L’avvicinamento sempre maggiore a canoni di produzione e modelli di vita dell’Occidente, da parte della Repubblica di Corea, vede il suo culmine nel fenomeno che prende il nome di Korean-Wave, o K-Wave, termine che in coreano è tradotto come Hallyu.
L’ultimo decennio ha visto sicuramente un avvicinamento tra i diversi continenti del mondo insieme con le corrispettive culture che, con la globalizzazione, si sono mischiate l’una con l’altra, dando vita ad uno dei periodi culturali mondiali più variopinti degli ultimi secoli.
Una delle zone geografiche e culturali in notevole crescita negli ultimi anni è sicuramente l’Estremo Oriente, che comprende alcune delle potenze più influenti sul campo economico e politico degli ultimi anni: Cina, Giappone, Taiwan e Corea del Sud, ed è proprio quest’ultima ad aver accelerato ancor di più i processi di globalizzazione per formare rapporti sempre più forti con il mondo occidentale, bocciando la politica isolazionista della vicina Corea del Nord.
Vediamo adesso alcuni dei campi in cui questa ‘’onda coreana’’ è diventata più influente, e in che modo essa si sia inserita nel contesto globale.
Origini della Korean-Wave :
La crescita della Repubblica di Corea è un fenomeno particolarmente anomalo se si considera che tra il 1950 e il 1953 il paese era stato segnato dal conflitto che portò poi alla divisione della penisola in due stati profondamente diversi.
Negli anni Novanta, la Corea del Sud comincia a introdursi sempre di più nel contesto mondiale grazie alla popolarità ottenuta dai drama – serie tv – coreani, e soprattutto alla produzione filmografica degli stessi anni, ed è così che la Korean-Wave muove i suoi primi passi.
Questa popolarità ha travolto ancor di più il campo musicale che oggi è considerato uno dei punti forti dell’economia del paese, infatti i gruppi del genere k-pop continuano a scalare le classifiche musicali a livello globale. Un esempio che potrà essere noto a molti, nell’ambito proprio della Korean-Wave, è senza alcun dubbio la canzone Gangnam Style di PSY, pseudonimo di Park Jae-Sang, il cui video musicale diventò virale la notte stessa della sua pubblicazione, il 15 luglio 2012.
La crescita che ha coinvolto questi due campi artistici si deve sia ad alcuni investimenti da parte del governo coreano, sia a delle scelte politiche mirate a svincolare sempre di più la Repubblica Coreana dall’isolazionismo conseguente la guerra del ‘50-’53. Tra queste troviamo una serie di revoche fondamentali.
La prima riguardava il divieto sui viaggi all’estero per i cittadini coreani, mossa che permise ad una grande fetta della popolazione di viaggiare verso i luoghi dell’Occidente, soprattutto Europa e Stati Uniti, scoprendo un mondo del tutto nuovo, e favorendo l’incontro di idee ed esperienze totalmente diverse, cosicché i giovani coreani potessero poi tornare nel loro paese con un bagaglio culturale completamente rinnovato.
A questo si aggiunse, nel 1996, la fine della censura che vietava di trattare alcuni argomenti prettamente considerati dei tabù, e che aveva quindi impedito la libera espressione di molti artisti, favorendo l’inizio della Korean-Wave.
Questi due elementi insieme offrirono immense opportunità lavorative, e una maggiore indipendenza per la nuova generazione che in quegli anni stava maturando una sempre maggiore consapevolezza riguardo i gusti e le preferenze del nuovo secolo a venire, passando da uno sguardo a scala regionale ad uno a scala mondiale.
Effetti del fenomeno nel XXI Secolo:
Il contributo maggiore della Korean-Wave riguarda da un lato l’economia coreana, e dall’altro il settore turistico del paese.
L’economia coreana ha avviato, a partire dalla fine del secolo scorso, un periodo di profonda ristrutturazione interna, permettendo la sua diversificazione e modernizzazione, e spingendo quindi sulla realizzazione di prodotti informatici e meccanici.
Sia la Kia che la Hyundai sono infatti due enormi brand coreani che si sono gradualmente inseriti nel mercato di autoveicoli, favorendo la diffusione di un’immagine tutta nuova della Repubblica di Corea, e allo stesso modo non possiamo dimenticare l’enorme influenza del marchio Samsung, secondo solo al gigante americano Apple.
Mentre per quanto riguarda il turismo, è soprattutto grazie all’incredibile fama ottenuta dai prodotti cinematografici e musicali, che la Korean-Wave ha potuto diffondere immagini nuove della Corea, fondamentali per l’attrazione di turisti pronti a visitare i luoghi rappresentati nei film, o sponsorizzati dalle superstar coreane, ad oggi estremamente influenti e capaci di mobilitare un enorme numero di persone.
Nel 2018, il contributo economico della Korean-Wave ammontava a circa 9 miliardi di euro, mentre per il settore turistico la percentuale incentivata da questo fenomeno culturale ammontava al 54% del totale del settore turistico in entrata, ed è sempre più evidente che questi numeri continueranno a crescere, insieme con l’influenza dell’ondata coreana e non solo sulla Corea del Sud, ma su tutto il mondo.
Fonte immagine di copertina per l’articolo sulla Korean-Wave : Pixabay.com