Origini e caratteristiche del romanzo epistolare

Romanzo epistolare

L’espressione romanzo epistolare si riferisce a tutte quelle opere il cui ritmo narrativo sia basato sullo scambio di lettere tra i personaggi della storia. 

Le origini di questo particolare tipo di romanzo vanno ricercate nella letteratura classica, più precisamente in quella latina, nella quale troviamo i primissimi testi poetici organizzati in forma epistolare.
L’esempio più famoso sono le Heroides di Ovidio, una raccolta poetica di ventuno lettere d’amore indirizzate alle figure femminili dei miti e delle leggende, come Medea, Arianna, Penelope e molte altre. 

Quello di Ovidio è considerabile un romanzo epistolare ante-litteram: oltre alle Heroides, non vi sono altri esempi nella letteratura classica ascrivibili a questo genere.
Affinché diventi più popolare, dobbiamo spostarci nel Cinquecento, in particolar modo in Europa, periodo durante il quale si afferma la tendenza a pubblicare raccolte epistolari – sebbene non si trattasse ancora di romanzi veri e propri.
Alcuni esempi sono le Lettere di Pietro Arentino e le Lettere di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni di Paolo Manuzio.

Il primo vero e proprio prototipo di romanzo epistolare, tuttavia, non si avrà che nel 1563, con la pubblicazione nella città di Venezia di Lettere amorose di due nobilissimi intelletti di Alvise Pasqualigo.
Con questa opera, possiamo considerare la tradizione del romanzo epistolare, che acquisirà una popolarità sempre maggiore nei secoli a venire, ufficialmente cominciata.

Le caratteristiche

Il ritmo narrativo del romanzo epistolare è interamente affidato ai personaggi che fanno parte della storia: sono loro, attraverso i fatti che raccontano in forma di lettera, che determinano non solo l’andamento, ma anche gli eventi di cui si compone il romanzo.

La forma della lettera, di fatto, riesce a sopperire alla normale prosa di un romanzo e ad esprimere in maniera credibile per il lettore tutti gli elementi necessari per portare avanti la trama, a descrivere il carattere dei personaggi e a designare contesti e ambientazioni funzionali alla trama. 


Anche la forma della lettera stessa può diventare un elemento narrativo, poiché può fornire al lettore un ulteriore appiglio per comprendere anche lo status sociale e il livello d’istruzione dei personaggi in base al modo in cui costoro scrivono.

Infine, la struttura del romanzo epistolare può fungere semplicemente da cornice narrativa, quando è utilizzata dall’autore che immagina di aver ritrovato, per puro caso, le lettere di cui si compone l’opera, e nelle quali è comunque racchiusa tutta la storia. 
Seguendo questa struttura, l’autore ha la possibilità di entrare all’interno dell’opera con il proprio punto di vita esplicito.

Tra gli autori più celebri del genere epistolare nella letteratura inglese ritroviamo sicuramente Samuel Richardson con i famosi romanzi Pamela, o la virtù premiata e Clarissa, Mary Shelley con Frankenstein e La signora di Wildfell Hall di Anne Brontę.
Da notare, come nei casi sopracitati, che il romanzo epistolare permette di sicuro di spaziare tra una vasta quantità di generi, dall’horror al romanzo di costume.

Ritroviamo classici ascrivibili al genere anche nella letteratura italiana, con Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo e Storia di una capinera di Giovanni Verga.
Narrazioni più recenti, comunque, possono decidere di abbandonare la forma della lettera, che risulta inevitabilmente un po’ obsoleta alla luce della sensibilità moderna, in favore di soluzioni narrative più vicine alla contemporaneità, come ad esempio l’e-mail.
Degli esempi calzanti in questo senso sono i romanzi Le ho mai raccontato del vento del Nord di Daniel Glattauer e il suo sequel, la Settima onda. 

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