La poesia di W.B. Yeats

poesia di W.B. Yeats

Uomo d’azione e letterato, William Butler Yeats fu un importante poeta e drammaturgo irlandese: svolse il ruolo di senatore nel neonato Stato Libero d’Irlanda e vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1923, in questo articolo andremo a sviscerare i cardini principali della poesia di W.B. Yeats

Nacque a Dublino nel 1865 da una famiglia piccolo borghese appartenente alla minoranza protestante, quando era ancora piccolo la famiglia si trasferì a Londra ma fortemente legato alla sua terra nativa, vi tornerà più volte e questo attaccamento ben si evince nella poesia di W.B. Yeats, soprattutto nei suoi primi componimenti poetici. La poesia di W.B. Yeats può essere divisa principalmente in due fasi poetiche collegabili a due spiriti poetici che, seppur apparentemente in contrasto, riuscirono sempre a convivere all’interno del poeta:

  •  La prima fase poetica di Yeats trova le sue radici nel suo interesse per la magia, per l’esoterismo, per il sistema agricolo irlandese e per il patrimonio culturale del suo paese nativo. I valori che emergono sono principalmente quelli dei miti, della terra, della natura: in questa prima fase poetica Yeats compone poesie di ispirazione tardo romantica. Influenzato in particolare da Percy Bysshe Shelley, compone una poesia densa e concettosa che richiama i poeti metafisici seicenteschi, si tratta di una poesia intrisa di mistero, di arie esoteriche e di atmosfere del folklore irlandese.
  •   La seconda fase poetica è connotata da un’aria più seria, vigorosa, cosmopolita e modernista: compone una poesia che appoggia sul realismo; è assai lontana dai poeti che lo avevano ispirato nella prima fase come Blake, Shelley o Spenser e punta adesso sul pubblico, sul simbolo collettivo e universale. La poesia di W.B. Yeats risulta essere, in questo caso, più diretta e consapevole, colloquiale e meno sognante rispetto alla prima fase.

Le principali raccolte poetiche di Yeats sono “Michael Robartes and the Dancer” del 1921 e “The Tower” che risale invece al 1928, della prima ricordiamo in particolare una poesia nota come “The second coming” – “Il secondo avvento”

THE SECOND COMING

Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all conviction, while the worst
Are full of passionate intensity.

Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in the sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?

IL SECONDO AVVENTO

Girando e girando nella spirale che si allarga
il falco non sente il falconiere;
le cose cadono a pezzi; il centro non regge più;
sul mondo dilaga la mera anarchia,
la fosca marea di sangue dilaga, e in ogni luogo
il rito dell’innocenza viene sommerso;
i migliori perdono ogni convinzione, i peggiori
sono colmi d’appassionata intensità.

Di sicuro è vicina qualche rivelazione;
di sicuro è vicino il Secondo Avvento.
Il Secondo Avvento! Appena pronunciate le parole
un’immagine possente affiorata dallo Spiritus Mundi
mi turba la vista: in qualche luogo tra le sabbie del deserto
una forma con un corpo di leone e una testa d’uomo,
lo sguardo vuoto e impietoso come il sole,
muove lenta le cosce, e tutto intorno roteano le ombre
degli indignati uccelli del deserto.
Il buio scende nuovamente; ma ora io so
che venti secoli di sonno di pietra furono
ridotti a un incubo dal dondolio d’una culla,
e quale mai rozza bestia, giunta alla fine la sua ora,
arranca verso Betlemme per venire alla luce?

Fino al 900 Yeats aveva individuato tre spirali principali: la prima coinciderebbe con l’epoca della storia classica e in particolare con l’episodio della violenza esercitata da Zeus nei confronti di Leda e succederebbe a questo primo periodo, caratterizzato dall’eroismo, dalla guerra e dall’aristocrazia, quello iniziato con la nascita di Cristo: un’epoca democratica segnata dall’amore, dalla comprensione e dell’armonia. Nella poesia, W.B. Yeats ci comunica che questo secondo periodo starebbe per finire per fare spazio al periodo che coinciderebbe, con tutta probabilità, con la rivoluzione bolscevica del 1917: ci narra di una situazione caotica, ci parla di un mondo in cui coloro che sono valorosi e portatori di valori positivi perdono ogni convincimento mentre coloro che, al contrario, sono portatori di morte e caos prendono il sopravvento. Si apre così davanti agli occhi del lettore uno scenario catastrofico e caotico, quasi apocalittico, soprattutto se prendiamo in considerazione la figura della rozza bestia che simbolicamente rappresenta lanticristo, portatore di caos e violenza. La poesia in questione è la rappresentazione della fine dell’ordine originale e l’inizio di un’era ricca di grandi guerre, violenze e sovvertimenti che hanno già agitato la prima parte del 900: le turbolenze politiche e sociali vengono presentate nella poesia di W.B. Yeats come il secondo avvento dell’anticristo.

Crediti immagine: Wikipedia

A proposito di Christian Izzo

Studente di lingue e letterature, amante della letteratura e dell'arte in ogni sua forma.

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