Kabuki: cos’è e le sue origini

Kabuki: cos'è e le sue origini

Il Kabuki è un genere teatrale giapponese che ha seguito nel periodo Tokugawa ed è un genere legato alla classe dei mercanti che cercano di mettere in scena argomenti e stili che possono piacere al pubblico.

Il termine Kabuki si pensa che derivi dai kabukimono, cioè coloro che all’inizio non accettavano il governo dei Tokugawa ed esprimevano i loro dissenso con anticonformismi: non avevano le classiche acconciature ed erano protagonisti di rivolte. Furono chiamati kabukimono perché dal verbo kabuku che significa deviare.
Lo shogunato vide un’arte immorale per i temi che trattava: metteva in scena cose che il teatro non aveva mai trattato e da qui quest’arte fu chiamata Kabuki.

Gli attori di questo genere teatrale erano considerati fuoricasta come le cortigiane e subivano un forte razzismo con restrizioni umilianti; non avevano libertà di movimento, dovevano restare in una zona esterna della città e quando vi entravano dovevano indossare un cappello di paglia per essere riconosciuti.

Le origini del Kabuki

Si presuppone che le origini del Kabuki derivino da Izumi Okuni una sacerdotessa che vagava per il Giappone e si trovò ad esibirsi su in palco del teatro No con una danza innovativa dando origine al Kabuki.
La danza di Okuni mischiava elementi di una danza religiosa con abbellimenti estrosi come corona, rosario, spada, quindi aveva un aspetto stravagante.

A seconda del periodo, il Kabuki si evolve e si possono individuarne diversi tipi
–  Onna Kabuki
–  Wakashu kabuki
–  Yaro kabuki
–  Genraku kabuki

Onna o Yujou Kabuki 

Yujou sono le cortigiane, dunque si tratta di una danza sensuale che serviva ad attrarre i clienti. Si ispiravano alle danze di Okuni e usavano lo shamisen come accompagnamento musicale. Non era un’arte raffinata e mettevano in scena tutto ciò che potesse attirare l’attenzione.
Fu considerato dal governo un disturbo alla moralità e nel 1629 fu vietato l’onna kabuki e le donne non potevano più far parte in qualsiasi tipo di arte.

Wakashu Kabuki

Wakashu sono dei giovinetti che ancora devono fare il passaggio all’età adulta. Questi fanciulli praticavano danze acrobatiche, scene di destrezza, comiche e spesso anche con atteggiamenti effemminati. Però anche questo tipo di danza nel 1652 fu vietata poiché si parla di uno scandalo in cui una donna di alta nobiltà si innamorò di un fanciullo e si suicidò.

Yaro Kabuki

Yaro significa adulto, iniziano a svilupparsi attori di talento, si specializzavano in vari ruoli e soprattutto quello della donna, ruolo dell’Onnagata, rappresentazione molto realistica della donna.

Genraku Kabuki (1688-1740)

Questo genere teatrale inizia a diventare molto popolare e si organizzavano intere giornate di Kabuki, con trame molto complesse e lunghe. Venivano mischiati elementi di tradizione e innovazione in un unico dramma e iniziano a esserci veri e propri attori, delle star, infatti si andava a spettacoli di Kabuki solo per ammirare un determinato attore.

Le caratteristiche del Kabuki

La danza. Il movimento sul palco e la postura sono fondamentali di questo genere e le danze tipiche sono 3:

Mai con movimenti lenti e si usa parte superiore busto e mani
Odori, una danza con movimenti più vivaci e uso dei piedi
Shigusa si cerca di creare mimica coreografica, emozioni e sentimenti

Spesso queste danze erano intervallate dal Mie, a un certo punto il danzatore si congela spesso con espressioni particolare in viso, incrociando gli occhi. È considerarto uno dei momenti più belli di questo genere teatrale.

I costumi erano grandi, sfarzosi e dovevano stupire e una caratteristica particolare erano i cambi costume a vista perché si dava più importanza all’attore che al personaggio.
Iniziano ad esserci anche effetti speciali come il Bukkari, tirando dei fili legati al costume, quest’ultimo si strappava e usciva un altro costume sotto.

Il Trucco. Tipico trucco chiamato Kesho con base bianca e contorno occhi e labbra stilizzati mentre il Kumadori era un trucco fatto con liee colorate per accentuare espressione facciale. 100 tipi di kumadori con vari colori e ognuno con un simbolo.

Palco. Nasce sul palco del teatro No dove si nasconde pino con un drappo colorato e la scenografia è quasi assente era fatta con pannelli sullo sfondo in maniera realistica. Man mano che si sviluppano coreografie che richiedono sempre più spazio e più attori, inglobano anche il ponte del No.

Il Kabuki tutt’oggi è un genere teatrale di successo e attira non solo gli stessi giapponesi ma anche i turisti.

Fonte immagine: wikipedia

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