John Keats nasce a Londra il 31 ottobre del 1795, è stato un grande poeta esponente del romanticismo inglese in particolare della seconda generazione. Nella sua breve vita – morì infatti a soli venticinque anni a Roma nel 1821 – Keats si dedicò incessantemente all’attività letteraria producendo un grande epistolario e numerose odi, oggi conservate e celebrate anche presso la Keats-Shelley House di Roma.
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Le poesie di Keats in sintesi
Per una rapida visione d’insieme, ecco una tabella che riassume i tre componimenti analizzati, evidenziando il loro tema principale e il contesto in cui sono nati.
Poesia / Anno | Tema principale / origine |
---|---|
I cannot exist without you (1819) | Amore totalizzante e ossessivo / Estratto da una lettera a Fanny Brawne. |
La Belle Dame Sans Merci (1819) | Amore illusorio e distruttivo / Ballata di ispirazione medievale. |
You say you love (c. 1817) | Passione non corrisposta, amore fisico / Componimento dedicato a Isabella Jones. |
Le poesie di John Keats più belle e profonde
1. I cannot exist without you (Senza di te)
I cannot exist without you
I am forgetful of every thing but seeing you again
my Life seems to stop there
I see no further.
You have absorb’d me.
I have a sensation at the present moment as though I was dissolving –
I should be exquisitely miserable without the hope of soon seeing you.
I should be afraid to separate myself far from you.
You have ravish’d me away by a Power
I cannot resist: and yet I could resist till I saw you;
and even since I have seen you I have endeavoured often “to reason against the reasons of my Love.”
I can do that no more
the pain would be too great
My Love is selfish
I cannot breathe without you.
Traduzione italiana: Senza di te
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l’anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
Questo testo, pur essendo un estratto da una lettera d’amore del 13 ottobre 1819 indirizzata all’amata Fanny Brawne, possiede un’intensità lirica assoluta. Rappresenta la concezione romantica dell’amore come forza totalizzante che annulla l’identità individuale. L’io del poeta si dissolve nell’altro, mostrando una dipendenza fisica ed esistenziale che trascende il sentimento per diventare una condizione vitale.
2. La Belle Dame Sans Merci (1819)
O what can ail thee, knight-at-arms,
Alone and palely loitering?
The sedge has withered from the lake,
And no birds sing.
O what can ail thee, knight-at-arms,
So haggard and so woe-begone?
The squirrel’s granary is full,
And the harvest’s done.
I see a lily on thy brow,
With anguish moist and fever-dew,
And on thy cheeks a fading rose
Fast withereth too.
I met a lady in the meads,
Full beautiful—a faery’s child,
Her hair was long, her foot was light,
And her eyes were wild.
I made a garland for her head,
And bracelets too, and fragrant zone;
She looked at me as she did love,
And made sweet moan
I set her on my pacing steed,
And nothing else saw all day long,
For sidelong would she bend, and sing
A faery’s song.
She found me roots of relish sweet,
And honey wild, and manna-dew,
And sure in language strange she said—
‘I love thee true’.
She took me to her Elfin grot,
And there she wept and sighed full sore,
And there I shut her wild wild eyes
With kisses four.
And there she lullèd me asleep,
And there I dreamed – Ah! woe betide! –
The latest dream I ever dreamt
On the cold hill side.
I saw pale kings and princes too,
Pale warriors, death-pale were they all;
They cried—‘La Belle Dame sans Merci
Thee hath in thrall!’
I saw their starved lips in the gloam,
With horrid warning gapèd wide,
And I awoke and found me here,
On the cold hill’s side.
And this is why I sojourn here,
Alone and palely loitering,
Though the sedge is withered from the lake,
And no birds sing.
Traduzione: La bella dama senza pietà
Che cosa ti tormenta, o cavaliere in armi,
mentre vaghi pallido e solo?
Sono avvizziti i giunchi del lago,
E nessun uccello canta.
Che cosa ti tormenta, o cavaliere in armi,
Così smunto e desolato?
Pieno è il granaio dello scoiattolo,
E il raccolto è fatto.
Vedo un giglio sulla tua fronte,
ricoperta di umida angoscia e rugiada febbrile;
E sulle tue guance una rosa morente
Anch’essa in fretta appassisce.
Ho incontrato una dama nei prati,
assolutamente bella – figlia d’una fata:
i suoi capelli erano lunghi,
Il suo passo leggero, gli occhi selvaggi.
