Agatha Christie è stata una scrittrice britannica famosa soprattutto per i suoi gialli, ancora oggi letti da milioni di lettori. Con la sua penna ha dato vita a personaggi indimenticabili come Hercule Poirot e Miss Marple, le cui avventure sono state tra le più tradotte nella storia dell’editoria mondiale. In pochi sanno, però, che la prolifica giallista è stata lei stessa protagonista di un giallo per il quale ancora oggi storici e letterati cercano di trovare una spiegazione: il mistero della scomparsa di Agatha Christie.
Cosa sappiamo sulla scomparsa di Agatha Christie
È il 3 dicembre 1926. Dopo un litigio avvenuto con il marito Archiebald, Agatha mette a letto sua figlia, prepara una valigia e, senza dare alcuna spiegazione, si allontana dalla sua abitazione a Sunningdale, nel Berkshire a bordo di una Morris Cowley. Il giorno successivo l’automobile viene ritrovata su un pendio erboso nel Surrey, in parte ricoperta dai cespugli. La vettura è vuota e non ci sono tracce della scrittrice se non la sua valigia, una pelliccia e la sua patente di guida. Ha subito inizio una ricerca che arriva a coinvolgere anche i civili. Per 11 giorni non si hanno notizie, poi la polizia riceve una chiamata improvvisa: Agatha Christie si trova allo Swan Hydrophatic Hotel (oggi noto come Old Swan Hotel), nello Yorkshire, dove è registrata come Nancy Neele, nome dell’amante di suo marito. Archie si reca insieme alla polizia sul posto, ma si trova di fronte una Agatha visibilmente confusa, a tal punto da non riuscire nemmeno a riconoscere suo marito.

La versione dei fatti secondo Agatha Christie
In seguito al ritrovamento, Agatha ricevette una diagnosi di amnesia da due medici, che confermarono la veridicità dello stato mentale in cui fu ritrovata. Pare che il 1926 fu un anno piuttosto difficile per la scrittrice a causa di una serie di eventi spiacevoli. Il dolore per la perdita della madre, a cui era molto legata, la scoperta del tradimento di Archie, seguito dalla sua richiesta di divorziare, e la pressione di dover scrivere nuovi romanzi che fossero all’altezza dei precedenti furono fatti così destabilizzanti da indurle uno stato psicologico noto come fuga psicogena. Si tratta di una rara condizione in cui, a seguito di eventi particolarmente dolorosi e traumatici, la persona che ne è affetta si dissocia dal proprio passato, assumendo una nuova identità e personalità. Ciò avrebbe condotto la scrittrice a trascorrere giornate intere in un hotel credendo di essere Nancy Neele. Questa versione fu, inoltre, implicitamente confermata dalla stessa Agatha Christie in un’intervista del 1928 rilasciata per The Daily Mail, in cui affermò di essersi allontanata da casa in uno stato piuttosto alterato, con l’intenzione di compiere un gesto estremo.
Speculazioni sulla scomparsa di Agatha Christie, tra vendetta e pubblicità
Nonostante la spiegazione che fu data alla vicenda fosse realistica, la scrittrice è stata per anni nel mirino dell’opinione pubblica. Diverse speculazioni sono state avanzate sui motivi della sua scomparsa, alcune che somigliano alla trama di un giallo, altre più verosimili ma non meno ciniche. Secondo qualcuno, infatti, la scomparsa sarebbe stata una trovata pubblicitaria per aumentare le vendite dei suoi romanzi e ancora oggi c’è chi crede che l’enorme successo riscosso dalla scrittrice sia legato a questa curiosa vicenda. Altri hanno, invece, sollevato l’ipotesi che la fuga fosse parte di un piano per incastrare Archie e vendicarsi del tradimento subito; in seguito al loro litigio, infatti, Archie aveva lasciato l’abitazione, con l’intenzione di trascorrere il fine settimana insieme a un gruppo di amici, tra cui la sua amante. La scomparsa improvvisa di Agatha, dunque, avrebbe subito reso suo marito uno dei primi sospettati. C’è chi, infine, ha ipotizzato che la scrittrice abbia tentato di togliersi la vita e che, avendo fallito, abbia dissimulato la perdita di memoria per evitare di fornire spiegazioni.
Il peso di essere donna
Ad oggi, c’è chi sostiene che il fatto di essere una scrittrice donna abbia giocato un certo ruolo nel modo in cui Agatha Christie fu trattata dai giornali e dall’opinione pubblica. Del resto, una donna che scriveva gialli e che – per giunta – stava iniziando ad avere un certo seguito non poteva che destare reazioni contrastanti in un contesto in cui non ci si aspettava che le donne facessero lavori “da uomo”, men che meno che avessero successo nel farli. La rottura di queste aspettative sociali avrebbe condotto il pubblico a deviare dalla narrativa fornita dall’autrice stessa e a immaginare le più fantasiose spiegazioni, contribuendo, però, in questo modo solo ad accrescere ulteriormente l’interesse generale nei confronti di Agatha e dei suoi romanzi.
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Fonte immagine nell’articolo: Wikimedia Commons di Graham Hogg