La rivolta di Masaniello: da pescatore a capo della sommossa

rivolta di Masaniello

La Napoli del Seicento, dominata dal viceregno spagnolo, fu teatro di una delle rivolte popolari più celebri della storia italiana: la rivolta di Masaniello. Guidata da un giovane pescivendolo, Tommaso Aniello d’Amalfi, la rivolta scosse il potere spagnolo e infiammò gli animi del popolo napoletano, oppresso da tasse e ingiustizie. Scopriamo la storia, le cause e le conseguenze di questa ribellione e l’eredità di Masaniello, figura controversa diventata un simbolo di Napoli.

La Rivolta di Masaniello in Sintesi

Evento Dettagli chiave
Periodo 7 luglio 1647 – 16 luglio 1647 (leadership di Masaniello).
Luogo Napoli, Regno di Napoli (sotto il viceregno spagnolo).
Protagonista Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, un pescivendolo.
Causa Scatenante Imposizione di una gabella (tassa) sulla frutta.
Esito Assassinio di Masaniello e successiva repressione della rivolta da parte delle truppe spagnole.

Chi era Masaniello? Da pescivendolo a capo del popolo

Le umili origini di Tommaso Aniello d’Amalfi

Masaniello, il cui vero nome era Tommaso Aniello d’Amalfi, nacque a Napoli nel 1620. Proveniva da una famiglia umile: suo padre era un pescatore e lui stesso svolgeva l’attività di pescivendolo. Le fonti storiche ci restituiscono l’immagine di un uomo del popolo, semplice ma dotato di un grande carisma.

Il carisma e l’ascesa a leader popolare

Nonostante le sue umili origini, Masaniello divenne presto una figura popolare, grazie alla sua personalità carismatica, alla sua capacità di parlare al popolo e alla sua audacia. Queste qualità, unite al crescente malcontento, lo portarono a diventare il capo della rivolta.

Le cause della rivolta: oppressione fiscale e malcontento

Il viceregno spagnolo a Napoli nel XVII secolo

Nel diciassettesimo secolo, Napoli era una delle città più grandi d’Europa, ma anche una delle più oppresse. Governata da un viceré spagnolo, la città subiva una pressione fiscale enorme, poiché la Spagna era impegnata in numerose e costose guerre in Europa.

Masaniello Revolution, in scena con amore

La gabella sulla frutta: la scintilla della rivolta

Il malcontento popolare era già diffuso, ma la scintilla che fece scoppiare la rivolta fu l’imposizione di una nuova gabella sulla frutta, un alimento fondamentale per i ceti popolari. Secondo alcuni racconti, a scatenare l’ira di Masaniello fu l’incarcerazione della moglie, accusata di contrabbando per non aver pagato la tassa.

Lo svolgimento della rivolta: dalla Piazza Mercato al potere

L’assalto ai simboli del potere

Il 7 luglio 1647, a Napoli, scoppiò la rivolta, nota anche come rivolta dei Lazzari (termine che indicava i ceti popolari napoletani). La ribellione ebbe inizio in Piazza Mercato. I rivoltosi, guidati da Masaniello, presero d’assalto i palazzi dei nobili e dei gabellieri (esattori), saccheggiandoli e incendiandoli, diventando un vero e proprio esercito popolare.

Le trattative con il viceré

La fama di Masaniello crebbe a tal punto che il viceré spagnolo fu costretto a trattare con lui e ad accettare l’abolizione di alcune gabelle. Masaniello ottenne il titolo di “Capitano generale del fedelissimo popolo napoletano”.

La fine di Masaniello: tradimento, follia e morte

La paranoia e il complotto

Il potere, però, ebbe un effetto negativo su Masaniello, che iniziò a mostrare segni di squilibrio e paranoia, comportandosi in modo sempre più dispotico. In realtà, un complotto per eliminarlo era effettivamente in atto, ordito da alcuni nobili e dallo stesso viceré.

L’assassinio e la sepoltura

Il 16 luglio 1647, dopo soli dieci giorni di potere, Masaniello fu assassinato a colpi di archibugio. Il suo corpo fu decapitato e trascinato per le strade. Dopo la sua morte, la rivolta continuò per alcuni mesi, ma fu repressa. Il corpo di Masaniello, in un secondo momento, fu recuperato dal popolo e sepolto con tutti gli onori nella Basilica del Carmine Maggiore, a testimonianza del suo legame con la città.

Masaniello: un simbolo di Napoli tra storia e leggenda

Nonostante la sua breve e tragica parabola, Masaniello è diventato un’icona della ribellione popolare contro l’ingiustizia. La sua figura è stata celebrata in opere letterarie, teatrali e musicali, anche da cantanti napoletani. Il termine “Masaniello” è diventato sinonimo di capopopolo carismatico, ma anche di leader che, raggiunto il potere, si lascia travolgere dalla follia. La sua storia rimane un episodio fondamentale della storia di Napoli.

Altre informazioni e curiosità sulla rivolta di Masaniello

Quale fu la causa scatenante della rivolta?

La causa scatenante fu l’imposizione di una nuova gabella (una tassa) sulla frutta, un bene di prima necessità per la popolazione povera di Napoli. Questo provvedimento fu la goccia che fece traboccare il vaso del malcontento popolare.

Quanto è durata la leadership di Masaniello?

La leadership effettiva di Masaniello fu incredibilmente breve. Durò soltanto dieci giorni, dal 7 luglio 1647, giorno dell’inizio della rivolta, al 16 luglio 1647, giorno del suo assassinio.

Come è morto Masaniello?

Masaniello fu assassinato a tradimento. Mentre si trovava nel convento del Carmine, fu raggiunto da alcuni uomini armati che lo uccisero a colpi di archibugio. L’omicidio faceva parte di un complotto ordito dai nobili e dal viceré spagnolo.

Dove è sepolto Masaniello?

Dopo alterne vicende, il corpo di Masaniello riposa nella Basilica del Carmine Maggiore a Napoli, situata proprio in Piazza Mercato, il luogo dove iniziò la sua rivolta. La sua tomba è diventata un simbolo del legame indissolubile tra l’eroe popolare e la sua città.

Fonte immagine in evidenza: Foto di Orna da Pixabay

Articolo aggiornato il: 31/08/2025

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A proposito di Serena Uvale

Studentessa presso l'università degli studi di Napoli "L'Orientale", amante della culturale e della lingua cinese.

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