Le feci una ghirlanda per la testa,
Poi dei braccialetti, e una cintura profumata:
Lei mi guardò come se mi amasse,
Ed emise un dolce gemito.
La posi sul mio cavallo da corsa,
E altro non vidi per quella giornata,
perché si dondolava e cantava
Una canzone fatata.
Mi trovò radici di dolce gusto,
E miele selvatico, e rugiada di manna;
e sicuramente in una lingua strana
Mi diceva “Ti amo per davvero”.
E mi portò alla sua grotta elfica,
e lì pianse e sospirò tristemente;
e chiusi i suoi selvaggi, selvaggi occhi selvaggi,
con quattro baci.
Poi lei mi cullò fino a che non mi addormentai,
e a quel punto sognai – ah! me sciagurato –
l’ultimo sogno che abbia sognato
Sul fianco del colle ghiacciato.
Vidi anche re e principi pallidi,
pallidi guerrieri, tutti erano pallidi come la morte:
“La belle dame sans merci”, gridavano,
“Ti ha reso schiavo”.
Vidi le loro labbra affamate nell’oscurità
Aperte in un orribile grido disperato,
E mi svegliai, ritrovandomi lì,
Sul fianco del colle ghiacciato.
Ed ecco dunque perché dimoro qui,
vagando pallido solo,
Anche se sono avvizziti i giunchi del lago,
E nessun uccello canta.
Composta nel 1819 e pubblicata postuma, questa è una ballata di stampo medievale che esplora il tema della bellezza come potere seduttivo e distruttivo. Il titolo riprende un poema di Alain Chartier. L’opera è una potente allegoria dell’amore come esperienza illusoria che conduce alla perdita di sé e all’alienazione, lasciando l’individuo in un paesaggio desolato che rispecchia la sua aridità interiore.
3. You say you love (Dici di amare)
I
You say you love ; but with a voice
Chaster than a nun’s, who singeth
The soft Vespers to herself
While the chime-bell ringeth-
O love me truly!
II
You say you love; but with a smile
Cold as sunrise in September,
As you were Saint Cupid ‘s nun,
And kept his weeks of Ember.
O love me truly!
III
You say you love but then your lips
Coral tinted teach no blisses,
More than coral in the sea
They never pout for kisses
O love me truly!
IV
You say you love ; but then your hand
No soft squeeze for squeeze returneth,
It is like a statue’s dead
While mine to passion burneth
O love me truly!
V
O breathe a word or two of fire!
Smile, as if those words should burn me,
Squeeze as lovers should O kiss
And in thy heart inurn me!
O love me truly!
Traduzione: Dici di amare
I
Dici di amare, ma con una voce
più casta di quella di una suora che canta
il tenue Vespro della sera a se stessa,
mentre suona la campana a festa…
O amami sul serio!
II
Dici di amare, ma con un sorriso
freddo come un’alba di settembre,
come se fossi la suora di San Cupido
nella settimana di astinenza.
O amami sul serio!
III
Dici di amare, ma poi le tue labbra
color corallo non insegnano gioia
più del corallo stesso nel mare,
non si aprono mai per un bacio…
O amami sul serio!
IV
Dici di amare, ma poi la tua mano
non stringe con dolcezza la mia mano,
è morta come quella di una statua
mentre la mia per la passione brucia.
O amami sul serio!
V
Sospirami qualche parola di fuoco!
Sorridi come se quelle parole mi bruciassero,
stringiti a me come una che ama, o baciami,
e nel tuo cuore seppelliscimi!
O amami sul serio!
Questo componimento, probabilmente risalente al 1817 e dedicato a Isabella Jones, affronta il tema della passione non corrisposta. Attraverso una serie di metafore che contrappongono il calore del poeta alla freddezza dell’amata (“freddo come un’alba di settembre”), Keats esplora la frustrazione di un amore dichiarato a parole ma negato nei fatti e nel corpo. Il ritornello “O amami sul serio!” è un’invocazione disperata all’autenticità del sentimento.
Lo stile di Keats: la bellezza come verità
La poesia di John Keats è caratterizzata da un’intensa sensualità e da un linguaggio ricco di immagini concrete. La sua arte si fonda sull’idea che “bellezza è verità, verità è bellezza”, un concetto espresso magnificamente nella sua “Ode su un’urna greca”. Per Keats, l’esperienza estetica è una via di accesso alla conoscenza più profonda della realtà e delle emozioni umane.
“Poesie di John Keats” – Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 28/08/2025