La Flagellazione di Cristo di Caravaggio

La Flagellazione di Cristo di Caravaggio

La Flagellazione di Cristo è uno dei gioielli che Caravaggio ha realizzato tra il 1607 e il 1608 e che possiamo ammirare nella sala n.78 del museo di Capodimonte a Napoli.

Dopo aver soggiornato a Roma nei primi anni del 1600, Caravaggio fuggì dalla città nel 1606 perché colpevole di un omicidio. Condannato, l’artista si rifugiò a Napoli sotto la protezione dei Colonna. Fu proprio durante questo primo soggiorno nella città Partenopea che egli dipinse la Flagellazione di Cristo per la chiesa di San Domenico Maggiore.

La Flagellazione di Cristo: analisi dell’opera

Per questo quadro Caravaggio si è rifatto al dipinto di Sebastiano del Piombo rappresentante lo stesso soggetto e che si trova oggi nella chiesa di San Pietro in Montorio, sul Gianicolo romano.

Siamo chiaramente nel bel mezzo di una scena brutale; tre aggressori nell’ombra stanno percuotendo Gesù, illuminato al centro della scena da un fascio di luce verticale. Secondo i vangeli canonici, Gesù fu flagellato durante il processo con Ponzio Pilato. Secondo Giovanni, Pilato fece flagellare Gesù per cercare di soddisfare i notabili ebrei che lo accusavano e per impietosire il popolo giudaico. Come ben sappiamo, questo non bastò e la folla pretese la condanna a morte che Pilato, infine, concesse.

La colonna intorno a cui è legato Cristo è al centro del quadro. A destra e a sinistra troviamo due torturatori, uno al lato e uno dietro la colonna. Il soldato a destra prende Gesù per i capelli, per immobilizzarlo ed è già pronto con la frusta in mano. Il soldato a destra invece lega le mani di Gesù dietro alla schiena, mentre gli colpisce il polpaccio  per sbilanciarlo; la vittima è in chiaro segno di sottomissione. In primo piano c’è il terzo torturatore chino e meno illuminato. Egli sta in un angolo a preparare la frusta, stringendo i ramoscelli con la mano sinistra mentre li lega con una corda stretta intorno alla mano destra.

Si noti che i soldati non sono vestiti nei classici abiti, ma in abiti contemporanei al periodo di Caravaggio stesso, per ambientare la scena quasi nel presente, piuttosto che nell’antico passato.

La luce illumina la figura di Cristo, che è già coronato di spine e sta per crollare. Il suo corpo risplende. Come in tutti i quadri di Caravaggio la vera protagonista è proprio la luce che crea i netti contrasti e svela i corpi coinvolti nel dipinto. Le figure emergono dal buio e i corpi sono evidenziati con grande drammaticità. Il potere del chiaroscuro esaspera il momento e accresce il pathos dell’opera.

Curiosità sul dipinto

La presenza di Caravaggio a Napoli tra il 1606 e il 1610 – in un primo e un secondo soggiorno – ebbe grande impatto sull’arte. Le sue opere hanno infatti segnato i successivi lavori di Battistello, Stanzione, Cavallino, Mattia Preti e altri artisti del tempo, le cui opere si possono ammirare a Capodimonte.

Secondo quanto affermato dallo storico d’arte Giovanni Pietro Bellori, la Flagellazione di Cristo fu commissionata per adornare la cappella della famiglia de Franchis nella chiesa partenopea di San Domenico Maggiore. Il concepimento di quest’opera non fu facile. Sono state trovate diverse tracce di pentimenti e ridipinture nella parte inferiore, evidenti soprattutto all’altezza del torturatore di destra. Delle radiografie hanno rivelato in quella posizione una precedente testa d’uomo cancellata.

Il dipinto conservato a Napoli non è l’unica Flagellazione di Cristo di Caravaggio. Esiste infatti un dipinto ad olio su tela con lo stesso titolo e realizzato nello stesso periodo ma conservato nel Musée des Beaux-Arts a Rouen. Quest’ultimo è stato protagonista di un lungo dibattito sull’autografia, ma l’assenza del disegno preparatorio e i segni del pennello sembrerebbero attribuire l’opera proprio al noto autore. Si tratta dunque di una variazione della Flagellazione napoletana. Ritroviamo la colonna, con il corpo di Cristo legato e martoriato, come asse portante dell’opera. La luce che batte da sinistra sceglie naturalmente Gesù come protagonista del dipinto. La luce però illumina bene anche il volto del torturatore in primo piano che è lo stesso volto del torturatore della Flagellazione partenopea e anche lo stesso che porge la testa del battista nel dipinto Salomè con la testa di Battista conservato a Londra.

Il 29 aprile 1975 per la ventesima emissione della serie Europa, la Flagellazione di Cristo fu rappresentata sui francobolli da 100 lire.

Immagine: Wikimedia Commons

A proposito di Federica Grimaldi

Ventenne appassionata di arte e letteratura. Entra a far parte del team di Eroica per dedicarsi alla stimolante attività della scrittura.

Vedi tutti gli articoli di Federica Grimaldi

Commenta