Gli amanti del mondo nipponico avranno ben presente la bellezza che traspare ogni qualvolta venga rappresentato il fiore di ciliegio in Giappone all’interno degli elementi culturali, storici e artistici. Tale fattore avrà suscitato degli interrogativi sul perché questo fiore fosse così radicato: cosa intriga davvero l’uomo del suo simbolismo recondito e limpido allo stesso tempo?
Il fiore di ciliegio (in giapponese ‘Sakura’ – 桜) fa parte del genere Prunus. In Giappone è soprattutto riconosciuto per annunciare l’arrivo della primavera e offrire, anche se per un periodo breve di fioritura che va dai 7 ai 10 giorni, panoramiche naturalistiche di colori suggestivi e ammalianti, tali da regalare la sensazione di essere all’interno di una vera e propria creazione artistica.
Il popolo nipponico ha sempre avuto il desiderio di collegare gli aspetti culturali alla tradizione. In particolare, il rapporto tra l’uomo e la natura è quasi simbiotico, un luogo di conforto per capirsi. Protagonista di questo legame è il fiore di ciliegio, che suscita fascino verso il mistero delle cose che non saranno mai più come prima. Rappresenta l’esistenza effimera e transitoria della vita, un sentimento noto come mono no aware (物の哀れ), ovvero la malinconica partecipazione emotiva verso la bellezza delle cose destinate a svanire. Traccia una linea di impermanenza oltre che essere l’auspicio di rinascita e speranza della fioritura annuale.
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Hanami: il festival della fioritura
La parola ‘Hanami’ (花見) significa ‘guardare i fiori’. Le origini del festival risalgono a tempi antichi e consiste nella celebrazione della fioritura dei ciliegi, trascorrendo giornate con familiari o amici all’aperto. Oltre a stimolare la riflessione, il festival è un mezzo di coesione sociale per i giapponesi perché favorisce la socialità, rafforza l’identità nazionale e tramanda le usanze tradizionali. Non è casuale che il fiore di ciliegio sia considerato il simbolo nazionale del Giappone, poiché combina la profonda filosofia interiore con un forte impatto sociale. Per informazioni aggiornate sui periodi di fioritura, l’ente del turismo nazionale giapponese offre previsioni annuali.
Città | Periodo di fioritura indicativo |
---|---|
Fukuoka | Fine marzo |
Kyoto e Osaka | Fine marzo / inizio aprile |
Tokyo | Fine marzo / inizio aprile |
Sapporo (Hokkaido) | Inizio maggio |
Il fiore di ciliegio nella letteratura giapponese
Nello scenario letterario, il fiore di ciliegio è stato la massima espressione per rammentare lo stato d’animo degli scrittori e cantore di una bellezza stagionale unica, elegante e di breve durata. All’interno del Man’yōshū, in particolare, c’è una presenza persistente dei fiori di ciliegio, così come nel periodo Heian (794-1185). Il Man’yōshū (万葉集 – Raccolta delle diecimila foglie), la più antica antologia poetica giapponese, completata dopo il 759, contiene i tanka (‘poesia breve’) di Yamabe no Akahito (山部 赤人\700–736). Prendiamo in esame la seguente poesia:
Fiori di ciliegio
tra monti scoscesi
se di giorno in giorno
continuassero così a fiorire
non proverei straziante nostalgia d’amore.
Dalla poesia evinciamo l’essenza del fiore di ciliegio come ciò che non sarà più: Akahito, infatti, cita quanto la sua nostalgia tormentosa vada di pari passo con la fioritura, quasi come se la fine dei boccioli potesse mitigare il suo animo e portarlo all’accettazione dell’instabilità del cuore umano e dell’effimera durata del destino.
Etica e morale dei samurai
Nel discorso sul fiore di ciliegio è importante fare riferimento all’età medievale in Giappone, che si divide nel periodo Kamakura (1185-1333) e periodo Muromachi (1336-1573). Questo periodo si contraddistingue per l’emergere dei Samurai (侍). Lo spirito dei samurai è accorpato nel Bushidō (武士道), la regolamentazione dei principi etici che ogni guerriero doveva possedere, influenzato dal Buddhismo zen, confucianesimo e scintoismo. Come spiega l’enciclopedia Britannica, questo codice enfatizzava onore, coraggio e lealtà.
La purezza del fiore di ciliegio diventa un principio fondamentale del Bushidō. La singolarità che congiunge il codice del samurai con il simbolismo del fiore è il parallelo tra la vita del guerriero — breve, gloriosa e vissuta con onore — e la caduta dei petali al culmine della loro bellezza, senza mai sfiorire. Questo ideale rappresenta il distacco dall’attaccamento alla vita, causa di sofferenza, e l’accettazione serena del proprio destino, un concetto centrale per raggiungere la piena consapevolezza.
Fonte immagine in evidenza: Shell_ghostcage da Pixabay
Articolo aggiornato il: 10/09/2025