano. Parole come samba e cafuné provengono proprio dal kimbundu. Il Mozambico, sull’Oceano Indiano, era invece importante per il commercio con l’Asia e per i ricchi giacimenti di oro e argento.
Anche la Guinea-Bissau (nota prima della decolonizzazione come Guinea portoghese) era destinata al mercato degli schiavi, mentre Capo Verde e São Tomé e Príncipe erano delle piccole isole disabitate prima dell’arrivo dei portoghesi.
La Guinea Equatoriale, ex colonia spagnola, è un caso diverso. Il Paese ha deciso di adottare nel 2007 il portoghese come terza lingua ufficiale, dopo lo spagnolo e l’inglese, con lo scopo di ottenere dei programmi di cooperazione economica e sociale e permettere la libera circolazione dei propri cittadini nei Paesi membri del PALOP.
PALOP è l’acronimo di “Países Africanos de Língua Oficial Portuguesa” e si riferisce ad un’associazione che riunisce tutti i Paesi africani dove il portoghese è lingua officiale. il suo obiettivo è quello di firmare protocolli con altri Paesi e organizzazioni in campi quali la cultura, l’economia o l’istruzione, nonché tutelare l’uso della lingua portoghese.
Le antiche colonie africane fanno anche parte, insieme a Portogallo, Brasile e Timor Est, della CPLP (Comunidade dos Países de Língua Portuguesa), un’associazione il cui scopo è quello di favorire la mutua amicizia e cooperazione tra le nazioni lusofone.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia “Impero portoghese”