Con l’espressione “scuola ionica” ci si riferisce a un gruppo di filosofi greci originari delle colonie ioniche dell’Asia Minore, vissuti nel VI secolo a.C. Tra questi, i più noti sono Talete, Anassimandro e Anassimene, tutti originari di Mileto, città che diede il nome alla scuola filosofica ivi sviluppatasi. La scuola ionica di Mileto è considerata la culla del pensiero filosofico occidentale, in quanto rappresenta il primo tentativo di spiegare l’origine e il funzionamento del cosmo attraverso l’individuazione di un principio naturale (l’archè), superando le tradizionali spiegazioni basate sul mito e sulla religione.
Indice dei contenuti
- Il contesto storico e culturale della Ionia
- Talete di Mileto: l’acqua come principio di tutte le cose
- Anassimandro e l’apeiron: l’indeterminato come origine del cosmo
- Anassimene e l’aria: il soffio vitale che genera il mondo
- I filosofi di Mileto a confronto
- Cos’è l’archè per i filosofi di Mileto?
- L’eredità della scuola ionica
Il contesto storico e culturale della Ionia nel VI secolo a.C.
La Ionia, nel VI secolo a.C., era una regione fiorente e cosmopolita. Le sue città, tra cui Mileto, erano centri di commercio e di scambio culturale, grazie anche alla vicinanza con le civiltà orientali. Questo contesto di apertura favorì la nascita di un pensiero razionale e speculativo. L’argomento principale di questa scuola filosofica era la riflessione sulle origini del cosmo. I pensatori della scuola ionica superarono la concezione teogonica, che vedeva l’origine del mondo come un’opera divina, e la cosmogonia, andando oltre i miti per ricercare l’origine del mondo, per la prima volta, in fenomeni fisici interni alla natura.
Talete di Mileto: l’acqua come principio di tutte le cose
Talete (circa 624 – 546 a.C.) visse a Mileto tra il VII e il VI sec. a.C. È considerato il primo filosofo della storia, nonché il fondatore della scuola di Mileto. Oltre a essere filosofo fu anche politico: spinse i greci della Ionia a unirsi in un unico stato federativo. Talete era convinto che dietro la molteplicità delle cose esistesse un principio unico, e si pose il problema di trovarne l’origine in un elemento: l’acqua, da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. L’acqua è infatti il fattore senza il quale non può esistere la vita, è l’archè (principio primo) che ha dato origine a tutto. Probabilmente Talete intendeva sostenere che la vita si accompagna sempre alla presenza di questo elemento: infatti, i semi che generano le piante hanno bisogno di un terreno umido. Senza acqua, dunque, non c’è vita.
Anassimandro e l’apeiron: l’indeterminato come origine del cosmo
Anassimandro (circa 610-546 a.C.) fu molto probabilmente discepolo di Talete e scrisse la prima opera filosofica della storia, intitolata “Sulla Natura”. Come Talete, si occupò anche di politica. Egli ampliò la teoria sull’origine del mondo del suo maestro: pur riconoscendo l’importanza dell’acqua, spiegò che solo qualcosa privo di determinazioni e di limiti, e quindi indefinito e infinito (apeiron), può assumere le varie forme che riscontriamo nel mondo. L’apeiron è l’archè. La trasformazione dell’apeiron, da unità a molteplicità, è vista come negativa poiché nel molteplice vi è sempre un tentativo di reciproca sopraffazione. Questo concetto prevede una colpa, che implica un’espiazione. Questo ciclo di colpa ed espiazione regola il divenire cosmico, secondo un principio di giustizia che garantisce l’equilibrio. Dal punto di vista cosmologico, Anassimandro ipotizzò l’esistenza di infiniti mondi e la forma cilindrica della Terra, immobile al centro dell’universo.
Anassimene e l’aria: il soffio vitale che genera il mondo
Anassimene (586-528 a.C. circa) viene collocato, insieme a Talete e Anassimandro, nel contesto dei “Milesi”. Di lui sappiamo che scrisse un’opera, Sulla natura, di cui non ci resta che un breve frammento. Conosciamo il suo pensiero attraverso testimonianze indirette, soprattutto tramite Diogene Laerzio. Come i suoi predecessori, anche Anassimene si pose il problema dell’archè. Mentre Talete scelse l’acqua e Anassimandro l’apeiron, Anassimene afferma che tutto deriva dall’aria. L’aria è il principio di tutto in quanto è principio della vita: bisogna tenere in considerazione che il termine greco per “anima” (psyché) in origine significava proprio “soffio vitale”. L’aria, in quanto soffio e respiro, è principio di animazione di tutti gli esseri.
Dall’aria, secondo Anassimene, derivano tutte le cose attraverso un duplice processo: la condensazione (che genera venti, nuvole, acqua, terra) e la rarefazione (che dà origine al fuoco). L’aria è sempre in movimento, e il caldo e il freddo sono effetti di questi due processi. La concezione di Anassimene costituisce quindi un passo importante verso una visione meccanicistica dell’Universo. A differenza di Talete, si sforzò di spiegare il processo tramite il quale l’aria si trasforma in tutte le altre cose. Osservò, ad esempio, che a seconda dell’apertura della bocca l’aria espirata esce diversamente: calda a bocca larga, fredda a bocca stretta. Estese questo processo all’intera realtà, sostenendo che l’aria, attraverso passaggi quantitativi, può trasformarsi in tutto. Fu il primo a ipotizzare che la qualità derivasse dalla quantità.
I filosofi di Mileto a confronto
Filosofo | Archè (principio primo) e meccanismo |
---|---|
Talete | L’acqua: è il principio umido da cui tutto si nutre e ha origine. Non viene spiegato un meccanismo di trasformazione preciso. |
Anassimandro | L’apeiron (infinito e indeterminato): un principio astratto da cui gli opposti si separano e a cui ritornano secondo una legge di giustizia cosmica. |
Anassimene | L’aria: è il soffio vitale che, attraverso i processi quantitativi di rarefazione (diventando fuoco) e condensazione (diventando vento, acqua, terra), genera tutte le cose. |
Cos’è l’archè per i filosofi di Mileto?
L’archè è origine delle cose, nel senso che è sia ciò da cui esse traggono origine, sia la loro fonte di vita. Per “fonte di vita” non dobbiamo intendere che i filosofi presocratici avessero in mente una sorta di vitalismo. Semplicemente, “fonte di vita” va intesa come “fonte del movimento”. Il movimento infatti per i Greci è causa di cambiamento sia qualitativo che quantitativo: è a causa della disgregazione e attrazione che le cose si associano o si dissociano per dare origine ad altro. La vita è questo continuo mutare delle cose, secondo un principio sottostante che regola il cambiamento.
L’eredità della scuola ionica
La scuola ionica di Mileto, con Talete, Anassimandro e Anassimene, ha segnato l’inizio della filosofia occidentale, introducendo un approccio razionale e naturalistico all’indagine sul cosmo. La ricerca dell’archè, il principio primo e unificatore di tutte le cose, rimarrà un tema centrale della filosofia successiva, che si svilupperà in direzioni diverse ma sempre a partire da queste prime fondamentali riflessioni.
Fonte immagine: DucaTv.altervista.org
Didascalia: Immagine di pubblico dominio raffigurante Anassimene
Articolo aggiornato il: 10/09/2025
Nunzia Serino